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Il miracolo sportivo del Ferrandina che torna in D dopo 26 anni |
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7/04/2025
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| Siamo di fronte ad un vero miracolo sportivo, possiamo definire solo in questo modo la vittoria del Ferrandina nel campionato lucano di Eccellenza, in quanto ottenuta da una squadra non partita assolutamente con i favori del pronostico. Una cavalcata che si è concretizzata nella penultima giornata, con gli aragonesi che, seppur sconfitti in trasferta a Paterno, nonostante siano rimasti fermi a quota 57, hanno mantenuto sei lunghezze di vantaggio su un Calcio San Cataldo che ormai non credeva più nella rimonta tanto da crollare letteralmente in casa, sotto i colpi del fanalino di coda Oraziana Venosa. Il segreto del successo dei rossoblu è stato il gruppo, inteso a 360 gradi: sagacia tattica dell’allenatore, lavoro, umiltà e sacrificio dei giocatori, lungimiranza e programmazione da parte della società che ha dimostrato come nel calcio, in ogni categoria, non si vinca solo spendendo.
Il Ferrandina torna in D dopo più di un quarto di secolo: correva di fatti la stagione 1998/99 quando vinceva per l’ultima volta la massima divisione lucana. Era la squadra guidata dal presidente Loponte, con in panchina Stigliano. Oggi l’allenatore è Giovanni Rubolino, mentre il numero uno del club è Domenico Pepe.
“Il nostro è davvero un miracolo sportivo, non eravamo partiti per vincere ma abbiamo raccolto il lavoro ed i sacrifici di tutti questi anni. Ci siamo concentrati sempre sul gruppo, tant’è che l’ossatura l’abbiamo portata avanti dal 2017: anno in cui abbiamo rifondato questa società”.

Il presidente (nella foto in alto) è giustamente raggiante per una vittoria partita da molto lontano.
“Abbiamo dimostrato che non sempre gli acquisti del mercato fanno gruppo, per raccogliere i risultati non si può prescindere dalla programmazione, dal lavoro e dall’umiltà”.
Il patron ha iniziato ad accarezzare la possibilità di realizzare l’impresa solo nelle battute finali.
“Ce ne siamo resi conto solamente quando si stava avverando poiché il nostro percorso andava di domenica in domenica, senza guardare l’obiettivo finale. Per noi l’importante era divertirci e stare bene e questo atteggiamento ci ha premiati. Non nascondo che siamo stati agevolati dagli errori di chi era favorito, ma questo fa parte del gioco”.
Pepe ripartisce i meriti in parti uguali: “Il merito è di ognuno, società, collaboratori, staff tecnico, giocatori fino ai magazzinieri. La grande famiglia che abbiamo costruito ci ha portati fin qui. Un abbraccio fortissimo a tutto il gruppo squadra che è stato grandioso. Noi come società dovevamo mettere a disposizione le nostre qualità nell’organizzare, il resto lo dovevano fare i ragazzi in campo e ciascuno ha fatto bene il proprio lavoro. Un grande abbraccio anche a tutti i dirigenti, assieme abbiamo ottenuto questo grande risultato”.
Il guru è Giovanni Rubolino (in basso con il capitano Desimini) che a 36 anni, 1 mese e 11 giorni diventa il più giovane tecnico ad aver vinto i due principali campionati regionali: il primo nel 2018 in Promozione, a 29 anni, con il Rotunda Maris proprio davanti al Ferrandina. Inoltre, è il secondo più giovane allenatore ad aver vinto l’Eccellenza, dietro solo a Ranko Lazic che lo ha vinto a 33 anni con lo Sporting Villa d'Agri.

"Un vero miracolo, siamo stati davvero bravi. La nostra forza è stata il gruppo: inteso come squadra e società”. Il mister è sulla stessa lunghezza d’onda del presidente, ma ha in testa la cosiddetta partita chiave.
“Ho capito potessimo fare qualcosa di grande dopo la prima di ritorno, vinta 2-1 a Montescaglioso. La differenza l’ha fatta la nostra umiltà, sapevamo di essere inferiori a tante altre squadre e ci abbiamo messo quel qualcosa in più per riuscire a compensare i limiti. Ai ragazzi mi sento di dire che mi è capitato di vincere altri campionati, ma questo ha un sapore diverso perché sono stati tutti davvero formidabili. Non ci sono altri aggettivi per definirli”.
I trofei li alzano i capitani ed il simbolo dei rossoblu è il difensore Davide Desimini, che ha individuato un paragone - fatte le dovute proporzioni - assolutamente calzante, con il Leicester di Claudio Ranieri che nel 2016 seppe vincere la Premier League contro ogni previsione.
“Non ci sono parole per descrivere la nostra cavalcata, siamo al settimo cielo”, esulta il capitano.
“La nostra vittoria - aggiunge Desimini - rappresenta una speranza per tutte quelle squadre che credono nel lavoro e nel gruppo. La nostra unione ci ha permesso di raggiungere questo magnifico obiettivo cui, in realtà, non pensavamo nemmeno nei nostri sogni. In carriera non ha mai visto nulla del genere, se possiamo fare un paragone ci sentiamo un po’ come la favola del Leicester che ha vinto la Premier dopo essere partita come l’ultima tra tutte. Con la dedizione ed il sacrificio siamo riusciti a fare qualcosa di cui ancora non ci rendiamo conto, ma che realizzeremo solo nel tempo”.
Gianfranco Aurilio
Lasiritide.it |
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