|
Rotonda, patron Bruno: ‘Ero stato chiaro. Questo calcio non mi piace’ |
---|
13/07/2024
|
| È l’uomo che ha amato di più il Rotonda Calcio, di cui era diventato presidente per la prima volta nel lontanissimo 1983, ma succede che le storie d’amore, anche le più belle, prima o poi finiscano e di fatti Franco Bruno ha deciso di dire basta. Il termine per l’iscrizione alla prossima Serie D è scaduto ieri alle 18 e la società non ha fatto pervenire la domanda. D’altronde, dopo lo sforzo di 12 mesi fa che ha permesso ai biancoverdi di raggiungere una storica salvezza nel girone H, il patron ci aveva detto di non volerne più sapere invitando altri a farsi avanti e a non lasciarlo solo. L’appello non è stato raccolto, oppure è stato sottovalutato, ed ecco che è calato il sipario.
Tuttavia, in cantiere c’è un progetto affascinante e ambizioso che avrà come protagonisti i giovani verso i quali, storicamente, il club lucano ha dimostrato grande attenzione.
“Mi dispiace ma ero stato chiaro - ci ha spiegato Bruno - nessuno si è fatto avanti, per cui, niente Serie D. Non ce la faccio più. Abbiamo però un progetto per un grande settore giovanile, che avrà anche una valenza sociale, ma basta con la D. I costi sono lievitati follemente ed invece di pensare ai giovani la Lega riduce gli under in campo da 4 a 3 e senza nemmeno compensare con il sistema del minutaggio, come avviene in C”.
Già in passato il patron aveva invocato il riconoscimento per i dilettanti, quantomeno, di alcune tutele previste per i professionisti.
“Anche in D - ha aggiunto - ogni squadra schiera ormai al massimo tre o quattro italiani. Questo è un calcio che non mi piace, le società sono sempre più costrette a spendere cifre esorbitanti e sono sottoposte anche ad obblighi contrattuali che nulla hanno a che vedere con i dilettanti, tutto senza disporre di entrate conseguenti come invece è previsto nel professionismo. Questi sono ragionamenti che dovrebbero fare a Roma ma così non avviene poiché, evidentemente, sono interessati ad altro. E poi ci lamentiamo che in Italia non nascono più fuoriclasse”.
Gianfranco Aurilio
Lasiritide.it |
CRONACA
SPORT
|
Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
|