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Al Bano Carrisi e ''Il sole dentro'' |
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26/01/2025 | Ospitiamo con piacere le riflessioni di una studentessa dell’Istituto comprensivo Nicola Sole, che ci racconta le emozioni provate nel corso dell’incontro con l’artista pugliese Al Bano Carrisi.
Venerdì 24 gennaio 2025 il cantautore Al Bano Carrisi è venuto nella mia scuola. A scrivere è una ragazzina, come tante altre, di 13 anni con l’amore per il giornalismo e per la buona musica. È straordinario quello che è accaduto oggi: senti una voce angelica cantare in televisione e poi te lo ritrovi dinnanzi a te. E comprendi che il maestro, prima di essere un interprete apprezzato a livello internazionale, è prima di tutto un uomo. Un uomo umile, che ama stare in mezzo alla sua gente. Che accarezza amorevolmente i bimbi come se fossero i suoi bimbi. Entra in un’atmosfera magica. Tutta l’orchestra «Luigi Lo Fiego» intona le note del suo brano celeberrimo “Felicità”. È stata davvero, quella voce, la Felicità. Una voce che cantava assieme a lui. Una voce di bambini della primaria, della secondaria di primo grado, magari anche del corpo docente, intonava il famoso ritornello.
Perché è inutile negarlo, alcune canzoni, alcuni miti non invecchieranno mai, né cesseranno mai di esistere. Sono come alcune stelle che non smetteranno mai di brillare nel cielo che è la quotidianità, la notte, la vita. Non come le comete che sfrecciano e le potrai vedere tra dieci miliardi di anni un’altra volta. Il Maestro ascolta le domande dei ragazzi e risponde con il cuore in mano. A una domanda su quale mestiere volesse fare quando era piccolo, risponde: io facevo il mestiere più bello del mondo: il bambino. Dopo una risposta del genere non puoi che applaudire, applaudire a più non posso, fino a quando le mani ti fanno male. Dopo una risposta del genere non puoi che fermarti a riflettere.
A pensare che anche io ho dei sogni, ho una stella cometa che voglio inseguire, ma sono nel periodo più bello, più spensierato della mia vita: la giovinezza.
E questi attimi te li devi godere davvero, perché non torneranno più indietro. Oggi potrai dire ai tuoi nonni: “Ho visto Al Bano poche ore fa”. Quando avrai 70 anni invece dirai ai tuoi nipoti: “Quando avevo la tua età ho visto uno dei migliori cantanti al mondo”. Quello di Al Bano, pertanto, è stato esplicitamente un invito a cogliere l’attimo e a vivere il presente. Ha raccontato molti aneddoti: come quando andò in Grecia e sentì il pubblico felice ed euforico più che mai dopo momenti immensi di dolore vissuti sotto un regime dittatoriale, che non lasciava scampo neanche al sussurrare melodie dolci e coinvolgenti. Il Sole è il personaggio principale nella vita di Al Bano.
È presente in tutte le nostre vite. Egli stesso ha riferito che c’era un periodo della sua vita in cui non riusciva a ritrovare la luce. La sua luce. Ma prima o poi un raggio di sole illuminerà nuovamente il tuo cielo, spaccherà in mille pezzi le nuvole che non gli permettevano di uscire fuori e quella luce tornerà ad abbagliarti.
Si dice che non c’è notte tanto infinita da non permettere al sole di risorgere il giorno dopo. Infatti, continua il Maestro, l’angoscia ha portato alla rinascita e a una nuova felicità.
E se da una parte nel cuore c’erano le tenebre, dall’altra la luce ha sconfitto ogni singolo buio. “La sua storia è la storia di ognuno di noi”, come ha detto il nostro Dirigente Scolastico, Francesco D’Amato. Al Bano è partito da un piccolo paese di circa seimila abitanti. I suoi genitori erano contadini. Il Maestro ha raccontato che è sempre stato legato al suo paese, ha sempre pensato notte e giorno alla sua “Terra”, alle sue radici. Ma aveva un sogno, un desiderio che era più forte di qualsiasi carico esterno: cantare. Si è trasferito a Milano e si è fatto con le sue mani, si è rialzato con le sue mani e ha vinto con le sue mani. Ed è diventato con le sue mani ciò che egli è. Nel libro l’Artista ha raccontato che al momento della consacrazione: “Ci fu una mia zia che storse il naso”.
La verità, come ha detto Monsignor Vincenzo Orofino, Vescovo della nostra Diocesi Tursi-Lagonegro, è che ognuno di noi avrà una zia, o qualsiasi persona, anche colui che definiamo nostro amico, che storcerà il naso, che sarà invidioso dei nostri successi, che ci impedirà di essere felici e di raggiungere i nostri sogni, che ci spingerà per terra e tenterà di calpestarci. L’importante non è cadere, ma rialzarsi, no? L’importante è camminare a testa alta e ricominciare da zero. Una volta sentii dire che “Ogni ostacolo vero agisce come una diga, che sbarra il fiume solo per alzarne il livello. Solo chi è caduto, solo chi ha sofferto conosce la forza che può esserci dentro una lacrima. Il coraggio che può nascere dal dolore. La speranza che può vivere in una parola.” Solo chi ha sofferto capisce cosa vuol dire vivere. Solo chi ha sofferto può capire il valore della felicità. La storia di Al Bano ci fa capire che noi giovani nei sogni ci dobbiamo CREDERE. Li dobbiamo COLTIVARE. E non dobbiamo permettere a nessuno di toglierci i sogni. Perché abbiamo il diritto e il dovere di SOGNARE. Perché possiamo diventare tutto ciò che vogliamo. “I limiti sono solo nella nostra testa” ha affermato il Dirigente Scolastico. Perché io, perché tu, perché noi ragazzi “siamo il futuro”. Victor Hugo nei Miserabili scriveva: “Non vi è nulla come i sogni per creare il futuro. Utopia oggi, carne e ossa domani”. E termino con queste righe, con queste parole commoventi con le quali Al Bano ha finito il nostro incontro: “Felicità a tutti voi per oggi e per sempre”.
E grazie Maestro per averci fatto comprendere una lezione straordinaria. Non c’è niente di più bello dei sogni. E la felicità nel tuo cuore nel riconoscere che stai raggiungendo il tuo SOGNO.
Antonella Anna Martinese
III A Secondaria di I grado
Istituto Comprensivo “Nicola Sole” Senise
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