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Senise,accusati di diffamazione a mezzo stampa e social: assolti due ex consiglieri e due cittadini

26/10/2024



Con sentenza del 23 ottobre il Tribunale di Lagonegro ha assolto in primo grado Giuseppe Arleo e Giovanna Di Sanzo (all’epoca dei fatti che racconteremo consiglieri di minoranza del Comune di Senise) e i cittadini Teodora Cicchelli e Andrea D’Agostino dall’accusa di diffamazione a mezzo stampa e tramite social network ai danni di Rossella Spagnuolo (all’epoca sindaca di Senise) e Bernardino Filardi (ancora oggi responsabile dell’ufficio tecnico senisese) (Senise: citati in giudizio due ex consiglieri comunali e due cittadini - Clicca qui-)


Era l’autunno del 2018 e a Senise si stava procedendo con l’installazione di apparecchi tecnologici, i ‘’Totem’’, in alcune zone dell’abitato nell’ambito di un progetto chiamato ‘’Ti racconto Senise’’. La collocazione di questi apparecchi stuzzicò e non poco l’opinione pubblica senisese, in particolare nel caso di uno di essi collocato davanti ad una delle pareti del Complesso Monumentale di San Francesco, accanto al monumento dedicato ai caduti in guerra. Sulla vicenda (era novembre 2018) si espressero anche i portavoce del Movimento 5 Stelle in seno al Consiglio comunale di Senise, Arleo e Di Sanzo, con un comunicato ( questo - Clicca qui -) pubblicato su diverse testate giornalistiche regionali. I firmatari si interrogavano se fosse opportuno sia l’iter dell’espletamento della gara d’appalto, sia la decisione su dove collocare gli stessi Totem. Dopo la divulgazione della nota anche sui social furono molti i commenti a riguardo; tra questi anche quelli di Cicchelli e D’Agostino. Dopo sei anni è arrivata la sentenza: tutti assolti perché il fatto non sussiste.


‘’I miei assistiti- spiega il legale di Arleo e Di Sanzo, l’avvocato Giuseppe Lomuti- nella nota in questione hanno evidenziato quella che secondo loro rappresentava una inopportunità nell’espletamento della gara e non hanno mai ravvisato reati o simili. La loro null’altro era che critica politica, anche in virtù del ruolo che all’epoca svolgevano in qualità di consiglieri di minoranza. La nota, inoltre, si riferiva anche alla collocazione del Totem’’.


‘’Dai commenti di Cicchelli e D’Agostino- spiega l’avvocato Luigi Lavitola che, assieme all’avvocato Gennaro Lavitola ha seguito i due cittadini- non erano palesemente individuabili i destinatari, ma si trattava di commenti generici. Anche la Cassazione dice che affinchè si possa ravvisare una diffamazione il soggetto ‘’diffamato’’ deve essere individuabile in maniera oggettiva e non solo perché si sente chiamato in causa. Ma poi la difesa si è basata sul diritto di critica per un tema, tra l’altro, altamente dibattuto in quel periodo nella comunità senisese’’.


Ora si attendono le motivazioni della sentenza.


 


 


 


Mariapaola Vergallito




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