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Fp CGIL: ''Sventato contratto truffa per la sanità lucana''

26/01/2025



In Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) è stato sventato il rischio di sottoscrivere un rinnovo contrattuale per il personale del comparto sanità pubblica che in Basilicata coinvolge circa seimila professionisti. Un contratto "beffa" per chi ogni giorno si prende cura della salute delle persone, con aumenti economici ridicoli e nessuna valorizzazione professionale.
Perché non abbiamo firmato questo contratto?
La bozza di contratto collettivo nazionale proposta da Aran non dava risposte alle aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori.
Partiamo dalle risorse. Rimbalzano cifre, tra Aran, ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo e Cisl Fp, Fials e Nursind, le sigle che hanno dichiarato la disponibilità alla firma della preintesa per il rinnovo contrattuale. Loro parlano di somme tra i 150 e i 172 euro. Analizziamo le somme reali: lasciando da parte l’area dell’elevata qualificazione, inserita nel precedente contratto ma rimasta ad oggi sostanzialmente vuota, i professionisti della salute e funzionari (le ex categorie D) avrebbero percepito 135 euro lordi, che avrebbe portato un aumento medio lordo in busta paga, decurtato dell’indennità di vacanza contrattuale già presente nelle buste paga, di soli 45,87 euro. Per gli assistenti (ex C) parliamo di 127 euro sulla carta, con reali aumenti di 48,88 euro; per gli operatori 120 euro, ovvero 50,41 euro; per il personale di supporto di 115 euro, ovvero 49,56 euro. Ovviamente parliamo di cifre lorde. Non dobbiamo dimenticare che il rinnovo contrattuale di cui si parla è quello per il biennio 2022-24 e gli aumenti dovrebbero servire a riconquistare il potere di acquisto dei salari intaccato dall’inflazione. Tra il 2022 e il 2024 il tasso di inflazione è stato del 16,5%. L’incremento contrattuale proposto dal governo per tutto il lavoro pubblico è del 5,75%. Nei rinnovi contrattuali precedenti, seppur le percentuali delle risorse stanziate fossero minori, le stesse erano ben al di sopra dell’inflazione del periodo. Oggi manca oltre il 10% di incremento, e non è affatto poco.
A fronte di risorse esigue per incrementare gli stipendi, il contratto non prevedeva nessuna risposta sulle indennità ma un evidente messaggio ai lavoratori che per guadagnare di più è necessario lavorare di più. Inutile rimarcare che parliamo di personale che, a causa di croniche carenze, ha già turni di lavoro insostenibili, che in molti casi impediscono il corretto utilizzo delle ferie e dei riposi e, in tanti casi, centinaia di ore di surplus lavorativo. Il contratto conteneva un inaccettabile incremento mascherato dell’orario di lavoro in un comparto già afflitto da condizioni di lavoro insopportabili. Non ci sarebbero stati strumenti sufficienti per la valorizzazione di carriera dei professionisti e l'introduzione dell'assistente infermiere, così come proposta, sarebbe servita solo a ridurre la qualità dell'assistenza e il costo del lavoro, reintroducendo una specie di infermiere generico, con contestuale mortificazione degli infermieri e degli stessi Oss, che si vedono sfumare la possibilità di valorizzazione professionale. Nessuna risposta per l'autista soccorritore e il mediatore culturale.
Un testo che avrebbe alimentato la conflittualità dentro le aziende, non portando soluzioni su mensa, retribuzione nelle ferie e orario di lavoro. Le risorse per incrementare il sistema delle indennità condizioni di lavoro? Del tutto insufficienti: i soldi che sarebbero andati nei fondi per finanziare le indennità e lo sviluppo di carriera (progressioni verticali e orizzontali) sarebbero stati 172 euro all'anno contro i 324 euro annui pro-capite del precedente contratto.
Le risorse per lo sviluppo professionale? Non c'erano. In assenza delle risorse necessarie alle progressioni verticali la proroga fino al 31 dicembre 2026 dell’istituto è una scatola vuota. Non ci sono risorse aggiuntive per il finanziamento delle elevate qualificazioni: pertanto, l'abbassamento dei requisiti per l'accesso, non può che essere letto come una vera e propria presa in giro.
Nessuna rivalutazione delle progressioni economiche già acquisite né di quelle future.
Nessun incremento del valore degli incarichi professionali e organizzativi (base, media e elevata complessità) né tanto meno il loro finanziamento da contratto nazionale. Gli interim sarebbero stati pagati con la produttività collettiva.
Le risorse per incrementare le indennità professionali? Poche per le professioni sanitarie e sociosanitarie, niente per altri. Le indennità di specificità infermieristica e di tutela del malato sono incrementate, da Legge di Bilancio, rispettivamente di 7,06 euro lordi mensili e di 6,39 dall'1 gennaio per l'area dei professionisti della salute. Una cifra irrisoria. Tutte le altre indennità professionali specifiche e di qualificazione professionale restano invariate. Da più di venticinque anni. L’ incremento dell‘indennità alle ostetriche è una beffa. Se la sarebbero pagata loro e tutti gli altri lavoratori e lavoratrici perché quei soldi sono presi dalle risorse contrattuali. Cosa c’era per il welfare contrattuale e il diritto alla mensa? Assolutamente niente, perché la legge di bilancio ha sancito l'impossibilità di derogare ai tetti di spesa sul salario accessorio di tutti i dipendenti pubblici anche per le risorse da destinare al welfare che verranno quindi sottratte dalla produttività collettiva. Nessun incremento del buono pasto né tanto meno l'eliminazione della quota di 1/5 a carico dei lavoratori.
Inoltre, nessuna risposta per il personale della ricerca e al problema sui Fondi degli Ircss e degli Izs. La parte normativa del Ccnl non prevedeva, inoltre, nessuna risposta per tutti i profili del ruolo amministrativo e tecnico né sullo sviluppo di carriera, né tantomeno sulla parte economica.
Sulle prestazioni orarie aggiuntive sarebbe stata accettata, senza alcun contraddittorio, l'impostazione del governo, “Se vuoi guadagnare di più lavora di più" inserendo un nuovo articolo contrattuale sulle Poa (prestazioni orarie aggiuntive) per le professioni sanitarie che potranno essere effettuate non solo nei casi di carenza d'organico e per l'abbattimento delle liste di attesa ma anche ”per raggiungere obiettivi ulteriori rispetto a quelli assegnati”. I lavoratori, sarebbero stati trattati come dirigenti senza la retribuzione dei dirigenti, sancendo una sostanziale deregolamentazione dell'orario di lavoro del personale del comparto e il superamento sostanziale dei limiti massimi al lavoro straordinario. Nessun incremento dell’indennità oraria di pronta disponibilità ma, per giunta, il superamento per qualsiasi necessità aziendale, compresa la carenza d'organico, del tetto di 7 pronte disponibilità mensili che avevamo conquistato con il Ccnl nel 2021.
Si è tentato, altresì, di introdurre una libera professione farsa, rinunciando definitivamente alla possibilità di vedere riconosciuta per tutti un’indennità di esclusività come per la dirigenza. Non tutti i professionisti possono o vogliono fare la libera professione e la norma sarebbe stato uno specchietto per le allodole che avrebbe riguardato pochissimi e sarebbe servito solo ad aumentare i carichi di lavoro.
Ancora una volta, infine, nessuna risposta alla nostra richiesta di una sezione specifica per il personale delle Arpa.
Altro che occasione mancata, come sta dicendo la Cisl Fp. Altro che svolta storica, come definito questo contratto dalla Fials. Altro che cecità, come asserisce il Nursind, da parte delle organizzazioni che hanno bloccato la svendita dei professionisti della sanità.
Inevitabile continuare la vertenza aperta. Continueremo la nostra battaglia per ottenere, subito, nuove risorse per il Ssn, aprendo una nuova fase con il coinvolgimento delle regioni, per dare le risposte giuste e attese a quelli che venivano definiti gli eroi del covid e oggi sono dimenticati e bistrattati. C’è chi si arrende, come i sindacati che hanno dichiarato di voler sottoscrivere questo contratto, e chi, come la Fp Cgil, lotta per non abbassare l’asticella dei diritti dei lavoratori.
Segretaria generale Fp Cgil Potenza
Giuliana Scarano
Segretario generale Fp Cgil Matera
Massimo Cristallo
Segreteria Fp Cgil Potenza
Sandra Guglielmi Donato Summa




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