I cittadini dializzati, trapiantati e talassemici lucani stanno aspettando dal mese di maggio scorso di ricevere il ristoro mensile previsto da una legge regionale: una misura di sostegno economico istituita all’inizio degli anni Ottanta, quando in Basilicata la dialisi era ancora agli inizi e molti pazienti erano costretti a recarsi fuori regione per le cure. All’epoca, il contributo nasceva come rimborso spese, ma oggi è ugualmente uno strumento fondamentale per affrontare le difficoltà economiche legate alla malattia. «Oggi, come allora, i pazienti dializzati e trapiantati devono affrontare costi elevati e il contributo rimane essenziale», sottolinea Donato Andrisani, presidente dell’Aned Basilicata (l’associazione nazionale emodializzati). Ma cosa è accaduto? La legge prevedeva l’erogazione del contributo in base a due livelli di reddito.
«L’anno scorso, infatti- spiega Andrisani- è stata introdotta una modifica per cui le due fasce sono state accorpate: adesso tutti i beneficiari con reddito fino a 21.000 euro hanno diritto a un contributo di 240 euro mensili. Una notizia positiva che, tuttavia, non ha avuto le conseguenze sperate perché se da un lato è aumentata la platea dei beneficiari del contributo pieno dall’altro non è stato adeguato il fondo.
Con il bilancio regionale ancora in sospeso (l'assestamento è stato approvato ieri), dopo le recenti elezioni, non si sa ancora se il fondo destinato a queste categorie sia stato aumentato e a quanto ammonti. Attualmente, il contributo è stato erogato solo fino ad aprile 2023, dopodiché i pazienti non hanno più ricevuto nulla. Alcuni Comuni sono riusciti a coprire i mesi successivi, ma sono pochi i casi in cui le amministrazioni locali hanno potuto anticipare le risorse».
Secondo Andrisani e molti beneficiari rimasti senza contributo dalla scorsa primavera, la situazione è insostenibile. «Ho già scritto due volte al Presidente Bardi e al direttore del servizio finanziario, spiegando che il fondo deve essere assolutamente adeguato alle nuove esigenze. La modifica introdotta lo scorso anno rende i fondi stanziati in precedenza insufficienti» ha dichiarato Andrisani. Che aggiunge: «con il bilancio di assestamento licenziato in IV Commissione, resta da vedere se il fondo destinato a questi contributi sarà rimpinguato e se i pagamenti potranno riprendere regolarmente. Per ora, i pazienti restano in attesa, con l'incertezza di un sostegno economico che, per molti, rappresenta una boccata d'ossigeno nelle difficoltà quotidiane».
Mariapaola Vergallito