La vertenza Stellantis «deve arrivare a Palazzo Chigi: non si può più perdere tempo. Serve l'intervento del governo».
La chiamata arriva da Melfi, in un’assemblea pubblica affollata da lavoratori, gente comune e amministratori, ed è un grido d’allarme disperato: perché «qui di Stellantis si vive». L’intervento dell’assessore lucano allo Sviluppo economico, Francesco Cupparo, ha provato ad allontanare i fantasmi: «Ho ricevuto rassicurazioni dal direttore dello stabilimento» che attualmente conta circa 5.300 persone. Ma tra i rappresentanti sindacali e soprattutto tra le decine di lavoratori e loro famigliari, che hanno assiepato gli spalti della sala consiliare del Comune di Melfi, il sentimento prevalente è stata la paura, a cui si è aggiunta la rabbia per le notizie sulla «faraonica buonuscita» dell’ormai ex amministratore delegato, Carlos Tavares. Perché a Melfi (circa 15 mila abitanti) e nei comuni del Vulture-Melfese, a nord della Basilicata, sono tante le «famiglie Stellantis».
Padre e figlio, fratello e sorella, marito e moglie, fidanzati prossimi al matrimonio: sono diverse le combinazioni di chi, partendo dall’insediamento della Fiat a inizio anni Novanta, ha deciso di fare famiglia, accendere un mutuo o più semplicemente vivere la propria vita dove è nato proprio grazie al lavoro nello stabilimento più importante della regione o nel suo indotto.
«Anche in passato - raccontano i più esperti - ci sono stati tanti momenti di preoccupazione per questa fabbrica, che tuttavia è sempre riuscita a trovare nuova linfa, ma ora il futuro pare davvero tutto nero, soprattutto per i più giovani». Nel 2024 nello stabilimento lucano di Stellantis si è lavorato molto poco: in alcuni mesi anche solo due-tre giorni e le giornate di cassa integrazione hanno ampiamente superato quota 100. Ancora più disperata la situazione nell’indotto, con tanti addetti già licenziati e molti altri che attendono solo di ricevere una lettera che porrà la parola fine al lavoro di anni.
Clima teso anche in altri importanti stabilimenti della galassia italiana di Stellantis. A Cassino, i lavoratori dei sottoservizi hanno bloccato il cancello 4, quello dell’ingresso delle merci e l’azienda ha dichiarato il «senza lavoro» per la mancanza di pezzi necessari per produrre le Maserati Grecale, le Alfa Romeo Giulia e Stelvio che vengono realizzate sulle linee dello stabilimento in provincia di Frosinone. Nel Napoletano, invece, a Pomigliano, la produzione si è fermata a causa della protesta dei lavoratori della Trasnova, un’azienda a cui Stellantis non ha ancora rinnovato la commessa: i lavoratori hanno deciso di trascorrere la seconda notte davanti ai cancelli.