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Chiaromonte rende omaggio al Beato Giovanni da Caramola |
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26/08/2011 | Si rinnova l’appuntamento religioso per celebrare il Beato Giovanni da Caramola. Da ieri e fino a oggi, infatti, i fedeli renderanno onore a questo “monaco converso” che dal 2002, dopo la “ricognizione canonica” per accertare le condizioni del corpo e la ristrutturazione della sua urna dorata, ora torna ad essere festeggiato con regolarità e dedizione da tantissimi fedeli. La storia di quest’uomo, nato a Tolosa, nella Francia meridionale intorno al 1280 resta ancora un mistero. Il suo corpo, adagiato nella sua urna di legno decorata, fu dimenticato per anni in un angolo della chiesa, finché il professore Giovanni Percoco, uno dei pochi che si interessò alla sua storia, effettuò delle ricerche (Da questo studio elaborò anche un saggio “I luoghi della contea di Chiaromonte dove visse il Beato Giovanni da Caramola” pubblicato nel 2003) restituendo a questa comunità una bella storia sepolta per anni sotto la polvere e un Beato. Sicuramente il Beato Giovanni da Caramola venne in Italia per il Giubileo celebrato a Roma nell’anno 1300, e poi giunse in Basilicata nella Contea di Chiaromonte senza conoscerne essenzialmente il motivo. Nei suoi scritti del 1600, Gregorio De Lauro, abate del monastero del Sagittario (un libro pubblicato nel 2003 ne racconta la storia) da subito si dimostra restio al contatto con le persone, conducendo una vita di grande austerità, tra preghiera e silenzi. Questo suo modo di vivere tra solitudine e austerità lo spingono, pur rimanendo converso, alla vita eremitica in rifugi arrangiati per lunghi anni. Il primo rifugio era situato a ridosso del fiume Sinni, ed era chiamato San Saba. Da qui, forse disturbato dalla gente che il lui vedeva già un Santo, si spostò raggiungendo Scala Magnano, dove oggi sono visibili i resti del romitorio, che lui stesso eresse. Ma anche qui la gente non gli diede tregua, costringendolo a spostarsi ancora più nella solitudine raggiungendo il monte Caramola. Da qui il nome. Ma ci sono cose che la fede non può sconfiggere. Alla fine, stremato dalla fame e dal freddo e raggiunto da una grave malattia, fu costretto ha chiedere asilo ai frati Cistercensi dell’abbazia del Sagittario, sempre nel territorio di Chiaromonte, dove morì nel 1339 in odore di santità. La sua popolarità non cessa dopo la sua morte, anzi cresce, anche per i tanti miracoli che si susseguono. Venne proclamato Beato, e il suo corpo dopo aver riposato nella chiesa dell’Abbazia, in un altare a lui dedicato, venne traslato nel 1808 nella chiesa madre di San Giovanni Battista, cadendo però nel dimenticatoio. Solo nel 2002 i riflettori si riaccesero sul Beato, iniziando la ricognizione canonica, eseguendo un processo di riesumazione del corpo mummificato, che con grande sorpresa di tutti, si è conservato quasi intatto per 7 secoli. Il suo corpo, rivestito della tunica bianca e nera dell’ordine dei Cistercensi e con al volto una maschera che ne ritrae il volto, è adagiato nella sua pregevole urna di legno dorata, restaurata e collocata su un altare in noce all’interno della chiesa Madre di Chiaromonte. Da allora la sua festa ogni anno viene celebrata il 26 agosto. Le celebrazioni prevedono alle 18,30 la Santa messa nella Chiesa di San Giovanni Battista e alle 20 in conclusione ci sarà il concerto di chitarra del Maestro Pierpaolo Palazzo.
Lucio Vitale
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