Sono trascorsi ormai più di tre anni da quel 15 novembre del 2021, quando il centro storico del Comune di Castronuovo di Sant’Andrea fu sconvolto da una terribile frana che provocò lo sgombero di diverse abitazioni in via Roma, per un totale di 13 famiglie sfollate - composte anche da persone anziane e disabili - costrette ad alloggiare da parenti, amici o nelle case in campagna. Per fortuna non ci furono vittime, ma un intero vicinato sta ancora attendendo di rientrare a casa. Oggi, però, le famiglie sono 12 vista la morte di una proprietaria, inoltre, nello spazio di pochi mesi, è deceduta anche una coppia di coniugi che ha lasciato la figlia: per tutti i defunti, purtroppo, la speranza di rientrare è ormai vanificata. Nell’attesa di arrivare ad una soluzione definitiva, nell’immediato, la Regione aveva stanziato oltre 200mila euro in somma urgenza: fondi utilizzati per la rimozione dei detriti e per effettuare uno studio, affidato anche alla Scuola di Ingegneria dell’Università di Basilicata, per capire le opere da realizzare per la messa in sicurezza, per rilievi, sondaggi e indagini geognostiche.
Tuttavia, per uscire dall’incubo, ancora nulla di concreto si è mosso nonostante, nello scorso novembre, il governatore Vito Bardi avesse annunciato un finanziamento di 12,4 milioni di euro - sulla base di un progetto trasmesso nel 2022 - per interventi di consolidamento dell’area che comprende via Roma e via Giardini, e lo aveva fatto a margine di una visita a Castronuovo per l’inaugurazione della mostra dedicata alla rivista parigina ‘L’Estampe Moderne 1897-1899’, visitabile fino a domani al Mig, il Museo internazionale della grafica. “Il finanziamento - spiegava una nota diffusa dall’ufficio stampa della Giunta lucana - deriva dall’Accordo di coesione, con i fondi destinati al dissesto idrogeologico: Il paese rientra nella graduatoria Rendis che comprende, in totale, 35 milioni di euro assegnati alla Basilicata”.
Nel mese di settembre dello scorso anno, i cittadini avevano anche inviato una lettera aperta alle istituzioni per sollecitare un intervento concreto, chiedendo che la vicenda non rimanesse irrisolta. La missiva era indirizzata ai vertici della Regione Basilicata, al Ministero, all'Autorità nazionale anticorruzione, al sindaco e al prefetto, con l'auspicio di sbloccare l’immobilismo che aveva caratterizzato la situazione. A peggiorare ulteriormente una situazione di per sé già insostenibile c’è il problema dei ristori, ancora attesi nonostante siano stati previsti dalla Regione anche per le famiglie sfrattate che provvedano autonomamente.
Gianfranco Aurilio
Lasiritide.it