“Se d’avvero m’ami non raccogliermi”. Con le parole di Angela Ferrara si è aperto il convegno a Cersosimo contro la violenza di genere, organizzato dall’associazione “Progetto Basilicata”, in collaborazione con Domenico Dragonetti. Momenti toccanti, intensi, intervallati da musica e canti a cura del Coro Polifonico Musicanto della Val D’Agri, diretto da Rosa Torraca e Maria Sarli. Una quarantina di artisti hanno impreziosito l'evento con le loro opere pittoriche, tutte suggestive. Hanno moderato, Mimma Grillo e Concetta Iannibelli. Il sindaco dell’antica comunità di Cersosimo, Domenica Paglia, ha ringraziato l’Associazione e i presenti, davvero tanti, giunti dai comuni della Regione e dalla vicina Calabria. Saluti istituzionali sentiti, considerato il tema e il luogo, ma anche per la ricca eredità culturale e umana lasciate da Angela Ferrara, donna di grande esempio, umanità, passione, di quell’amore contagioso e infinito per i bambini e gli anziani.
Queste le prime parole del primo cittadino. La ricordo, continua, sotto il pino, circondata da tanti piccoli con la sua amata chitarra e il suo magnifico sorriso largo, luminoso. E’ ancora una di noi, dice il sindaco, e noi la ricordiamo quotidianamente attraverso le opere, i fatti, la ricordiamo con una scuola aperta da poco per meglio preparare i nostri bambini, ma anche attraverso progetti che parlano della forza e della resilienza delle nostre donne.
Una donna piena di sogni che voleva volare alto. Mimma Grillo e Concetta Iannibelli hanno sottolineato l’importanza dell’evento: un incontro formativo e culturale in ricordo di Angela Ferrara, ma anche una serata che vuole essere la festa dei diritti umani, della famiglia, dei piccoli comuni, dell’amore. Una serata a favore della famiglia e di tutte quelle persone vulnerabili che continuamente inviano messaggi di disagio e di aiuto, tra le mura della propria casa. La violenza contro le donne, si sottolinea, è tra le più gravi violazioni dei diritti umani, un’inaccettabile forma di discriminazione basata sul genere che gli stati devono contrastare con fermezza e severità. Nessuna misura penale, processuale, economica contro la violenza domestica è efficace se non sostenuta da un impegno educativo e formativo. Serve un uovo approccio culturale, dove la prevenzione deve avere un ruolo prioritario, così come l’informazione, soprattutto nelle aree interne, per meglio far conoscere tutti quei diritti a tutela delle persone vulnerabili. Informazione e collaborazione tra i vari attori pubblici e privati , sostengono, potrebbero essere una delle chiavi di volta.
Esperti, donne e uomini del vasto mondo dell’associazionismo, insegnati, studiosi hanno toccato i tanti argomenti di una galassia sociale e comportamentale complessa, quanto difficile, lo ha fatto Angelo Chiorazzo, fondatore di Auxilium che ha voluto ricordare l’amica Angela, il dono di un suo libro con dedica, custodito gelosamente sulla scrivania. Questa è la festa della bellezza, ha voluto precisare. Una ragazza che amava e vedeva le cose in positivo, il bello ovunque. La violenza contro le donne ci chiede impegno costante, quotidiano, continuo. Dobbiamo lavorare tanto ancora, anche se non mancano segnali positivi, donne sempre più protagoniste, come il nostro presidente del Consiglio, e non solo, sono segnali straordinari. In Auxilium, ci tiene a dire, il settantadue per cento dei collaboratori sono donne e tante di loro sono responsabili di area. Poi non trascura un argomento sentito, quello della donna capace di essere mamma e lavoratrice.
Una condizione possibile da favorire, incentivare . Da noi avere un figlio, sottolinea con orgoglio, non è un problema ma una fortuna. Mentre l’indignazione va vista come una valore davanti alle ingiustizie. Floriana Orofino, assessore alle politiche sociali del comune di Episcopia, rimarca il tema della prevenzione, importante per qualsiasi comunità, come per le politiche sociali comunali e territoriali. Solo così,dice, possiamo aiutare le persone fragili, in difficoltà, persone che hanno bisogno di essere sostenute attraverso un’interazione efficace tra gli attori del processo di prevenzione e di protezione, anche attraverso un monitoraggio continuo. L’intervento sinergico e tempestivo della rete sociale, ma anche l’azione culturale e le politiche volte a migliorare il benessere comune e i rapporti, diventano per l’assessore fondamentali, una rete necessaria e soprattutto capace di coinvolgere la scuola, la realtà sociale, le famiglie. Gianfranco Blasi, giornalista, scrittore e poeta, introduce il tema della morte e il ruolo del giornalista nel raccontare i fatti, le storie. Se dovessi scrivere un articolo, dice, inizierei facendomi una domanda: che cos’è la morte. Domanda, secondo lo scrittore, che aiuta a capire il lettore, un richiamo alla verità nuda e cruda, la morte e le sue simbologie ci consente di capire davvero, fa riflettere, abbassa i toni, spegne le polemiche, toglie di mezzo il pettegolezzo, restituendo la verità e il valore di una persona.
Per Blasi si tratta di un’esperienza straordinaria, quasi mistica. Ma probabilmente non basta, ecco allora che bisogna cercare di dare una risposta anche alle tante marginalità della nostra terra, come la nostre, da sempre feconde, ricche di vigne, di uve, di olio, di pane di grano,terre di vergogne e di croci, che assumono un ruolo forte, visibile, di opportunità. La Morte, continua Blasi, offre diverse opportunità e chiavi di lettura, mentre la verità deve sempre accompagnare la denuncia di un giornalista. Quando non ci sarà più un articolo di questo tipo, sulla morte, probabilmente avremo vinto una battaglia, anche se in un certo senso qui la battaglia è stata vinta, ed è stata vinta secondo Blasi, attraverso una resurrezione laica, che produce i colori e le voci di una denuncia autentica. Armando Dereviziis, avvocato penalista, parla del “Codice rosso”, una legge introdotta per tutelare le vittime di violenza e di maltrattamento all’interno di un contesto familiare. Una riduzione dell’iter procedimentale per i relativi provvedimenti urgenti,ma anche nuove figure di reato, sanzionatorie e della sospensione condizionale della pena a patto di accettare un percorso di trattamento e di recupero.
Il giovane avvocato, sensibile all’argomento, non si sofferma solo sulle leggi, ma auspica un intervento efficace e a breve delle istituzioni, suggerendo ulteriori strumenti, come una rete ben definita a partire già dal primo soccorso, per una tutela consapevole ed effettiva della donna, evitando di farla tornare nei luoghi e nei contesti dove si è verificata la violenza.
Cinzia D’Agostino, docente di scuola primaria, parla dei bambini, di come ci guardano e ci osservano sempre, anche quando non ce ne accorgiamo. Bisogna dare l’esempio, precisa, occorre prestare cura al linguaggio e soprattutto prevenire i rischi. Proprio mentre ci guardano, sottolinea, abbiamo l’occasione di insegnare il giusto comportamento, e per essere buoni educatori, suggerisce, bisogna essere educati, bisogna dare l’esempio, non solo attraverso azioni, ma anche con l’uso delle parole degli aggettivi. Soprattutto le scuole, secondo l’insegnante, devono saper affrontare e prevenire la violenza di genere che potrebbe influenzare il futuro dei giovani. Necessitano, conclude, cambiamenti anche tra i professionisti dell’educazione, serve senza alcun dubbio, una proposta educativa più adeguata e consapevole.
L’antropologo Giuseppe Melillo riprende il tema delle fiabe, da sempre, ricorda, un elemento di educazione inconscia da generazioni, trasmissioni di valori,di saperi, di insegnamenti inconsapevoli. Per il professore, poi, la violenza non appartiene a una situazione classista sociale, ma il dominio maschile sulle donne, spiega, è la più antica e duratura forma di oppressione, forse la primaria, originaria, da cui tutto poi deriva.
La violenza sulle donne non è una violenza di una persona verso un’altra, sostiene, ma è solo l’effetto finale di un prodotto di violenza sistemica, culturale, intesa come l’insieme di processi umani di vario genere, materiali e immateriali, come possono essere le fiabe, i servizi, l’economia, insomma,varie forme di processi e comportamenti. Violenza, dunque, frutto di una determinata società e non del singolo. Del resto, spiega ancora, siamo il prodotto di quello che ci circonda, ci troviamo di fronte a problemi strutturali e sovrastrutturali complessi e trasversali all’interno delle nostre società, società che si ostinano a non combattere i processi, le idee, i comportamenti, ma il singolo, l’uomo. Serve un cambio di strategia, ribadisce, ma anche più consapevolezza nell’autodeterminarsi, una forma sana di ribellione, in grado di ridisegnare una comunità, una forma, per lo studioso, di rievoluzione culturale della nostra casa comune. Subito dopo, un ricordo di Angela attraverso le parole di un’amica, Rosamaria Viola, mentre Antonio la Vecchia, presidente del Progetto Basilicata, ha ricordando lo scopo dell’associazione e l’impegno continua per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi importanti, quale la violenza di genere. La professoressa Filomena Valicenti ha letto alcune poesie della giovane poetessa, come “M’ama o non m’ama”, in un certo senso il racconto di una vita, lo svelare dei sogni, la condivisione dei desideri. La storia e la forza di una donna, come quelle di tante altre donne attraverso un fiore, la margherita, che tanto ricorda il calore e la luce del sole nelle giornate di primavera.
Vincenzo Diego