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Al via in Basilicata la campagna per il Referendum su lavoro e cittadinanza

25/02/2025



Sarà l’assemblea generale della Cgil e di tutte le categorie regionali e provinciali ad aprire in Basilicata la campagna per il referendum su lavoro e cittadinanza. L’appuntamento è per venerdì 28 febbraio a partire dalle 9,30 al Park Hotel di Potenza. Aprirà i lavori il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega.


Seguiranno le testimonianze di delegati e delegate della Cgil che porteranno la propria esperienza di vita e di lavoro. Concluderà il segretario Cgil nazionale, Christian Ferrari. La Corte Costituzionale ha ritenuto validi i cinque quesiti referendari per i quali nel 2024 la Cgil, insieme a partiti di centrosinistra e associazioni, ha raccolto 5 milioni di firme. Il referendum si terrà la prossima primavera, presumibilmente tra il 15 aprile e il 15 giugno.


Si voterà per l’abrogazione delle norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamento (Jobs Act); per l’abrogazione delle norme che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese; per l’abrogazione delle norme che hanno liberalizzato l’utilizzo del lavoro a termine; per l’abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortuni sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. Il quinto quesito sulla cittadinanza punta al dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario ai fini della presentazione della domanda di concessione della cittadinanza da parte dei maggiorenni.


“L’appuntamento del prossimo 28 febbraio segna l’avvio ufficiale di un confronto sui temi del lavoro e della cittadinanza il più ampio possibile, aperto a tutti e a tutte, a partiti, associazioni, società civile, istituzioni, perché il lavoro è un argomento che riguarda ciascuno di noi da vicino – afferma Fernando Mega – Il lavoro ci definisce non solo come singoli individui ma anche come appartenenti a una comunità, membri di uno stesso corpo.


Ecco perché il lavoro precario, il lavoro frantumato, il lavoro sfruttato e sottopagato, è diventato un elemento di disgregazione e diseguaglianza in questa società, dove è difficile riconoscersi sia come singoli individui che come collettività. Le leggi attuali sul lavoro hanno peggiorato la condizione di vita delle persone e con il referendum ciascuno di noi ha finalmente la possibilità di cambiare le cose, ripristinando la giusta strada, che è quella dei diritti e della dignità delle persone”.




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