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Suicidio in carcere a Brindisi: 72 vittime in 11 mesi, allarme nelle carceri italiane

27/11/2025



Nella notte scorsa un detenuto lucano si è tolto la vita nel carcere di Brindisi, portando a 72 il numero dei suicidi in undici mesi: il dato più alto degli ultimi vent’anni, vicino al “record nero” dello scorso anno. Il segretario del sindacato Fsa-Cnpp-Spp, Aldo Di Giacomo, in una nota stampa , denuncia come sovraffollamento, organici sottodimensionati e mancanza di interventi concreti del Ministero stiano alimentando una vera e propria emergenza carceraria.
Di seguito riportiamo la nota stampa di Fsa-Cnpp-Spp
“Con il detenuto originario della Basilicata che si è impiccato nelle scorse ore nel carcere di Brindisi, nel silenzio generale, la “strage di Stato” ha un conto altissimo di vite umane: siamo a 72, un numero che in undici mesi è già il più alto di quelli degli ultimi vent’anni e si avvicina a quello del “record nero” dello scorso anno (91)”. Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del Fsa-Cnpp-Spp (Sindacato Polizia Penitenziaria) che aggiunge: “si abbassa l’età dei suicidi con detenuti nelle prime settimane di carcere, con problemi psichici, tossicodipendenti, extracomunitari tra le categorie a maggiore rischio. Da parte del personale penitenziario – continua Di Giacomo – si fa il possibile come testimoniano le decine e decine di interventi che hanno salvato vite umane ma sovraffollamento e sottodimensionamento degli organici penitenziari sono la causa principale. La tesi della “ineluttabilità” dei suicidi che il Ministro Nordio ha più volte sostenuto è scandalosamente smentita da questa nuova recente scia di sangue. Come è scandalosamente smentito un impegno del Ministero fatto di task force e di piani (sulla carta) che non hanno prodotto alcun risultato. Noi non vogliamo sentirci complici nella “mattanza” – che qualcuno, forse perché si vergogna, con un linguaggio moderato chiama “emergenza umanitaria” - e con sempre più forza chiediamo interventi urgenti”.
Per Di Giacomo ““la situazione nelle carceri è la peggiore in assoluto degli ultimi 30 anni e si ripercuote direttamente sui servitori dello Stato che in tutti gli istituti, specie del Sud, sono allo stremo. Ormai non esistono più turni di lavoro di sei ore, ma in media – dice il segretario del sindacato di polizia penitenziaria – raggiungono le 8 ore e possono protrarsi sino a 12 ore consecutive. Non ci sono ferie accordate e in tanti casi salta persino la pausa pranzo. Sovraffollamento (anche del 150%) e sottodimensionamento di organici (nonostante le assunzioni di questi mesi) sono la miscela esplosiva destinata a produrre effetti che il bollettino di guerra di aggressioni, violenze e suicidi settimanalmente certifica. Da tempo abbiamo messo in guardia sul clima crescente di tensione nelle carceri del Paese




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