Sono passati 6 anni dalla tragedia che costò la vita a Giovanna Pastoressa, 28 anni, rea solo di essersi trovata nel luogo sbagliato nel momento sbagliato.
Quel luogo era la palestra di Lauria nella quale Giovanna stava concludendo la sua giornata, particando sport che tanto amava; il momento fu quello della trave pesante che si scaraventò sulla struttura. Le macerie della palestra la travolsero e non le lasciarono scampo. Trasportata in condizioni disperate al «San Carlo» di Potenza, morì qualche giorno dopo. Tutto a causa di un volo di 50 metri fatto da parte della copertura di un palazzetto dello sport che finì la sua corsa proprio su quella palestra.
Cosa mai era accaduto per riuscire a sollevare, in una sera di quasi inverno, il pesante tetto di un palasport? Il processo in corso a Lagonegro, che tra i 9 imputati vede coinvolti chi progettò la struttura, chi la realizzò, chi doveva controllare, chi collaudò, sta dimostrando altro. Quella sera la trave del palazzetto si sollevò, ruotò, si staccò dalla struttura, compiendo una rotazione «di circa 70 gradi» e finì il suo volo sulla palestra.
La copertura non presentava i ferri nei pilastri a completamento della struttura per mantenere salda la trave del tetto, che poi si è staccata provocando il disastro. L'assenza di controventi nella porzione di copertura che si è sganciata e la parte superiore delle forcelle, prive di armature metalliche, non hanno consentito alla struttura di sopportare un’azione del vento verso l'alto. La prossima udienza è prevista a gennaio.
lasiritide.it


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