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Agrotecnici di Basilicata contro il deposito di rifiuti radioattivi:un appello per salvare l’agricoltura e il territorio |
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11/12/2024 | Il Collegio degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati di Basilicata ha espresso preoccupazione per l’impatto che la possibile collocazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi in Basilicata potrebbe avere sull’agricoltura regionale. La regione, con 5 aree candidate, è un territorio vocato all’agricoltura e all’allevamento, settori strategici che garantiscono biodiversità e sostenibilità ambientale. Negli anni, investimenti significativi hanno sostenuto l’innovazione, l’agricoltura biologica e la meccanizzazione, portando a produzioni di eccellenza come la Fragola Candonga e la Lenticchia di Altamura. Un sito radioattivo rischierebbe di compromettere irreparabilmente economia, ambiente e popolazione. Gli Agrotecnici chiedono un fronte comune per salvaguardare il futuro della Basilicata.
Di seguito riportiamo il comunicato integrale degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati di Basilicata.
DEPOSITO UNICO SCORIE NUCLEARI - LA BASILICATA AGRICOLA DA DIFENDERE
Il Collegio degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati di Basilicata, con una nota rivolta al Presidente della
Regione Vito Bardi e all’Assessore all’Ambiente Laura Mongiello, ha rappresentato un’analisi delle
conseguenze che la collocazione del sito in Basilicata può avere sull’agricoltura Lucana.
E’ di questi giorni, infatti, la notizia che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha avviato la fase di scoping prevista dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica introdotta con l’art.11 del D.L. 181/2023 (“Decreto Energia”), sulla proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee ad ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico, nel quale troviamo coinvolta la Basilicata con ben 5 probabili territori che per le sue caratteristiche anche morfologiche, orografiche, pedologiche e sociali, è
una terra ancora fortunatamente vocata alla attività agricola e all’allevamento. Attività che rappresentano quella parte economica che, oltretutto, preserva il territorio garantendo la conservazione e salvaguardia della biodiversità, e quindi dell’ambiente.
Negli anni, sul settore agricolo, si è investito davvero tanto. Lo hanno fatto le Istituzioni e le aziende: si è favorito lo sviluppo in termini di nuove aziende e tipo di aziende, con oltre 42 milioni di euro per i primi
insediamenti nelle due ultime programmazioni; si è puntato fortemente sullo sviluppo dell’agricoltura biologica, con uno stanziamento di oltre 169 milioni di euro con il nuovo bando, oltre ai 60 milioni del triennio 2021-2023, per una superficie di oltre 123.000 ha destinati che rappresentano oggi il 26,5 % della SAU, rispetto ad una media nazionale del 17%, raggiungendo con netto anticipo l’obiettivo stabilito
nell’ambito della Strategia Farm to Fork del 25% di SAU biologica entro il 2030.
Con la misura PNRR del 2024 con oltre 15.5 milioni di euro a favore di 722 aziende si è finanziata l’innovazione tecnologica e l’ammodernamento della meccanizzazione per la produzione e la zootecnia che
esprimono produzioni di qualità, ed assolvono anche ad un compito ambientale, con la tutela della territorio e della biodiversità. Con gli investimenti infrastrutturali, come la realizzazione e conclusione dello schema idrico Basento – Bradano e del Distretto G che dopo oltre 37 anni oggi potrà trovare compimento, si potranno arricchire finalmente aree di oltre 13000 ha confinate all’aridocoltura sempre meno economicamente sostenibile.
Si è investito e lavorato, insomma, per un settore agricolo competitivo e all’avanguardia, giovane e
innovativo, che conservi inevitabilmente il suo ruolo ambientale e sociale oltre che economico, portandolo
ad esprimere oggi produzioni di eccellenza: la Fragola Candonga Top Quality coltivata e prodotta esclusivamente in Basilicata, nell’area del Metapontino, la Lenticchia di Altamura IGP che ha visto entrare nell’area di applicazione del disciplinare di produzione una vasta area Nord del territorio lucano, l’allevamento dell’Agnello delle Dolomiti Lucane a marchio, per citarne solo alcuni, come anche la
progettazione e definizione del BioDistretto.
L’eventuale collocazione in Basilicata del sito comprometterebbe definitivamente la tenuta economica, ambientale e sociale e spingerebbe fortemente verso lo spopolamento e la desertificazione, la scomparsa e distruzione di un territorio dove ancora l’ambiente, grazie all’opera di tutela svolto anche dall’agricoltura, rappresenta una risorsa spendibile.
Gli Agrotecnici di Basilicata auspicano una battaglia coesa tra il popolo, le Istituzioni, gli Enti, le Organizzazioni, le Associazioni e tutti gli attori economici, perché non siano vanificati gli sforzi che tutti abbiamo fatto e facciamo, coraggiosamente, per dare un degno futuro a questa terra e alle nuove generazioni.
La Presidente
Maria Baccellieri
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