Matera e Potenza in costante arretramento. Questa è la fotografia fornita dal Rapporto Ecosistema Urbano 2025 di Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore sulle performance ambientali dei 106 capoluoghi di provincia italiani riferite ai dati del 2024.
Nella classifica generale della qualità ambientale dei due capoluoghi, Matera scende dall’ 82° posto dello scorso anno al 92° di quest'anno (nel 2023 era al 55° posto). Potenza invece continua lentamente ad arretrare scendendo di quattro posizioni dall’80° posto dello scorso anno all’84° di quest’anno (nel 2023 era al 79° posto). Il punteggio complessivo risulta ben al di sotto della media italiana (pari a 54,24%) sia per Matera, che totalizza un punteggio di 41,99% (lo scorso anno era 48,11%) che per Potenza che segna il 45,62% (lo scordo anno era il 48,55%). Il punteggio, calcolato in centesimi, viene assegnato sulla base dei risultati qualitativi ottenuti nei 19 indicatori considerati da Ecosistema Urbano che coprono 6 aree tematiche: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia. Sintetizzando, quindi, si può dire che la città di Matera rispetto allo scorso anno peggiora notevolmente le proprie performance ambientali, mentre per Potenza l’arretramento è meno marcato ma, comunque, relega il capoluogo regionale nelle retrovie della classifica generale. In generale a Potenza continuano a persistere e si aggravano perenni questioni urbane non risolte. Ci riferiamo alle vecchie problematiche del settore trasporti e mobilità (basso numero di passeggeri del trasporto pubblico, ancora poche piste ciclabili, poche isole pedonali e ZTL, altissimo tasso di motorizzazione), quelle relative alla dispersione idrica ma anche alla situazione impantanata nella gestione dei rifiuti. Scarsa diffusione di impianti pubblici alimentati da fonti energetiche rinnovabili. Scarsissima presenza di alberi in area urbana. Matera viene penalizzata nel punteggio innanzitutto per la mancata fornitura di molti dati ma anche per l’assenza di dati sulla qualità dell’aria (a causa di mancanza di centraline di monitoraggio) e per la bassa disponibilità di verde urbano accessibile. Continuano ad essere insoddisfacenti i dati per entrambe le città sul consumo di suolo. In generale è possibile evidenziare ancora tante criticità nell'adozione di modelli di gestione urbana di qualità. Analizzando nello specifico i parametri presi in esame, per quanto riguarda la qualità dell'aria (biossido di azoto, polveri sottili e ozono), poiché Ecosistema Urbano 2025 utilizza solo dati delle centraline ARPA, inevitabilmente i dati relativi ai parametri considerati per la città di Matera non risultano disponibili, a differenza dello scorso anno. Se in passato la capacità delle amministrazioni di monitorare autonomamente la qualità dell'aria ha rappresentato un elemento innovativo e di attenzione al territorio, la scelta di attingere ai dati ARPA risponde oggi alla necessità di ottenere dati sempre più comparabili. Anche in questa edizione, dunque, alcune città, come appunto Matera, sono state penalizzate dalla mancanza di centraline ARPA regionali, anche se si è cercato di ridurre l’impatto di questo cambiamento non assegnando loro i malus di mancata risposta. Tuttavia, il tema della mancanza di centraline ARPAB a Matera è una questione di grande rilevanza che va assolutamente affrontata. Potenza, invece, registra dati di qualità dell'aria, per quanto riguarda Biossido di Azoto, Ozono e PM10, tutti inferiori ai valori limite di riferimento della normativa italiana, ma non c'è nessun dato relativo ai valori di PM2,5. Anche rispetto ai nuovi valori guida OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) – più restrittivi rispetto alle norme UE – i valori riscontrati di PM10 risultano a Potenza solo leggermente superiori ai limiti, comunque in miglioramento rispetto allo scorso anno. Grande attenzione andrà in ogni caso sempre posta in futuro ai livelli raggiunti dalle polveri sottili (considerando soprattutto che quelle più fini sono al momento non monitorate nelle nostre città) ma anche dall’ozono, visto che a Potenza il numero dei superamenti annuali di questo inquinante è 37, inferiore certo al limite di 50, ma comunque elevato. Per quanto riguarda la gestione della risorsa idrica, sia Potenza che Matera non hanno presentato dati. Tuttavia, almeno per Potenza altre fonti di dati continuano ad indicare un livello di dispersione idrica sempre intorno al 70% enormemente sopra la media nazionale del 36%. A Potenza quasi i due terzi dell'acqua immessa in rete viene quindi dispersa, cioè non consumata per usi civili (domestici, servizi, usi pubblici e usi gratuiti), industriali e agricoli. Sono quindi implicitamente considerate, insieme alle vere e proprie perdite fisiche, tutte le altre dispersioni dovute al cattivo funzionamento della rete, agli eventuali sversamenti e sfori nei serbatoi, alla mancata fatturazione e non contabilizzazione come gratuita, ai furti e ai prelievi abusivi. Matera non ha presentato dati sulla dispersione idrica. Nel settore rifiuti emergono dati positivi in relazione alla produzione pro-capite che sia a Matera che a Potenza rimane nettamente inferiore alla media nazionale seppure in leggera crescita a Potenza rispetto allo scorso anno. Nessuna variazione di rilievo sul dato della raccolta differenziata a Matera (71,1% come lo scorso anno) e in lento e inesorabile calo a Potenza (60%, quasi un punto percentuale in meno rispetto allo scorso anno). Nella classifica relativa ai passeggeri del trasporto pubblico Potenza è nelle posizioni basse di classifica con 15 viaggi/abitante all'anno sul trasporto pubblico (la media nazionale è 73), dato analogo a quello dello scorso anno. Matera non ha fornito dati su questo parametro. Così come non cambia il dato sull' offerta del trasporto pubblico a Potenza pari a 21 km percorsi annualmente dalle vetture per ogni abitante residente, in linea con il dato medio delle piccole città capoluogo italiane. Anche per questo parametro Matera non ha fornito dati. Lo scorso anno a Potenza il Rapporto aveva invece evidenziato una crescita dell’offerta di trasporto pubblico con una riduzione dei passeggeri: pertanto quest’anno non si riscontra alcuna variazione dell’offerta e il numero dei passeggeri resta invariato. Per quanto riguarda le piste ciclabili Potenza dichiara un dato pari a 4,1 metri di infrastrutture per la ciclabilità ogni 100 abitanti, dato positivo rispetto allo scorso anno (era pari a 0) ma ancora molto inferiore alla media nazionale di 10,39. Matera non ha risposto (lo scorso anno dichiarava 1,75 metri di piste ciclabili ogni 100 abitanti). Aumentano le isole pedonali a Potenza con un dato pari a 28,1 metri quadrati per 100 abitanti (lo scorso anno erano 12,4). Ma la media nazionale è 48,6. Anche in questo caso non è stato fornito il dato per Matera. Entrambe le città non rispondono sull'estensione delle Zone a Traffico Limitato. Nel sistema dei trasporti urbano e della mobilità cittadina, Potenza persiste nella sua poco invidiabile performance relativa all'altissimo tasso di motorizzazione pari a 80 auto ogni 100 abitanti, che continua ad essere tra i peggiori in Italia ed è addirittura in aumento, mentre Matera va un po' meglio con 67 auto ogni 100 abitanti, leggermente al di sotto della media nazionale che è comunque altissima se confrontata su base europea.
Male Potenza sulla diffusione di impianti pubblici alimentati da fonti energetiche rinnovabili con un dato dichiarato pari a poco più di 2 kw per 1000 abitanti largamente insufficienti e inferiori alla media nazionale (pari a quasi 7 kw per 1000 abitanti). In sostanza a Potenza ci sono non più di 130 kw di potenza energetica pulita installata che alimenta impianti pubblici: davvero pochi. Matera invece non fornisce dati aggiornati. Il numero di alberi (effettivamente presenti nelle aree urbane) della città di Matera è pari a 18 alberi ogni 100 abitanti, uguale al dato dello scorso anno e sotto la media nazionale. Potenza invece dichiara 5 alberi ogni 100 abitanti, uno dei dati più negativi in assoluto in Italia (peggio fanno solo Napoli e Siracusa).
I dati ISTAT sulla disponibilità di verde urbano accessibile si riferiscono al patrimonio di aree verdi presenti sul territorio comunale e gestite, direttamente o indirettamente, da enti pubblici, destinate prevalentemente alla fruizione diretta da parte dei cittadini. Sono considerate "aree verdi accessibili" quelle gestite da enti pubblici e disponibili per l’uso della collettività, comprese: verde storico, parchi urbani, verde attrezzato, arredo urbano, giardini scolastici, orti urbani, orti botanici, aree sportive all’aperto, giardini zoologici e cimiteri.
Sono invece escluse dal conteggio le aree boschive, le zone di forestazione urbana, le aree incolte e altre tipologie di verde non attrezzato. Secondo l’ultima rilevazione ISTAT disponibile, riferita al 2023, a Potenza ci sono 27,9 m2 per abitante di verde urbano accessibile, a Matera 12,9 m2 per abitante.
La media nazionale è 21,33. In relazione invece al parametro uso efficiente del suolo è opportuno evidenziare che le due città capoluogo benché in netto arretramento sul piano della tendenza demografica (Matera da almeno 10 anni, Potenza da oltre 20 anni), non abbiano comunque registrato una conseguente e coerente riduzione del consumo di suolo. Pertanto, sia Potenza che Matera presentano valori non soddisfacenti sia rispetto al parametro di uso efficiente del suolo, che valuta i cambiamenti di consumo di suolo e i livelli di urbanizzazione in relazione alla variazione di residenti (dati ISPRA 2023), che rispetto al parametro variazione consumo di suolo pro capite nel quinquennio 2018-2023, che indica, quindi, una crescita di consumo di suolo nei capoluoghi a fronte di un calo del numero degli abitanti. L’aspetto positivo è che rispetto ai dati precedenti c’è una tendenza ad un miglioramento nell’uso efficiente del suolo e anche una riduzione del tasso di consumo di suolo che, pur restando elevato, è in leggero arretramento a Matera (da 15,94 metri quadrati per abitante nel quinquennio 2017-2022, a 15,4 mq/abitante nel quinquennio 2018-2023) e più consistente a Potenza (da 16,3 a 13,3 metri quadrati per abitante). In ogni caso, a dispetto della evidente crisi demografica, le due città tardano a sviluppare strategie urbane di adattamento che contemplino da un lato l’arresto dei processi di nuova urbanizzazione, e dall’altro la depavimentazione di superfici, con ripristino delle funzioni del suolo vegetato anche all’interno del tessuto insediativo, come parte sostanziale degli interventi di rigenerazione urbana, oltre che di adattamento climatico. Peraltro, le due città hanno subito, come denunciato più volte da Legambiente, l’uso distorto che si è fatto della legge regionale 25/2009 (poi modificata dalla legge 25/2012), il cosiddetto “Piano Casa” la cui applicazione ha spesso alimentato ambiguità normative tra Regione e Comuni e conflitti con gli strumenti urbanistici comunali, svilendo la pianificazione urbanistica, a vantaggio di iniziative private, mettendo a rischio le stesse finalità di riqualificazione del patrimonio edilizio che la legge si prefiggeva, alimentando nel contempo il consumo di suolo. A tal fine Legambiente ha chiesto modifiche alla legge regionale, per restituire centralità alle comunità locali e alle loro amministrazioni e avviare reali politiche di rigenerazione urbana, nell’obiettivo generale di adeguare le nostre città ai nuovi fabbisogni e alle nuove forme di qualità della vita, qualità intesa come contrasto agli effetti del cambiamento climatico, lotta alla povertà energetica e al dissesto idrogeologico, promozione di una nuova mobilità e diffusione dei servizi sul territorio. “I numeri di Ecosistema Urbano 2025 – dichiara Antonio Lanorte, Presidente di Legambiente Basilicata - delineano una condizione di generale arretramento della qualità ambientale urbana dei due capoluoghi lucani che dovrebbero, invece, rappresentare i principali laboratori potenziali di rigenerazione urbana, ma, al contrario, non appaiono affatto modelli di riferimento per una gestione urbana di qualità, paralizzati da alcune emergenze croniche”. "Il Rapporto Ecosistema Urbano 2025 – sostiene Valeria Tempone, Direttrice di Legambiente Basilicata - rappresenta per Matera un ulteriore allarmante segnale di peggioramento delle performance ambientali. Emergono palesi le criticità legate alla carenza di dati sulla qualità dell’aria per mancanza di centraline ARPAB, alla scarsa disponibilità di verde urbano, ad un approccio non sostenibile dell’uso del suolo. Preoccupante è anche l’incapacità dell’amministrazione comunale di fornire dati su tanti parametri come trasporto pubblico e mobilità, gestione idrica, diffusione del solare termico e fotovoltaico pubblico”. “Potenza - continua Tempone – continua ad apparire una città in declino che non riesce a dotarsi di una programmazione di medio-lungo periodo e non sfrutta le opportunità di strumenti finanziari disponibili per attuare le politiche ambientali e ripensare la mobilità sostenibile, la corretta gestione dei rifiuti, la forestazione urbana e la tutela delle aree verdi, il ciclo integrato delle acque (affrontando con decisione il tema dell’esorbitante dispersione idrica), lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, la rigenerazione urbana di qualità anche per attuare politiche di adattamento ai cambiamenti climatici”.