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Dializzati e trapiantati lucani, Aned: ''azzerati i fondi''

14/11/2024



Esattamente un mese fa ci siamo occupati del disagio che i cittadini lucani dializzati, trapiantati e talassemici lucani stanno vivendo perchè aspettano dal mese di maggio scorso di ricevere il ristoro mensile previsto da una legge regionale: una misura di sostegno economico istituita all’inizio degli anni Ottanta, quando in Basilicata la dialisi era ancora agli inizi e molti pazienti erano costretti a recarsi fuori regione per le cure. All’epoca, il contributo nasceva come rimborso spese, ma oggi è ugualmente uno strumento fondamentale per affrontare le difficoltà economiche legate alla malattia. «Oggi, come allora, i pazienti dializzati e trapiantati devono affrontare costi elevati e il contributo rimane essenziale», sottolinea Donato Andrisani, presidente dell’Aned Basilicata (l’associazione nazionale emodializzati). Ma cosa è accaduto? La legge prevedeva l’erogazione del contributo in base a due livelli di reddito. Il nostro articolo è leggibile CLICCANDO QUI.


A distanza di un mese nulla è cambiato. Donato Andrisani ha infatti inviato la nota che segue.


 


 


''Dall’analisi del bilancio di assestamento 2024 – 2026, da poco pubblicato sul BUR Basilicata, abbiamo notato con stupore e costernazione, che la legge regionale n. 30 del 1981 e successive modificazioni, relativa ai contributi previsti per dializzati, trapiantati di rene, talassemici e pazienti affetti da altre patologie del sangue, non sono state finanziate, nonostante le nostre ripetute segnalazioni, la raccolta firme dei dializzati di Rionero in Vulture e di singole famiglie inviate al Presidente Bardi e al direttore generale della programmazione e gestione finanziaria Morvillo. Per correttezza abbiamo chiesto lumi agli uffici regionali di competenza che ci hanno confermato quanto da noi ipotizzato: non è stato effettuato nessuno stanziamento. A quanto pare occorrerà attendere i mesi di maggio-giugno del prossimo anno, quando sarà approvato il nuovo bilancio regionale, sempre che sia rimasto qualche spicciolo. La legge regionale prima indicata, oggetto in passato di numerose modifiche, prevede un contributo mensile alle categorie di pazienti menzionate il cui importo varia a seconda della fascia di ISEE di appartenenza: € 240 per le famiglie con una condizione economica compresa fra € 0 e € 14.000, € 120 per nuclei in possesso di un ISEE compreso fra € 14.001 e € 21.000. L’art. 23 della L.R. n.11 del 05/06/23 “Legge di Stabilità regionale 2023” ha apportato delle modifiche prevedendo una fascia unica di ISEE (da € 0 a € 21.000) e conseguentemente l’aumento dell’importo del contributo da € 120,00 ad € 240,00 mensili per i pazienti che rientravano nella seconda fascia di ISEE, secondo quanto prescritto dalla legge regionale prima della modifica approvata dal consiglio regionale nel giugno 2023. Nonostante la variazione di legge, gli uffici regionali, per mancanza di copertura finanziaria, sono stati costretti ad erogare il contributo secondo le vecchie norme per cui una parte dei pazienti ha continuato a percepire € 120,00 mensili anziché € 240,00. Non solo, l’ultima liquidazione risale al mese di maggio 2024. In sostanza, sono 7 mesi che tutti i pazienti aventi diritto non ricevono le provvidenze economiche di cui alle citate leggi regionali e tanti malati aspettano anche l’adeguamento dell’importo mensile dal mese di giugno 2023. Da mesi riceviamo molte telefonate dai pazienti non solo dializzati ma anche talassemici, che ci chiedono informazioni e notizie; ci esprimono rabbia, amarezza, delusione; ci raccontano le preoccupazioni e le vicissitudini di chi deve affrontare una quotidianità sempre più difficile. Ieri 12 novembre, attraverso una pec, abbiamo nuovamente sollecitato il Presidente della Regione Basilicata, l’assessore e il direttore generale del dipartimento sanità, i componenti della IV Commissione consiliare regionale e tutti coloro che governano e gestiscono la cosa pubblica in Basilicata a stanziare le risorse finanziarie necessarie per la copertura degli oneri derivanti dagli interventi di che trattasi e a erogare regolarmente il contributo previsto con tutti gli arretrati entro la fine di quest’anno, onde evitare ulteriori disagi e sofferenze alla già drammatica condizione di famiglie che devono affrontare anche il carico di rinunce, sacrifici e solitudine dettati dalla malattia, per le quali quell’assegno mensile costituisce un piccolo sostentamento. Quei quattro spiccioli rappresentano un assegno vitale per tanti malati la cui disabilità non deve essere considerata una colpa! In mancanza di risposte entro dieci giorni, saremo costretti, nostro malgrado, ad organizzare manifestazioni di protesta.''




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