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| Cnpp-Spp e i dati “sconcertanti” legati al sovraffollamento carcerario in Italia |
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28/12/2025 | Siamo a fine anno, giorni di bilanci tracciati e di prospettive future.
Erano 44.134 i detenuti presenti nelle patrie galere nel 1992, 47 sono stati i suicidi quell’anno, in sostanza 10.6 ogni 10.000 ristretti e 89 quelli deceduti per cause naturali.
Questi sono dati che coincidono con il minimo storico, addirittura inferiore finanche ai periodi post indulto dell’anno 2006 allorquando si arrivò a toccare una soglia 44.587 presenze dopo che si arrivò a toccare quella che allora era la fatidica soglia di 58.817 detenuti e internati; o con il D.Lgs 146/20013 che aveva modificato la normativa sulla liberazione anticipata , aumentando da 45 a 75 i giorni di sconto di pena per ogni semestre espiato e introducendo la possibilità di ottenere 30 giorni aggiuntivi per i semestri pregressi, per i detenuti meritevoli, in risposta alle pressioni della Corte Europea per il sovraffollamento carcerario, come evidenziato dalla sentenza Torregiani portando da poco più d 65.000 a poco più di 57.000 i ristretti presenti negli istituti di pena italiani.
Nel 2025 nelle carceri italiane si sono contati alla fine di novembre ben 63.868 detenuti( quasi 20.000 in più rispetto al 1992 ) ubicati nelle celle dei vari istituti di pena, 224 decessi, di cui 76 suicidi e quindi 146 per morte naturale l’ultimo dei quali deceduto il 24 Dicembre nel carcere di Sulmona.
Numeri che raccontano una crisi strutturale e che chiama in causa lo Stato, la sua responsabilità e il senso stesso della pena con l’ulteriore aggravante dettato da un crescente e costante depauperamento delle unità di Polizia Penitenziaria utilizzabili nelle realtà detentive ad oggi in difetto di almeno 10.000 unità circa.
Il massimo storico in termini di presenze di detenuti e internati nei vari penitenziari della nazione si è avuto nel 2010 allorquando si contavano 67.820. Quell’anno si ebbero però 55 suicidi e 108 decessi per cause naturali sinonimo che non sempre il sovraffollamento è visto come concausa nella scelta fatta dai reclusi di mettere fine alla loro vita.
Il tema centrale non è quindi solo il sovraffollamento ma il modo in cui la detenzione viene esercitata. Sinceramente mi sento di essere in linea con il pensiero di Radio Radicale emerso nella rubrica “Osservatorio giustizia”, a cura di Lorena D’Urso quando afferma che la pena oggi perde il legame con la dignità della persona, il carcere smette di essere uno strumento di legalità e diventa un luogo di rottura costituzionale.
Se le misure adottate fossero davvero efficaci, come si spiega infatti l’incremento del 7% del sovraffollamento e l’elevatissimo numero di suicidi? La legge dei numeri è inesorabile anche per uno come me che con i numeri spesso ci fa a cazzotti.
Con l’avvento del Governo “Meloni” la situazione non è per nulla migliorata, anzi…In tabella si riportano i dati riferiti ai 3 anni di operatività dell’attuale esecutivo
Come si può facilmente notare sono circa 8.600 i detenuti in più rispetto al periodo pre Meloni, l’equivalente di 143 detenuti in media in più al mese, ovverosia l’equivalente per mese di un nuovo istituto penitenziario di medie dimensioni o se vogliamo di 3 istituti nuovi delle dimensioni della Casa Circondariale di Avezzano ( complessivamente 60 istituti nuovi di medie dimensioni o 180 simil Avezzano).
Il dato che più impressiona è quello riferito ai suicidi e alle morti per cause naturali ogni 10.000 in custodia nel corso dell’anno.
Da quando è subentrato il Governo “Meloni” nelle carceri italiane abbiamo avuto un valore medio di suicidi pari a 7.96 e ben 11,4 decessi per cause naturali ogni 10.000 detenuti mediamente in custodia nel corso dell’anno rispetto a una media precedente (periodo 1992 al 2021) di 4,14 suicidi e 7,1 decessi per morte dovute a cause naturali sempre su 10.000 detenuti mediamente tenti in custodia.
Non abbiamo il dato sui suicidi sventati dalla Polizia Penitenziaria per i quali sarebbe stata buona cosa ricavarne i valori medi e rapportarli al numero di poliziotti penitenziari che nel corso degli anni hanno sempre meno occupato i vari posti di servizio detentivi.
Allo stato si contano migliaia e migliaia di poliziotti in meno adibiti a mansioni intramurarie rispetto agli anni 90.
Le nuove specializzazioni (GOM, Cinofili, NIC, NIR, GIO, GIR, Navale, etc.) hanno visto il loro concretizzarsi prelevando forze operative infra carcerarie senza però vedere attuare le dovute e sacrosante compensazioni sulle unità sollevate dai precedenti incarichi.
Se a ciò aggiungiamo che il blocco di nuovi arruolamenti frutto della stangata dettata dalla Spending Review, ovvero decreto Madia concorrendo, così, ancor di più a svuotare le carceri di poliziotti, risulta facile immaginare che un aumento di suicidi possa anch’esso essere collegato a un minor contributo in termini di vigilanza.
Il tema centrale non è quindi solo il sovraffollamento ma il modo in cui la detenzione viene esercitata. Sinceramente mi sento di essere in linea con il pensiero di Radio Radicale emerso nella rubrica “Osservatorio giustizia”, a cura di Lorena D’Urso quando afferma che la pena oggi perde il legame con la dignità della persona, il carcere smette di essere uno strumento di legalità e diventa un luogo di rottura costituzionale e se proprio dovessi dare una spiegazione sui motivi che stanno portando a tutto questo io tra i primi ci metterei la mancanza di sufficiente personale di tutti gli attori professionali penitenziari e su misure prese evidentemente non funzionali ai fabbisogni dei diretti interessati.
Se le misure adottate fossero davvero efficaci, come si spiega infatti l’incremento del 7% del sovraffollamento e l’elevatissimo numero di suicidi? La legge dei numeri è inesorabile anche per uno come me che con i numeri spesso ci fa a cazzotti.
Come detto il sistema penitenziario, quello operativo per intenderci e non quello che contempla anche gli uffici, difetta, secondo le nostre stime, di almeno 10.000 unità di polizia penitenziaria. A dire il vero negli ultimi tre anni il dato sui nuovi arruolamenti ha visto una, seppur parziale, inversione di tendenza. Tuttavia è ancora troppo poco se si pensa al fatto che sui 10.000 mancanti, al netto dei cospicui pensionamenti tuttora in atto, solo 700 sono quelli realmente recuperati in termini di carenza. A conti fatti, se si dovesse continuare con questo trend, per recuperare le 9700 unità ancora mancanti non basteranno 10 anni di continui corsi di formazione per nuovi agenti per riuscire a compensare la grave carenza in atto.
La Basilicata, in termini di sovraffollamento carcerario, segue il trend nazionale.
Da quando si è insediato il Governo attuale siamo passati dai 413 detenuti e internati ristretti nel 2022 agli attuali 477 ristretti, ben 64 in più, l’equivalente di un carcere come Avezzano in più.
Vediamo ora i dati della Basilicata dal 2022 a oggi istituto per istituto.
L’istituto di Matera è passato dai 175 detenuti del 2022 agli attuali 180, quindi 5 detenuti in più;
L’istituto di Melfi è passato dai 186 detenuti del 2022 agli attuali 201, quindi 15 in più;
L’istituto di Potenza è passato dai 52 detenuti del 2022 agli attuali 96, quindi ben 44 detenuti in più.
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CRONACA BASILICATA
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NEWS BREVI
| 1/12/2021 - Ultimo lotto Bradanica, domani alle 11.30 l’apertura al traffico | Come annunciato nei giorni scorsi verrà aperto domani, 2 dicembre, l’ultimo lotto “La Martella” della strada Statale “Bradanica”.
L’apertura al traffico è in programma alle ore 11.30 al km 135 lato La Martella.
Sarà presente l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Donatella Merra. | |
| | 28/11/2021 - Poste Italiane: estesi orari apertura di tre uffici postali lucani | Poste Italiane comunica che a partire lunedì 29 novembre, gli Uffici Postali di Matera 5, Melfi e Moliterno saranno interessati da un potenziamento degli orari di apertura al pubblico.
In particolare, gli uffici postali di Melfi e Moliterno (PZ) saranno aperti dal lunedì al venerdì, dalle ore 8:20 – 19:05, il sabato dalle ore 8:20 alle 12:35. Matera 5 osserverà l’orario di apertura su 6 giorni lavorativi. Lun/ven 08:20 – 13:45, sabato 08:20 – 12:45.
Questi interventi confermano la vicinanza di Poste Italiane al territorio e alle sue comunità e la volontà di continuare a garantire un sostegno concreto all’intero territorio nazionale. Anche durante la pandemia, infatti, Poste Italiane ha assicurato con continuità l’erogazione dei servizi essenziali per andare incontro alle esigenze della clientela, tutelando sempre la salute dei propri lavoratori e dei cittadini.
L’Azienda coglie l’occasione per rinnovare l’invito ai cittadini a recarsi negli Uffici Postali nel rispetto delle norme sanitarie e di distanziamento vigenti, utilizzando, quando possibile, gli oltre 8.000 ATM Postamat disponibili su tutto il territorio nazionale e i canali di accesso da remoto ai servizi come le App “Ufficio Postale”, “BancoPosta”, “Postepay” e il sito www.poste.it.
| | 15/11/2021 - Obbligo di catene o pneumatici da neve | E’ stata emessa questa mattina e trasmessa alla Prefettura ed a tutte le Forze dell’ordine, l’ordinanza firmata dal Dirigente dell’Ufficio Viabilità e Trasporti della Provincia, l’ing. Antonio Mancusi, con la quale si fa obbligo:“A tutti i conducenti di veicoli a motore, che dal 01 Dicembre 2021 fino al 31 Marzo 2022 transitano sulla rete viaria di competenza di questa Provincia di Potenza, di essere muniti di pneumatici invernali (da neve) conformi alle disposizioni della direttiva comunitaria 92/33 CEE recepita dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 30/03/1994 e s.m.i. o a quelle dei Regolamenti in materia, ovvero di avere a bordo catene o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente utilizzati, ove necessario, sui veicoli sopraindicati.
Tale obbligo ha validità, anche al di fuori del pericolo previsto in concomitanza al verificarsi di precipitazioni nevose o formazione di ghiaccio”. |
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