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Chiorazzo: “Nicola Sole, una figura straordinaria della nostra terra”

14/11/2024

Su iniziativa del vicepresidente Chiorazzo, nel Palazzo del Consiglio regionale, la presentazione del libro “Nicola Sole. Che non ti aspetti. Atlantismo, Solidarismo, Coscienzialismo” di Maddalena Bellusci, Pasquale Carluccio e Filippo Gazzaneo
Si è tenuta ieri, presso il Palazzo del Consiglio regionale, su iniziativa del vicepresidente Chiorazzo (Bcc), la presentazione del libro “Nicola Sole. Che non ti aspetti. Atlantismo, Solidarismo, Coscienzialismo” di Maddalena Bellusci, Pasquale Carluccio e Filippo Gazzaneo.
“L’incontro rientra in una serie di iniziative culturali – ha affermato Chiorazzo - tese a rendere l’Istituzione Regionale la ‘casa della cultura’ per eccellenza”.
All’evento, moderato da Rossella Libutti, sono intervenuti lo stesso Chiorazzo, gli autori Pasquale Carluccio e Filippo Gazzaneo, Barbara Coviello, referente per la legalità dell’Ufficio scolastico regionale. Hanno inoltre portato i saluti dell’istituzione consiliare Il Direttore generale del Consiglio, Nicola Coluzzi e il Dirigente della struttura di coordinamento, informazione, comunicazione ed eventi, Pierluigi Maulella Barrese. Presente tra gli astanti, insieme a molte personalità della politica e della cultura lucane, anche Giuseppe Sole, discendente diretto del Poeta.
In apertura, Chiorazzo ha rimarcato la necessità che le istituzioni regionali si aprano a queste manifestazioni culturali, annunciando altre iniziative che seguiranno nei prossimi mesi. Lo scopo è quello di “alzare lo sguardo per volare più alto perché con la cultura i problemi si affrontano con maggiore preparazione”. Problemi che in questo momento sono molti, ha proseguito il Vice Presidente del Consiglio, dalla crisi idrica, all’occupazione sino alla emergenza della sanità che riguarda tutti i cittadini, criticità su cui occorre superare le divisioni tra maggioranza e opposizione per trovare una via d’uscita comune dalla crisi.
Chiorazzo si è dunque soffermato sulla figura di Nicola Sole, poeta ottocentesco senisese, patriota e intellettuale poliedrico, in grado di spaziare dalla filosofia al diritto, era infatti anche avvocato, grazie alla sua cultura sconfinata. I suoi splendidi versi, che parlano di lucanità, sono stati musicati da un altro genio del suo tempo, Giuseppe Verdi, il quale alla sua morte disse: “Oggi si è spento il Sole del sud”. Dentro la Casa della cultura dei lucani – ha evidenziato Chiorazzo – non poteva mancare questo doveroso omaggio a Sole la cui figura viene rivalorizzata dall’opera di Bellusci, Carluccio e Gazzaneo.
Maulella Barrese ha condiviso il messaggio del vicepresidente Chiorazzo, ricordando che il Consiglio regionale in questi anni si è aperto alla cultura e al mondo scolastico, per divenire la casa di tutti i lucani. La cultura, come recita anche lo Statuto regionale, è fonte di crescita, anche dal punto di vista economico. Su Nicola Sole, il dirigente del Consiglio regionale, ha ricordato un episodio della sua infanzia, quando sua nonna gli recitava la commovente poesia di Sole, “Il Viggianese”, scritta in occasione del terremoto del 1857. Autori come Nicola Sole, poeta della lucanità in una accezione molto più ampia, ha sottolineato Maulella Barrese, ci indicano una strada da percorrere: ben consapevoli delle nostre radici e della nostra identità siamo chiamati ad aprirci al mondo, a relazionarci con il resto dell’universo con il suo carico di cultura e identità diverse dalle nostre, senza temere che questo atteggiamento di apertura possa in qualche modo rendere meno solida la nostra visione del mondo stesso.
Coviello ha definito Sole una “mente colorata”, come Ulisse nell’Odissea. Intellettuale poliedrico, il poeta senisese, si richiama all’antichità per andare avanti nella lotta risorgimentale ma è anche un personaggio futurista che sa guardare oltre. Sole, lo dimostra nella vicenda di Giulia Pavese, accusata dell’omicidio del suocero che la insidia sessualmente ma che lui difende in tribunale facendola assolvere. L’atto di Pavese risponde alla ‘menis’, l’ira funesta e divina per la dignità violata di una donna sottoposta ad una ingiustizia che non le lascia altra scelta. Sole riesce a dimostrare la legittima difesa. Non c’è nulla di più sacro dell’onore infranto di una donna, afferma Coviello, per questo Sole è per l’assoluzione e riesce a vincere di fronte alla Corte.
Carluccio, mette in evidenza il grande approccio innovativo alla difesa, nel processo Pavese, che Sole riesce ad imbastire. L’avvocato senisese, aveva una cultura “spaventosa” ed è stato un visionario immaginando con due secoli d’anticipo conquiste che sono dei nostri tempi, vedi i delitti a sfondo sessuale che avvengono contro la persona e non a danno dell’equilibrio familiare, come era convincimento dell’epoca. Con la sua difesa Sole riuscì a persuadere una corte composta da anziani, la Gran corte criminale. Per ottenere il riconoscimento della legittima difesa Sole convinse il tribunale che lo stupro rappresentava la morte civile della donna ottenendone l’assoluzione.
Per Gazzaneo, oggi si tratta anche di difendere Sole, intellettuale e uomo politico, dallo stigma ideologico di Francesco De Sanctis che tenta di demolire la sua figura in due lezioni consecutive. In una terza lezione, di qualche mese dopo, De Sanctis coinvolge anche Vincenzo Gioberti. Era dunque in atto una lotta politica e Domenico Marinelli, il quale assume un ruolo di primo piano nell’Accademia napoletana, che passeggia insieme a Giuseppe Verdi e Nicola Sole, lascia intuire l’esistenza di un progetto politico prefigurato, crogiolo del riformismo cattolico. In ultimo, la questione della lucanità. Secondo Gazzaneo occorre uscire dalla pigrizia culturale perché non ci basta più l’archetipo “leviano”, Sole, sotto questo aspetto, è un esempio di modernità e si inserisce, quale padre nobile, nell’alveo del cattolicesimo politico lucano ma anche europeo.
Il Direttore Generale Nicola Coluzzi afferma che la Storia ci riserva sempre delle sorprese, attraverso la scoperta di nuovi documenti ed episodi come quelli che riguardano Nicola Sole. Si prova dunque commozione di fronte alla figura di questo grande lucano, ma noi lucani dimostriamo sempre di essere bravi quando andiamo fuori, da Orazio a Mario Pagano, anche quest’ultimo insigne giurista, che difese tre giovani patrioti dal patibolo senza riuscire a salvarli ma ottenendo notevoli risultati in circostanze simili. Noi lucani abbiamo un senso innato di giustizia ma non sempre riusciamo a far germogliare questi semi sul territorio. La sfida è dunque, conclude Coluzzi, creare un terreno fertile attraverso la cultura, ben vengano pertanto queste iniziative che ricordano le illustri personalità della Basilicata.
Infine, Chiorazzo ha chiuso la presentazione con una significativa citazione attribuita ad Adriano Olivetti: “Abbiamo portato in tutti i villaggi le nostre armi segrete: i libri, i corsi, le opere dell’ingegno e dell’arte. Noi crediamo nella virtù rivoluzionaria della cultura che dona all’uomo il suo vero potere”.
L’evento si è concluso con una performance teatrale della versione ridotta della pièce “La razza nostra, la vicenda di Giulia Pavese”.



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