“Ogni volta che il governo ha impugnato leggi regionali noi ci siamo costituiti ed a volte abbiamo vinto. Intanto non abbiamo dato corso alla norma come è giusto che sia perché bisogna avere il giusto rispetto istituzionale ”.
Così Roberto Occhiuto, presidente della Calabria, ha commentato la notizia del ricorso alla Consulta contro la legge regionale che limita l'attività della Centrale del Mercure da parte del Governo Meloni, su iniziativa del ministro degli Affari regionale Calderoli, precisando come i rapporti con quest’ultimo “siano cambiati”. La norma Laghi prevede, dall'entrata in vigore, un periodo massimo di 6 mesi per l’adeguamento di impianti a biomassa in esercizio nei parchi naturali calabresi di potenza superiore ai 10 Mw termici. La centrale del Mercure attualmente sviluppa una potenza lorda di 41 Mw elettrici, pari a circa 10 Mw termici.
“Rimango assolutamente convinto che nel parco più bello d’Europa una centrale elettrica a biomasse non ci dovrebbe stare – ha aggiunto il governatore – ed ho già detto ai sindaci l’anno scorso, quando facemmo la delibera, di essere disponibili a sostituire le royalties di Sorgenia per interventi a favore del parco che promuovessero ambiente e turismo”.
Quindi Occhiuto ha parlato dei livelli occupazionali: “I dipendenti della centrale sono sostanzialmente 22. Poi ci sono le imprese che portano il loro materiale nella centrale a biomasse, ma ci sono altre centrali a biomasse in Calabria che importano il 50% del materiale che utilizzano: quindi, evidentemente, il mercato in Calabria ci sarebbe anche per questa impresa. La verità è che c’è una grossa azienda, che è Sorgenia, che giustamente fa il suo lavoro difendendo gli investimenti che in passato sono stati consentiti in un parco, che secondo me non doveva accogliere un investimento del genere”. Dal fronte del “no” sono arrivate le note dell’associazione Radar e del Forum Gioia, ma anche da quello del “sì” non si sono fatte attendere le reazioni alla decisione del Consiglio dei ministri.
“Avremmo voluto illustrarle i dati di Arpacal (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) e dell’Osservatorio Ambientale sulla qualità dell’aria della Valle del Mercure (tra le più salubri d’Europa), oltre che dimostrarle come la norma approvata fosse palesemente in contrasto con la Costituzione. Invece, ciò che abbiamo ricevuto è stato un atteggiamento di spocchia e sbeffeggiamento verso persone che manifestavano per il loro diritto al lavoro e alla dignità. Lei ha preferito ignorare il dialogo, fuggire dal confronto e assumere posizioni contraddittorie su temi ambientali, come dimostrano le sue posizioni altalenanti sul rigassificatore di Gioia Tauro e sulla questione Mercure”, si legge in un passaggio di in duro post pubblicato via social di Paolo Pappaterra, sindaco di Mormanno. “Il Governo Nazionale ha impugnato dinanzi alla Corte Costituzionale quella norma - ha aggiunto Pappaterra - un gesto che rappresenta non solo uno schiaffo a lei e alla sua maggioranza, ma una dimostrazione della fondatezza delle nostre preoccupazioni. Dinanzi a tale scenario, le chiedo pubblicamente di scusarsi con i lavoratori, le imprese, i Sindaci e con tutti i calabresi per il suo atteggiamento irrispettoso e offensivo. Di far convocare un Consiglio Regionale straordinario per procedere all’immediata cancellazione di questa norma incostituzionale. Di dimostrare, con fatti concreti, il suo reale interesse per il futuro della Calabria, che passa per il rispetto della legge e dei principi costituzionali. Presidente, la legge è uguale per tutti, anche per lei. Si può fare tutto, ma sempre nel rispetto delle regole e con la dignità ed umiltà che il suo ruolo istituzionale richiede”.
Dalla Basilicata si è espresso Paolo Campanella, sindaco di Castelluccio Inferiore.
“Era chiaro sarebbe avvenuto, in quanto c’erano tutti i presupposti di metodo e di merito affinché la norma fosse impugnata e lo avevamo fatto presente ad Occhiuto, che però non ha voluto ascoltarci”, ha osservato Campanella.
“Si continua a parlare di inquinamento nonostante le relazioni dell’Osservatorio ambientale dicano il contrario - aggiunge Campanella - e si seguita a parlare dei 22 dipendenti di Sorgenia, ignorando volontariamente le 42 aziende del consorzio che lavorano nella filiera del legno dando occupazione a 1.500 persone. Una filiera da noi colpevolmente sottovalutata anni fa, ma che arriva a fatturare tra i 40 ed i 50 milioni di euro l’anno senza danneggiare l’ambiente. Inoltre, continuo ad insistere circa la possibilità che la centrale possa coesistere anche con il turismo e lo dimostra la crescita dei flussi, in un anno, addirittura del 30 per cento. Eppure continuano le prese di posizione di chi non vuole capire, mentre noi siamo molto soddisfatti di come si stia muovendo la Regione Basilicata, con in testa il presidente Bardi assieme agli assessori Mongiello e Cupparo”.
Gianfranco Aurilio
Lasiritide.it
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