Paura e rabbia sono i sentimenti che ancora pervadono coloro che sono stati aggrediti e, in generale, tutti gli operatori sanitari che passano ore ed ore della loro giornata a cercare di salvare vite umane.
Le cronache sono ormai sempre più piene di fatti simili a quello avvenuto nella notte tra venerdì e sabato scorsi a Vallo della Lucania. A farne le spese è stato Andrea Cattalini, 33enne infermiere di Maratea che si trovava a bordo di un’ambulanza della Misericordia assieme all’autista Corrado Correale. Entrambi hanno seriamente rischiato di lasciarci la pelle.
In seguito ad una chiamata al 118, si erano difatti recati nell’abitazione di 30enne - pregiudicato e ai domiciliari - che, senza alcun motivo, si è scagliato contro di loro davanti ai figli piccoli colpendoli al corpo e alla testa con un grosso martello, di quelli che i muratori utilizzano per abbattere le pareti.
“Ho avuto paura di morire”, ha dichiarato Cattalini ancora sotto choc e con una grossa benda sulla testa.
“L’uomo aveva già chiamato il 118 in precedenza, intorno alle 20 - ha raccontato l’infermiere al Corriere della Sera - eravamo andati ed abbiamo trovato una situazione drammatica, con bambini che assistevano agli spasmi nervosi del padre. L’uomo, non si sa per quale motivo, continuava a rotolarsi sul pavimento. L’abbiamo caricato in ambulanza con non pochi problemi”.
L’uomo era stato quindi portato già una prima volta al pronto soccorso dell’ospedale San Luca, ma subito dopo sono arrivati in auto i familiari, che avrebbero inveito contro il personale medico e avrebbero danneggiato alcune apparecchiature. Gli animi si sono placati in seguito all’intervento dei carabinieri, nel frattempo il pregiudicato era stato accompagnato a casa. Tuttavia, dopo circa un paio d’ore, la seconda chiamata che poi è stata quella drammatica.
“Dopo un paio d’ore, il 30enne ha chiesto di nuovo l’intervento del 118 - ha spiegato ancora Cattalini - questa volta, però, quando siamo giunti nell’abitazione si è scatenata tutta la violenza di una persona in preda a un raptus”.
Per fortuna, entrambi sono riusciti a mettersi in salvo scappando in ambulanza alla volta del pronto soccorso, dove sono giunti chiaramente ancora molto impauriti e con le divise tutte sporche di sangue. I carabinieri sono intervenuti dopo l’aggressione ed hanno arrestato il 30enne, ma i due malcapitati, purtroppo, non dimenticheranno facilmente l’accaduto.
Terribili le parole pronunciate dall’autista al Tg1: “Sono in uno stato psicologico devastante, pensavo che sarei morto. Sinceramente sto pensando di lasciare”.
Correale, in lacrime, ha anche aggiunto altri dettagli: “Una scena che mi ha segnato per sempre, correvamo al buio, nelle scale, non so nemmeno come abbiamo fatto a sottrarci alla furia di quell’uomo. Come si fa a mandare un’ambulanza a casa di un pregiudicato, senza il supporto delle forze dell’ordine”.
Sull’episodio è intervenuta la Funzione pubblica della Cgil di Salerno, che ha espresso la sua “più profonda solidarietà e vicinanza all’autista e all’infermiere di un’ambulanza aggrediti brutalmente a Vallo della Lucania”.
L’organizzazione sindacale ha diramato una nota a firma del segretario generale Antonio Capezzuto. “Solo per miracolo sono riusciti a sopravvivere a questo atto di inaudita violenza”, si legge nel comunicato.
Quello delle aggressioni al personale medico e sanitario, è un fenomeno sempre più preoccupante e in crescita che richiede interventi immediati e risolutivi.
“È fondamentale - sottolinea ancora Capezzuto - che le istituzioni mettano in atto tutte le misure necessarie per proteggere chi opera nelle ambulanze e negli ospedali, garantendo loro un ambiente di lavoro sicuro e dignitoso. Invitiamo tutti i cittadini a unirsi a noi in questa battaglia di civiltà, affinché episodi come quello di Vallo della Lucania non si ripetano mai più. Siamo pronti alla mobilitazione”.
All’infermiere lucano ha manifestato la sua solidarietà anche Cosimo Latronico, assessore alla salute della Regione Basilicata.
Gianfranco Aurilio
Lasiritide.it
(foto Corriere Salerno)