Quella di Pisticci, in Basilicata, intitolato a Enrico Mattei, è una pista potenzialmente al servizio anche delle comunità calabresi e pugliesi. Dopo un periodo di calma, qualcosa sembra muoversi. Questa volta sono i cittadini a chiedere la realizzazione di un'opera capace di dare più fiducia, servizi e speranza a un territorio vasto. L'occhio, ma non solo, si alza alto e guarda fiero il mitico mare Ionio, via prediletta dagli antichi. Un cammino millenario sulle acque che hanno fatto la storia, in grado di far incontrare popoli e culture, Oriente ed Occidente. Una terra, la nostra, culla della civiltà occidentale, che proprio in questi giorni conosce una crisi profonda di identità. “La Basilicata non può più attendere. La pista Enrico Mattei di Pisticci da troppo tempo è paralizzata nel limbo delle indecisioni”. È Giuseppe Mazzei a scrivere a nome di tanti cittadini, donne e uomini che si sono messi in cammino con un obiettivo chiaro: “volare alto”.
Chiedono di firmare una petizione per dare voce e forma a un progetto ancora fermo negli hangar della politica. “È necessario e urgente che la pista Mattei, già dotata di torre di controllo e aerostazione, diventi un aeroporto di aviazione generale”. Questo si legge nel documento che accompagna il modulo da sottoscrivere, aggiungendo subito dopo che non si tratta di una rivendicazione campanilistica.
“La località in cui sorge l'aviosuperficie dista 41 km da Matera, 86 da Potenza, 77 da Taranto, 88 da Trebisacce e 100 km da Sibari. Un fazzoletto di terra sempre più piccolo, specialmente con la SS 106 a quattro corsie. L'aviosuperficie potrebbe dunque servire una vasta area interregionale che include l'intera Basilicata e aree importanti di Puglia e Calabria”.
Mazzei, noto giornalista, docente e saggista, assieme ad Angelo Troiano, cercano di accendere ancora una volta i riflettori su un progetto che potrebbe essere fondamentale per l'intera economia. Un vasto territorio ad alto valore turistico, anche extra-stagionale, e con notevoli risorse agricole di qualità la cui commercializzazione può essere facilitata da questa importante opera.
La Regione Basilicata – si sottolinea – deve considerare questa come una scelta strategica per il suo sviluppo. Servono investimenti e risorse per allungare la pista, consentendo anche ad aeromobili di compagnie low-cost, che viaggiano a pieno carico, di poter effettuare collegamenti non solo con altre città italiane (Roma e Milano innanzitutto) ma anche con località del centro e nord Europa. L'aeroporto Enrico Mattei – sostengono i promotori – romperà l'isolamento della Basilicata e costituirà una svolta storica per lo sviluppo turistico, agricolo e industriale di un'area con una popolazione di oltre 1 milione di persone.
Il Governo continua a lavorare al piano aeroporti, mentre gli attori della Basilicata restano a guardare. Questo si pensa e si sussurra non solo nelle piazze. Il presidente Vito Bardi, senza giri di parole, mesi fa puntava sullo scalo di Pisticci. Ora? In tanti si aspettano una risposta, un segnale. Il presidente Enac, Pierluigi Di Palma, non più di un anno fa precisava che l'Enac guarda all'innovazione tecnologica e alla terza dimensione, puntando su intermodalità e sostenibilità. Il Paese – sosteneva – “non ha bisogno di nuovi aeroporti, ma di hub interconnessi a basi logistiche integrate, orientate sullo sviluppo del traffico fino al 2035 e capaci di muovere il Paese verso una visione unica di sistema, come motore dell'economia”.
Ora bisogna solo capire se l'aviosuperficie Enrico Mattei sia presente nei progetti del Governo e dell'Enac, oppure se, come si vocifera, resterà ancora fuori. In un forum di pochi giorni fa, l'appello alla politica per una maggiore attenzione nei confronti del trasporto aereo è arrivato da Carlo Borgomeo, presidente di Assaeroporti, che senza giri di parole ha criticato la scarsa sensibilità dei politici riguardo al settore, “così come dobbiamo lamentare un ritardo sul Piano nazionale degli aeroporti”.
Questo ritardo, un male per gli altri e per l'aviazione civile, potrebbe essere un'opportunità per noi, se guardiamo l'altra faccia della medaglia, anche perché ci consentirà di riprendere fiato e di valutare una serie di iniziative in grado di svegliare operatori e istituzioni. Tempo in più che va sfruttato per capire se ci sono le condizioni per prendere il volo oppure se siamo condannati a restare ancora una volta con la mente tra le nuvole e i piedi per terra.
Vincenzo Diego