Addio a Giuseppe Di Bello.'Non tacete, è un'esortazione che vi faccio col cuore'
23/11/2024
Te ne sei andato nel giorno di due anniversari importanti: il terremoto del 1980 e la marcia dei 100mila a Scanzano Jonico contro il deposito unico di scorie nucleari. Te ne sei andato all’improvviso, dopo che fino alla fine hai partecipato attivamente ad un’altra grande, assurda, necessaria battaglia: quella per chiedere verità sulle cause della grande emergenza idrica che da mesi sta martoriando un’area di quella regione che sullo stemma ufficiale ha 4 fiumi.
E tu, caro Giuseppe Di Bello, da una vita e per una vita hai lottato per salvaguardare la ricchezza più grande che abbiamo: l’acqua. Proprio per questo nel 2010 ti toccò il martirio più incomprensibile e inaccettabile, come ci raccontasti nel 2020 nella bella intervista rilasciata a Gianfranco Aurilio. (clicca qui per leggerla)
«Da tenente della Polizia Provinciale io avevo preannunciato la moria dei pesci e le acque rosse del “Pertusillo” perché avevo il desiderio di compiere al meglio il mio dovere. Per questo mi ero messo in ferie e mi ero pagato le analisi, proprio per cercare di offrire un servizio alla Comunità che mi pagava lo stipendio. Ma invece che ricevere un premio, sono stato denunciato con tutto quanto ne è seguito: ovvero, con un’assegnazione al museo che sarebbe dovuta essere temporanea, quindi per pochi giorni. Ma quei pochi giorni sono durati 10 anni.Mi sono state negate le opportunità che sono state concesse ad altri. Basti pensare che i miei colleghi sono potuti diventare anche comandanti della Polizia Municipale di vari Comuni, accrescendo anche i loro stipendi. Io, invece, ho visto decurtato il mio per dieci anni e mi sono state impedite le progressioni di carriera anche all’interno della stessa Polizia Provinciale o della Polizia Ambientale.
Ho atteso fiducioso per tutto questo tempo vincendo anche due volte in Cassazione e mi è toccato rientrare anche in condizioni straordinarie, ovvero per l’emergenza coronavirus. Adesso la vertenza proseguirà davanti al Giudice Lavoro perché in questi anni mi hanno messo in ginocchio, senza nemmeno assistenza legale perché per l’avvocato ho dovuto vedermela da solo».
Poi era arrivata anche un’altra delusione. Dal più votato alle regionarie del Movimento 5 Stelle nel 2013, all'annullamento del risultato per la condanna in primo grado a due mesi e 20 giorni per rivelazione di segreto d’ufficio, perché avevi fatto trapelare i risultati dei campionamenti dell’invaso del Pertusillo e denunciato (fuori dall’orario di lavoro) l’inquinamento delle sue terre.
Chiedemmo lumi, dopo l’assoluzione di Di Bello, direttamente a Luigi Di Maio, in Basilicata assieme agli altri big del Movimento 5 Stelle in occasione del petrolgate che fece dimettere l’allora Ministra Guidi. Di Maio si appellò alle regole del Movimento.
Oggi è il momento del cordoglio. Per molti si apre un vuoto. Per altri, forse, sarà il momento di guardarsi allo specchio e fare i conti con decisioni, mancanze, direzioni sbagliate. Ma a tutti, sicuramente, mancherai Giuseppe.
E come chi agisce nell’instancabile convinzione che le cose debbano poter cambiare, macherai domani più di oggi. Come quel giorno di dieci anni fa (era il 22 novembre del 2014) quando a Senise parlavi di acqua.
E quando, sempore a Senise, esortavi il POPOLO a non abbassare mai la guardia.
Non con i miei soldi. Non con i nostri soldi di don Marcello Cozzi
Parlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua