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Terremoto del 1980: 40 anni dopo, la sfida della prevenzione e della sicurezza in Basilicata |
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27/03/2025 |
|  Alle 19:35 del 23 novembre 1980, il Sud Italia venne devastato da una delle più gravi tragedie della storia del nostro Paese: un terremoto di magnitudo 6.9 della scala Richter, nono-decimo grado della scala Mercalli, colpì una vasta area della Basilicata, della Campania e marginalmente della Puglia, causando 2.734 vittime. Solo il senso di appartenenza, l’aiuto reciproco e il vicinato riuscirono ad alleviare drammi e sofferenze, le radici, in un certo senso, del volontariato. In quei giorni, la Basilicata ricevette l’aiuto di tutto il Paese, e da quel drammatico evento si posero le basi per la Protezione Civile nazionale, con le prime leggi e le prime linee guida. Il rischio sismico è sempre presente, come quello idrogeologico; poi, nel tempo, si sono aggiunte altre voci legate alla sicurezza e alla prevenzione. Mentre altri rischi si sono affacciati, come le possibili pandemie e il cambiamento climatico, con le crisi idriche di questi mesi che stanno mettendo a dura prova migliaia di cittadini e di aziende, scenari che devono farci riflettere. Una domanda sorge spontanea: “Stiamo facendo tutto il possibile per garantire la sicurezza dei cittadini e la tutela del nostro patrimonio?”. In Basilicata, bisogna anche dirlo, senza nasconderlo, ci sono ancora comuni dove si parla poco o per niente di cultura della prevenzione. In alcuni casi, i piani sono datati, obsoleti (dati della Protezione Civile regionale, maggio 2024) e andrebbero adeguati. La stragrande maggioranza dei cittadini non conosce questi documenti e, men che meno, sa di aree di ricovero, informative e segnaletica aggiornate, piani di evacuazione o centrali operative, pratiche di salvataggio in caso di alluvioni, incendi, terremoti e mettiamoci anche l’emergenza sanitaria, considerato quanto accaduto. Linee guida, piani operativi e leggi non mancano. Dal 2 gennaio 2018, il Servizio Nazionale è disciplinato dal Codice della Protezione Civile (Decreto legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018), con il quale è stata riformata tutta la normativa in materia. Il Codice nasce con l’obiettivo di semplificare e rendere più lineari le disposizioni di protezione civile, previsione e prevenzione, gestione delle emergenze. Solo pochi giorni fa è stata registrata una scossa di terremoto di 4.2 gradi Richter a Potenza e Matera, causando tanta paura e qualche lieve danno. In queste ore, invece, l’allerta è alta per i Campi Flegrei, in Campania, e il possibile coinvolgimento della nostra Regione per il trasferimento e l’accoglienza di Boscotrecase (NA), se necessario. Comunque sia, per applicare correttamente le leggi e le linee di riferimento in caso di emergenze, sono necessari i piani comunali e il coinvolgimento di associazioni e cittadini. La responsabilità? Beh, è un po’ di tutti. Ecco allora la necessità di mettere sul campo attività di previsione e di prevenzione, l’unico modo per salvare e tutelare vite, ambiente e patrimonio. Vincenzo Diego |
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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