Con preoccupazione per la sorte del territorio di Laino, Maria Teresa Armentano, a nome dell’Associazione RADAR, condivide una lettera aperta rivolta ai cittadini e alle istituzioni sulla vicenda della centrale del Mercure. Nelle sue riflessioni, esprime timori per la gestione delle risorse derivanti dalle compensazioni ambientali e per le ripercussioni sull’ambiente e sulla qualità della vita della comunità. La lettera, pur scritta senza intenti polemici, solleva interrogativi su trasparenza, sostenibilità e opportunità di sviluppo per il territorio, con l’auspicio che queste questioni vengano affrontate con chiarezza e responsabilità.
La preoccupazione che nutro per la sorte della nostra Laino mi spinge a rendere pubbliche queste mie riflessioni. Perdonate le mie esternazioni che sono scritte senza malanimo per alcuno, cari concittadini, ma io ho a cuore Laino e non vorrei che fosse svenduta. Ma è ciò che sta avvenendo. Noi riceviamo compensazioni per i danni arrecati al nostro territorio che dovrebbero servire a migliorare le condizioni dell’ambiente in cui viviamo .
Condizioni che si riferiscono non al flusso turistico che è volano importante per il nostro paese ma alla nostra quotidianità. Noi cittadini vogliamo sapere perché una parte delle ingenti risorse delle compensazioni non vengano utilizzate per un monitoraggio indipendente del nostro territorio, monitoraggio reso necessario dal segreto che vige intorno ai dati rilevati dall’Osservatorio ambientale e dall’Arpacal che da tempo non sono più resi noti ai cittadini. Noi sappiamo di respirare ogni giorno particolato sottile, diossina, anidride solforosa e ossidi di azoto perché questo produce una centrale di 35 megawatt che brucia 350 mila ton. di biomassa all’anno.
Una quantità enorme che potrebbe essere ridotta se la centrale fosse ridimensionata a 10 megawatt senza perdita di posti di lavoro di abitanti del territorio. Noi vogliamo sapere perché questi soldi non sono stati utilizzati per creare attività alternative alla centrale e nuovi posti di lavoro nella filiera del legno (cartiere, fabbriche di imballaggi, pannelli etc..)Perché Castelluccio superiore ha creato con le ERBE del Pollino una fiorente industria cosmetica che impiega molte persone , più di quelle impiegate in centrale, e noi invece ci limitiamo ad abbellire il paese con i murales.
Ottimo progetto che richiama turisti ma molti di più ne richiama il rafting e ne richiamerà per il futuro il parco archeologico di LAOS . Noi stiamo deliberatamente alterando con l’inquinamento prodotto dalla centrale la bellezza del nostro paesaggio e l’ambiente che ci circonda. Come pensate che tali opportunità possano coesistere con una centrale che bruci tonnellate di cippato ? Noi vogliamo conoscere i nomi e la provenienza dei 1500 lavoratori che con il ridimensionamento della centrale perderebbero il lavoro. Chi sono le 1500 famiglie ridotte al lastrico danneggiate da una centrale ridimensionata a 10 megawatt ? Dove sono le 1500 famiglie? Non a Laino Borgo e Castello.