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Amnesty:'Il genocidio israeliano a Gaza continua nonostante il cessate il fuoco'

27/11/2025

Trascorso oltre un mese dall’annuncio del cessate il fuoco e rientrati in Israele tutti gli ostaggi ancora in vita, le autorità israeliane stanno ancora commettendo il crimine di genocidio nei confronti della popolazione palestinese della Striscia di Gaza occupata, continuando a sottoporla deliberatamente a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, senza alcun segnale di un cambiamento nelle loro intenzioni.
Lo ha dichiarato Amnesty International in un documento diffuso oggi, che contiene un’analisi giuridica del genocidio in atto e testimonianze di abitanti della Striscia di Gaza e di personale medico e umanitario che evidenziano le drammatiche condizioni della popolazione palestinese.
“Il cessate il fuoco rischia di creare la pericolosa illusione che la vita nella Striscia di Gaza stia tornando alla normalità. Ma, sebbene le autorità e le forze armate di Israele abbiano ridotto la dimensione degli attacchi e consentito l’ingresso di una limitata quantità di aiuti umanitari, il mondo non deve lasciarsi ingannare: il genocidio non è finito”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
Nel dicembre 2024 Amnesty International, al termine di una lunga ricerca, aveva concluso che Israele stava commettendo tre atti vietati dalla Convenzione sul genocidio: uccisioni, lesioni gravi all'integrità fisica o mentale di membri del gruppo e inflizione deliberata di condizioni di vita intese a provocare la distruzione fisica della popolazione palestinese della Striscia di Gaza.
Oggi, nonostante una riduzione dell’intensità degli attacchi e alcuni limitati miglioramenti, non c’è un significativo cambiamento delle condizioni cui Israele sta sottoponendo la popolazione della Striscia di Gaza e non vi è alcuna prova che le intenzioni israeliane stiano mutando.
“Attraverso il genocidio, Israele ha inflitto danni devastanti alla popolazione palestinese della Striscia di Gaza, compresi due anni di incessanti bombardamenti e di riduzione sistematica e intenzionale alla fame. A oggi non c’è alcuna indicazione che Israele stia prendendo provvedimenti reali per invertire l’impatto mortale dei suoi crimini né c’è alcuna prova del cambiamento delle sue intenzioni. Le autorità israeliane stanno continuando a portare avanti le loro spietate politiche, restringendo l’accesso agli aiuti umanitari e ai servizi essenziali e imponendo deliberatamente condizioni di vita intese a distruggere fisicamente la popolazione palestinese della Striscia di Gaza”, ha sottolineato Callamard.
Almeno 327 persone, tra le quali 136 minorenni, sono state uccise dagli attacchi israeliani a partire dal 9 ottobre, giorno in cui è stato annunciato il cessate il fuoco. Israele continua a limitare l’accesso ad aiuti fondamentali e a beni di soccorso, comprese le forniture mediche e i materiali necessari per riparare infrastrutture necessarie per la vita umana, violando una serie di ordini della Corte internazionale di giustizia volti ad assicurare che la popolazione palestinese avesse accesso agli aiuti umanitari, emessi nel caso presentato dal Sudafrica per prevenire il genocidio. La stessa Corte, nel gennaio 2024, aveva stabilito che i diritti della popolazione palestinese ai sensi della Convenzione sul genocidio – in altre parole, la sua sopravvivenza – fossero plausibilmente a rischio.
La probabilità oggettiva che le attuali condizioni possano causare la distruzione della popolazione palestinese della Striscia di Gaza persiste tuttora, considerando soprattutto l’enorme vulnerabilità delle singole persone alle malattie e la diffusione di queste ultime, dopo mesi di carestia provocati da un blocco illegale in vigore da anni e, nel 2025, da mesi di assedio totale. Sono state così create condizioni tali da portare a una lenta morte della popolazione palestinese a causa della mancanza di cibo, acqua, rifugi, vestiti e prodotti igienico-sanitari in quantità adeguata.
Pur in presenza di alcuni assai modesti miglioramenti, Israele continua a limitare fortemente l’ingresso delle forniture e il ripristino di servizi essenziali per la sopravvivenza della popolazione civile, ad esempio vietando l’ingresso di attrezzature e materiali che servono a riparare infrastrutture necessarie per la vita umana e per rimuovere ordigni inesplosi, macerie contaminate e rifiuti, provocando così rischi potenzialmente irreversibili per la salute pubblica e per l’ambiente.
Israele sta inoltre limitando la distribuzione degli aiuti, anche riducendo il numero delle organizzazioni autorizzate a portarli all’interno della Striscia di Gaza. Il mero aumento del numero dei camion cui è permesso entrare non è sufficiente. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, mentre le famiglie hanno ora accesso a due pasti al giorno rispetto a uno a luglio, la varietà degli stessi rimane bassa e l’accesso a cibi con contenuto nutrizionale (frutta, verdura, proteine ecc.) è ancora al di fuori della portata di molte famiglie; prodotti come le uova o la carne hanno costi spaventosi o insostenibili.
Il sistematico sfollamento delle persone palestinesi dalle terre fertili prosegue senza sosta: l’esercito israeliano occupa attualmente tra il 54 e il 58 per cento della Striscia di Gaza e continua a limitare fortemente l’accesso al mare. Non ha adottato provvedimenti per rimediare all’impatto causato dalla massiccia distruzione, negli ultimi due anni, dei terreni da allevamento e da coltivazione. Tutto ciò fa sì che le persone palestinesi siano totalmente prive di accesso autonomo ai mezzi di sostentamento.
“Le persone palestinesi restano bloccate in meno della metà del territorio della Striscia di Gaza, nelle zone meno in grado di sostenere la vita umana, mentre gli aiuti umanitari sono ancora gravemente limitati. Ancora oggi, nonostante i ripetuti moniti di organismi internazionali, tre serie di ordini giuridicamente vincolanti della Corte internazionale di giustizia, due pareri consultivi della medesima Corte e gli obblighi derivanti dal diritto internazionale umanitario e dal diritto internazionale dei diritti umani in quanto potenza occupante e soggetto coinvolto in un conflitto armato, Israele continua deliberatamente a non fornire né a consentire la fornitura di quanto necessario alla popolazione civile della Striscia di Gaza”, ha sottolineato Callamard.
Oltre a ciò, le autorità israeliane non stanno indagando né sottoponendo a procedimenti giudiziari le persone sospettate di atti di genocidio né stanno chiamando a rispondere le autorità e i funzionari che hanno fatto dichiarazioni genocide. Lo stesso cessate il fuoco è stato il prodotto delle pressioni internazionali, comprese quella degli Usa, e non di un esplicito cambio di atteggiamento da parte di Israele.
“Israele deve annullare il suo blocco inumano e consentire il pieno accesso a cibo, medicine, carburante e materiali per le riparazioni e le ricostruzioni. Deve anche agire per riparare infrastrutture fondamentali e ripristinare servizi essenziali, fornire rifugi adeguati alle persone sfollate e assicurare che queste possano tornare alle loro abitazioni”, ha proseguito Callamard.
Nelle ultime settimane sono pervenuti segnali che la comunità internazionale sta allentando la pressione su Israele. La nuova risoluzione delle Nazioni Unite sul futuro della Striscia di Gaza non prevede impegni chiari circa il rispetto dei diritti umani o per assicurare alla giustizia i responsabili di atrocità. Il 24 novembre il governo della Germania ha fatto riferimento al cessate il fuoco quando ha annunciato la fine della sospensione della fornitura di alcuni tipi di armi a Israele. Il programmato voto per sospendere l’accordo commerciale tra Unione europea e Israele è stato congelato.
“Ora non è il momento di abbassare la pressione sulle autorità israeliane. I leader mondiali devono dimostrare di essere veramente impegnati a rispettare il loro obbligo di prevenire il genocidio e a porre fine all’impunità che ha alimentato decenni di crimini israeliani nel Territorio palestinese occupato. Devono esercitare pressioni su Israele affinché garantisca l’ingresso nella Striscia di Gaza a osservatori sui diritti umani e a giornalisti, in modo che questi possano riferire in modo trasparente sull’impatto delle azioni israeliane sulle condizioni della Striscia di Gaza”, ha aggiunto Callamard.
“Le autorità israeliane responsabili di aver diretto, supervisionato e materialmente commesso il genocidio restano al potere. Non dare segnali che queste persone o il loro governo saranno chiamati a risponderne dà a Israele un effettivo via libera per continuare il genocidio e proseguire a commettere violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est”, ha ammonito Callamard.
“Il cessate il fuoco non deve diventare una cortina fumogena dietro la quale Israele continua a portare avanti il genocidio. La costante condotta israeliana, che comprende il diniego deliberato e illegale di aiuti salvavita alle persone palestinesi, molte delle quali ferite, malnutrite e a rischio di contrarre gravi malattie, continua a minacciare la loro sopravvivenza. La comunità internazionale non può permettersi di essere compiacente: gli stati devono tenere alta la pressione su Israele affinché consenta il pieno accesso agli aiuti umanitari, annulli il suo blocco illegale e ponga fine al genocidio in corso. Le aziende devono immediatamente sospendere ogni operazione che contribuisca o sia direttamente collegata al genocidio”, ha concluso Callamard.

 

 

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NEWS BREVI
1/12/2021 Ultimo lotto Bradanica, domani alle 11.30 l’apertura al traffico

Come annunciato nei giorni scorsi verrà aperto domani, 2 dicembre, l’ultimo lotto “La Martella” della strada Statale “Bradanica”.
L’apertura al traffico è in programma alle ore 11.30 al km 135 lato La Martella.
Sarà presente l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Donatella Merra.

28/11/2021 Poste Italiane: estesi orari apertura di tre uffici postali lucani

Poste Italiane comunica che a partire lunedì 29 novembre, gli Uffici Postali di Matera 5, Melfi e Moliterno saranno interessati da un potenziamento degli orari di apertura al pubblico.
In particolare, gli uffici postali di Melfi e Moliterno (PZ) saranno aperti dal lunedì al venerdì, dalle ore 8:20 – 19:05, il sabato dalle ore 8:20 alle 12:35. Matera 5 osserverà l’orario di apertura su 6 giorni lavorativi. Lun/ven 08:20 – 13:45, sabato  08:20 – 12:45.
Questi interventi confermano la vicinanza di Poste Italiane al territorio e alle sue comunità e la volontà di continuare a garantire un sostegno concreto all’intero territorio nazionale. Anche durante la pandemia, infatti, Poste Italiane ha assicurato con continuità l’erogazione dei servizi essenziali per andare incontro alle esigenze della clientela, tutelando sempre la salute dei propri lavoratori e dei cittadini.
L’Azienda coglie l’occasione per rinnovare l’invito ai cittadini a recarsi negli Uffici Postali nel rispetto delle norme sanitarie e di distanziamento vigenti, utilizzando, quando possibile, gli oltre 8.000 ATM Postamat disponibili su tutto il territorio nazionale e i canali di accesso da remoto ai servizi come le App “Ufficio Postale”, “BancoPosta”, “Postepay” e il sito www.poste.it. 

15/11/2021 Obbligo di catene o pneumatici da neve

E’ stata emessa questa mattina e trasmessa alla Prefettura ed a tutte le Forze dell’ordine, l’ordinanza firmata dal Dirigente dell’Ufficio Viabilità e Trasporti della Provincia, l’ing. Antonio Mancusi, con la quale si fa obbligo:“A tutti i conducenti di veicoli a motore, che dal 01 Dicembre 2021 fino al 31 Marzo 2022 transitano sulla rete viaria di competenza di questa Provincia di Potenza, di essere muniti di pneumatici invernali (da neve) conformi alle disposizioni della direttiva comunitaria 92/33 CEE recepita dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 30/03/1994 e s.m.i. o a quelle dei Regolamenti in materia, ovvero di avere a bordo catene o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente utilizzati, ove necessario, sui veicoli sopraindicati.

Tale obbligo ha validità, anche al di fuori del pericolo previsto in concomitanza al verificarsi di precipitazioni nevose o formazione di ghiaccio”.





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