Il TAR Basilicata, estensore il primo referendario Paolo Mariano, con la sentenza 54/25 ha respinto il ricorso di Gas Plus Italiana e Società Petrolifera Italiana avverso l’ordinanza della Provincia di Matera con la quale le predette società erano state individuate quali responsabili della contaminazione dell’area del pozzo Filici 1, in agro di Tursi, e obbligate alla conseguente bonifica. La pronuncia è rilevante, tenuto conto che l’area pozzo in questione ha una storia di utilizzazione comune a un’altra decina di aree pozzo che si trovano nei comuni Tursi, Policoro, Ferrandina, Rotondella e Nova Siri, nate con società del gruppo ENI e transitate nella titolarità di Gas Plus. Per tutti questi siti sono in corso procedure ambientali derivanti dalla comunicazione di contaminazione della matrice suolo e della matrice acqua avvenuta da parte di Società Petrolifera Italiana. Nel caso specifico è emersa la contaminazione per valori di CSC non conformi alla legge per la presenza di idrocarburi pesanti C>12 nel suolo superficiale, arsenico, cromo totale e vanadio nel suolo profondo, e la presenza di cromo VI nelle acque sotterranee. Proprio per questo Arpab ha imposto campionamenti periodici sulle acque sotterranee e la Regione Basilicata, autorità competente del relativo procedimento ambientale, sta conducendo alla caratterizzazione del sito, fase necessaria per il compimento delle successive attività di bonifica.
La vicenda giudiziaria, articolata e complessa, ha visto contrapposte le due società citate, ognuna delle quali impegnata a riversare sull’altra la responsabilità dell’inquinamento e, dall’altro, la Provincia di Matera, difesa nell’occasione dall’avvocatessa Cinzia Pasquale, che ha dimostrato l’esistenza del nesso causale tra le attività produttive e di gestione dell’area e la contaminazione, così affermando l’applicazione del principio “chi inquina paga”.
Il presidente della Provincia di Matera, Francesco Mancini, ha manifestato la sua “grande soddisfazione per l’esito del giudizio. La conferma del buon governo dei principi dell’azione amministrativa da parte dell’Ente che guido e dell’Ufficio ambientale guidato dal dirigente Enrico De Capua non ci solleva dalla massima determinazione che verrà impiegata nel seguire il procedimento ambientale in corso e condurlo, unitamente alle altre autorità competenti, alla sua definizione, cioè alla bonifica dell’area e alla restituzione della stessa all’intera comunità. La pronuncia del TAR Basilicata, oggi a maggior ragione, chiede alle società responsabili della contaminazione la massima collaborazione e il pronto intervento per il compimento di tutte le attività utili alla messa in sicurezza e alla riqualificazione del sito. Il ruolo degli enti provinciali a presidio della tutela ambientale è fondamentale e richiede la consapevolezza, da parte di tutti, della necessità di impiegare risorse, sia economiche che umane, nella gestione delle vicende ambientali regionali le cui criticità sono note. Infine - ha concluso il presidente - voglio esprimere un particolare ringraziamento all’avvocato Pasquale per la professionalità dimostrata e la dedizione posta nell’assistere l’ente provinciale”.