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Maratea: attività vietate e consentite nelle 4 zone dell’Area marina protetta

22/02/2025



Continuano a susseguirsi le voci discordanti circa l’istituzione ormai prossima dell’Area marina protetta ‘Costa di Maratea’. Il Comune ha pubblicato all’albo pretorio le slide spiegate alla popolazione da remoto dai tecnici di Ispra e del Ministero dell’Ambiente, circa la prima ipotesi di perimetrazione e zonazione della riserva. Sono stati confermati i dettagli anticipati circa l’estensione della riserva all’intera costa ed alla suddivisione in 4 zone. Sono però stati ufficialmente aumentati da 15 a 30 i giorni per proporre eventuali osservazioni. A comunicarlo è stato il sindaco Cesare Albanese: “il termine per le osservazioni, esclusivamente con l’utilizzo della modulistica all’uopo predisposta da Ispra, è fissato in giorni 30, entro e non oltre, quindi, le ore 12:00 del 24 marzo 2025”, ha fatto sapere il primo cittadino.


In estrema sintesi, sulla base di quanto è stato esposto, la zona A è contraddistinta dal “divieto di prelievo e accesso”; la Bs prevede un “accesso consentito e prelievo vietato”; la Zona B si caratterizza per un “accesso consentito e prelievo autorizzato/regolamentato”; la Zona C prevede un “accesso consentito e prelievo autorizzato/regolamentato con vincoli minori”.


Andando ad esaminare cosa in concreto preveda la proposta, si comprende immediatamente come le


zone A e Bs siano quelle meno estese: quella A presenta limiti molto più stringenti e di fatti è aperta unicamente alla ricerca scientifica autorizzata ed è vietata ogni altra attività, compresa la balneazione che è consentita in tutte e tre le altre zone. Vietate in tutte e 4 le zone la pesca subacquea e l’acquascooter, sci nautico e similari. La navigazione a motore dovrà essere regolamentata: nella zona Bs verrebbe permessa solo ad imbarcazioni non a motore oppure a bassa emissione ed a velocità limitate, per non disturbare gli habitat marini. La navigazione a velocità limitata sarà obbligatoria anche nelle zona B (in quest’ultima, anche lungo rotte designate) ed in quella C. 


Mentre, l’ancoraggio, dovrà essere autorizzato nella zona Bs e regolamentato nelle zone B e C. L’ormeggio dovrà invece essere autorizzato in tutte e tre le zone.


Nelle tre zone è invece permessa la navigazione a vela, remi, pedali e con propulsori elettrici. Nella zona Bs anche ai residenti verrà vietata la piccola pesca artigianale, così come, nelle zone A e Bs, verrà preclusa la pesca turistica e quella ricreativa. 


Il trasporto passeggeri e le visite guidate, vietate quindi nella zona A, dovranno essere autorizzate nelle altre 3. Le visite guidata subacque dovranno essere autorizzate nella zona Bs, ma sono permesse in quella B e C.



Per quanto concerne il diporto, per i natanti sotto i 10 metri e le imbarcazioni comprese tra i 10 e 24 metri, saranno obbligatori: “casse per la raccolta dei liquami di scolo per quelle unità provviste di servizi igienici e cucina a bordo; sistema di raccolta delle acque di sentina; motore conforme ai valori indicati all'Allegato II, lettere B e C, del decreto  legislativo n. 171 del 2005, relativamente alle emissioni gassose e acustiche”.


Le navi superiori ai 24 metri dovranno montare un “motore conforme ai valori indicati all'Allegato II, lettere B e C, del decreto  legislativo n. 171 del 2005, relativamente alle emissioni gassose e acustiche” e dovranno avere “caratteristiche conformi alle disposizioni di cui agli Annessi IV e VI della Convenzione Marpol 73/78”. 


Dopo l’accettazione della proposta, prima di arrivare al decreto istitutivo del Mase (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica), sono previsti altri passaggi, su tutti, quello della definizione del modello di governance, di cui le imprese di pesca vogliono far parte ed anche gli albergatori sembrano ben disposti a farvi parte.


Dall’ente gestore potranno essere rilasciate autorizzazioni “per la pesca professionale artigianale ai pescatori professionisti residenti, previa verifica delle attrezzature e del rispetto delle quote di pesca; per attività scientifiche, a seguito di richiesta scritta con dettagli sul progetto, durata e impatto previsto e previo impegno di consegna di copia dei dati raccolti; per escursioni subacquee, a diving e/o singole guide, a seguito di formazione specifica; per attività di trasporto passeggeri, con indicazioni delle eventuali rotte prestabilite da seguire e delle linee guida per evitare disturbo a fauna e flora marina. Per eventi speciali e saranno temporanee ed a seguito di valutazioni preventive 


d’impatto ambientale”.


In tanti, con in testa il Consorzio turistico, sono scettici circa l’estensione all’intera costa (42,37 km2) anche perché gran parte della fascia costiera di Maratea rientra già all’interno di 3 Sic-Zsc (Siti di Importanza Comunitaria–Zone Speciali di Conservazione) denominati ‘Acquafredda di Maratea’ nella parte nord della costa, ‘Isola di S. Janni e costa prospiciente’ e ‘Marina di Castrocucco’, a sud del Porto di Maratea. Favorevoli invece imprese di pesca e Legambiente.


Attualmente, in Italia, le aree marine protette sono 33 ed a Maratea, dopo oltre trent’anni, sembra intravedersi la luce in fondo al tunnel.


“Non vogliamo una qualunque area protetta per Maratea, vogliamo studiare gli atti e parlarne con la comunità affinché tutti capiscano cosa significhi vincolarsi per sempre. Non possiamo accettare venga calata dall’alto una perimetrazione ed una zonazione a danno dei cittadini di Maratea”, l'affondo di Daniele Stoppelli, sindaco uscente ed attuale consigliere comunale di opposizione. 


“Le Aree marine protette nazionali - si legge in una delle slide - sono multi obiettivo perché assicurano, allo stesso tempo, la conservazione dell’ambiente e l’uso sostenibile delle risorse marine e costiere. La zonazione a più livelli è uno strumento gestionale per favorire la protezione a lungo termine ed evitare conflitti d’uso”.


 


Gianfranco Aurilio


Lasiritide.it




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