La vicenda di Luca Ventre, il 35enne italiano morto il 1° gennaio 2021 a Montevideo dopo essere stato immobilizzato nell’ambasciata italiana, non può e non deve essere dimenticata. La decisione del Giudice per le Indagini Preliminari di confermare l’archiviazione del procedimento in Italia sancisce l’impossibilità di procedere penalmente contro gli indagati perchè assenti dal territorio nazionale.
Un esito che lascia un senso di profonda amarezza e solleva domande inquietanti sul ruolo e sulla responsabilità delle istituzioni. Come hanno denunciato con forza la madre di Luca, Palma Roseti, il padre, Mario Ventre e la famiglia, la strada verso la giustizia appare lunga, tortuosa e ostacolata. Nuove prove, video e registrazioni audio, confermano chiaramente che Luca non opponeva resistenza e che l’azione dell’agente uruguaiano Ruben Eduardo Dos Santos Ruiz ha causato un’asfissia meccanica prolungata, fatale. Eppure, la magistratura italiana si è trovata a dover dichiarare improcedibile il caso, lasciando impunito chi ha tolto la vita a un cittadino italiano. Libera e Articolo 21 denunciano con forza questa situazione: non può esserci civiltà quando la giustizia si arresta davanti ai confini geografici, e non può esserci credibilità delle istituzioni quando chi subisce un torto resta solo nella sua battaglia. Ancora più grave è il silenzio vergognoso delle istituzioni, che troppo spesso hanno ignorato le richieste di sostegno e intervento da parte dei familiari, lasciando una donna e un uomo soli di fronte alla perdita del proprio figlio e alla negazione della verità. L’archiviazione non può significare indifferenza.
I familiari di Luca, con coraggio e determinazione, continuano a chiedere verità e giustizia: occorre sostenerli, amplificare la loro voce e trasformare la battaglia privata in una questione di responsabilità collettiva. È urgente che lo Stato, le istituzioni e le autorità diplomatiche facciano tutto il possibile per garantire che la verità emerga, che chi ha commesso il torto risponda e che non resti nessuno solo di fronte alla violenza. Libera e Articolo 21 ribadiscono la propria solidarietà alla famiglia Ventre e invitano la società civile a non abbassare lo sguardo: la memoria di Luca e la sua battaglia per la giustizia sono un monito per tutti. Non ci rassegniamo a un “improcedibile” che significa, di fatto, impunità.
Non cederemo di fronte al silenzio e all’inerzia delle istituzioni. La giustizia per Luca Ventre è anche giustizia per tutti noi.
Coordinameto Libera Basilicata e presidio lucano Articolo 21