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A Castelmezzano si prova un nuovo miracolo con la ‘Slittovia’

19/03/2025



Un’idea nata dal nulla, che ha cambiato la storia non di uno solo ma di ben due comuni, impreziositi dai panorami mozzafiato offerti dalle Dolomiti lucane. Ci riferiamo al famoso Volo dell’angelo, attrattore tra Castelmezzano e Pietraportosa, i cui effetti sulle economie locali sono stati dirompenti tanto che, ormai da quasi 20 anni, entrambe le comunà registrano rilevanti tassi di crescita. Un’esperienza divenuta nota in tutto il mondo e che ha reso le due piccole realtà tra le migliori per il turismo di comunità.  Adesso, però, la stessa storia, potrebbe ripetersi.


Ormai ci siamo e il prossimo 25 aprile, a Castelmezzano, verrà inaugurata la Slittovia: secondo attrattore del borgo. Risale a 18 anni fa il battesimo del Volo dell’angelo, che permette di planare in sicurezza imbracati su un cavo d’acciaio lungo 1.550 metri, che collega le due stazioni di partenza e arrivo situate, appunto, a Pietrapertosa e Castelmezzano. 


“Ci accingiamo a dare il via alla Slittovia delle Dolomiti lucane: uno slittino su rotaie su una pista lunga 1.180 metri, con un dislivello di 170 metri dalla partenza a monte, per arrivare a valle”.


Nel corso de ‘La terra mi tiene’, rubrica della Regione Basilicata, Nicola Valluzzi, sindaco di Castelmezzano, ha parlato proprio del nuovo attrattore che sta per entrare in funzione e che stavolta interesserà solo il Comune che guida.



“Un percorso fra i più spettacolari e veloci - ha aggiunto il primo cittadino - con pendenza media del 46 per cento ed una massima del 65, con una velocità massima è di 40 km/h. Un’offerta che si apre a nuovi fruitori, le famiglie, e non solo a giovani temerari legati all’outdoor. Può essere sperimentato dai bambini accompagnati già dai 4 anni e, da soli, dai 9 anni”.


Tutto ebbe inizio nell’ormai lontano 2007, con l’inaugurazione del primo attrattore che avrebbe rivoluzionato la vita del borgo.


“In questi 18 anni è cambiata la storia del nostro territorio e della nostra comunità - ha ricordato Valluzzi - che, nel tempo, non aveva più una vocazione agricola. Senza dimenticare lo spopolamento. Ma in questi 18 anni abbiamo assistito ad una riconversione. Quando divenni sindaco per la prima volta, nel 1999, stava per chiudere l’ultima macelleria, c’erano tre bar, due negozi di generi alimentari ed un albergo in avanzato stato di abbandono. Oggi, pensando alla sola ospitalità diffusa, tra b&b, affittacamere o case vacanza, contiamo oltre 450 posti letto. Nel centro storico abbiamo due alberghi e otto ristoranti. Poi abbiamo due agriturismi, wine bar, piuttosto negozi di vendita di souvenir e prodotti tipici. Insomma, quasi ogni famiglia ha un’entrata legata al turismo. E questo ha permesso che, nel 2022, la Wto, l’Organizzazione mondiale del turismo, e la Fao, segnalassero Castelmezzano come una delle migliori 10 esperienze al mondo di turismo comunitario”.



Le luci della ribalta internazionale sono molto antecedenti: nel 2017, la testata britannica ‘The Telegraph’, inserì Castelmezzano nei 19 borghi più belli d’Italia raccomandandone la visita e descrivendolo come un posto incredibile, “progettato non da un urbanista ma da un gigante che ha preso un agglomerato di casette e le ha messe tra le rocce”. Il giornalista Lee Marshall citò ovviamente il Volo dell’angelo, consigliandolo ai più coraggiosi e avventurieri per spostarsi fino a Pietrapertosa, l’altro borgo lucano nato sulla roccia.


Castelmezzano è un comune in provincia di Potenza, incastonato nelle Dolomiti Lucane a 750 metri sul livello del mare, abitato da 700 anime e la cui bellezza, come quella di Pietrapertosa, ha ispirato film e serie televisive.



L’arrivo nel piccolo borgo è alquanto inusuale perché vi si entra da una galleria scavata nella roccia dopo aver superato una spettacolare gola, all’uscita dalla galleria Castelmezzano appare come un piccolo presepe arroccato e protetto dalle Dolomiti lucane.


La struttura urbana è tipicamente medievale, un agglomerato concentrico di case con tetti a lastre di pietra arenaria incastrate in una conca rocciosa. Passeggiare per il centro storico è particolarmente suggestivo per la presenza delle costruzioni inserite nella nuda roccia, per le numerose scale ripide che si aprono tra i vicoli e che invitano a salire alle vette sovrastanti e godere dei meravigliosi panorami delle Dolomiti lucane. Proprio questo rapporto equilibrato del centro abitato con le componenti naturali, rispettando il paesaggio circostante, ha permesso a Castelmezzano di essere definita città-natura ed inserita nel club de I borghi più belli d’Italia.


Con il suo territorio rientra nell’area del Parco di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane che offre oltre alle incontaminate bellezze paesaggistiche, tracce di una storia millenaria per la presenza delle mura megalitiche dell’insediamento lucano di Croccia Cognato del IV secolo avanti Cristo. 


Ogni anno, a settembre, in occasione delle celebrazioni religiose in onore di Sant’Antonio, si rivive una delle tradizioni più antiche: la festa del “Maggio”, che rappresenta un inno alla fertilità della terra, attraverso il rituale dell’unione di un tronco di cerro e di una cima di agrifoglio festosamente trasportati dal bosco al paese, il primo trainato da coppie di buoi, la seconda a spalla dai giovani del paese. Il trasporto processionale dei due alberi è sicuramente la fase più spettacolare e coinvolgente che permette alla folla di diventare parte integrante del rito nuziale. La festa termina in paese dove cima e tronco vengono uniti, innalzati e scalati da parte degli abitanti più arditi. Celebrazioni molto simili e con lo stesso significato simbolico si celebrano in altri centri limitrofi, come Accettura, Oliveto Lucano e la stessa Pietrapertosa.


 


Gianfranco Aurilio


Lasiriride.it




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