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Documento dei Medici, professioni sanitarie e dipendenti di Polimedica Melfi

1/12/2025

I medici specialisti, le altre professioni sanitarie e i dipendenti di Polimedica Melfi hanno approvato un documento unitario per denunciare la gravissima crisi che sta colpendo il poliambulatorio e, con esso, il diritto alla salute nel Vulture–Melfese–Alto Bradano.

«Quella che stiamo vivendo – sottolineano – non è solo l’emergenza di un’azienda. Parliamo di un’impresa sana, spinta dentro una crisi generata da scelte pubbliche, ma soprattutto di un poliambulatorio, di un presidio di assistenza territoriale nato e configurato per stare vicino ai bisogni reali di cura e prevenzione delle persone che vivono qui».

Da oltre trent’anni Polimedica rappresenta un tassello fondamentale della sanità territoriale nel Nord Basilicata. Nel tempo ha costruito un modello di assistenza che anticipa ciò che oggi tutti dichiarano di volere:
un’assistenza multidisciplinare, erogata con professionalità e tecnologie di punta, basata su percorsi di cura integrati che non si limitano a “vedere” il paziente, ma lo prendono in carico e lo accompagnano nel tempo.

«Di eccellenza – si legge nel documento – si parla spesso a parole, negli annunci e nei convegni. Qui, nel nostro piccolo, si è cercato di praticarla nei fatti: equilibrio tra modernità strutturale e tecnologica, vicinanza umana, capacità di confortare e allo stesso tempo garantire appropriatezza delle cure, con una costante attenzione alle tendenze epidemiologiche e ai bisogni sanitari reali».

Con oltre 90.000 prestazioni specialistiche l’anno, Polimedica è diventata la destinazione naturale per i bisogni di cura di migliaia di pazienti del Vulture–Melfese–Alto Bradano: «perché – ricordano i professionisti – dietro i numeri ci sono persone, non codici».

Polimedica ha continuato a lavorare anche durante l’emergenza Covid senza registrare casi di contagio interno e ha fatto sanità di territorio ben prima che si parlasse di “case di comunità”, affrontando sul campo criticità oggi al centro del dibattito, a partire dalle liste d’attesa, che non sono numeri, ma ritardi nelle cure, spesso per prestazioni tempo-dipendenti.

Oggi, però, tutto questo patrimonio rischia di essere smantellato.

«Ed è proprio qui – prosegue il documento – che nasce la nostra denuncia: anziché investire su ciò che funziona e serve al territorio, tutto quello che Polimedica ha costruito per Melfi, per il Vulture–Alto Bradano e per l’intera regione rischia di essere demolito per mano pubblica. È legittimo chiedersi: che senso ha? Qual è il fine, e soprattutto a chi giova?».

Secondo medici e lavoratori, un punto di svolta negativo è stato la delibera regionale 473 di agosto:
«Dopo quell’infelice scelta si è instaurato un assurdo braccio di ferro tra la politica regionale e il territorio – o, meglio, tra il potente burocrate che quella delibera l’ha concepita e il cittadino comune che ne subisce le conseguenze. E queste conseguenze oggi ricadono su Polimedica e, prima ancora, su chi ha bisogno di cure».

Le risorse, denunciano, non vengono allocate dove i fabbisogni sanitari le richiedono; in alcuni casi sarebbero addirittura sottratte ai settori e ai pazienti più fragili, compresi i pazienti oncologici. Le richieste di confronto pubblico e formale restano senza risposta, mentre aumentano i tentativi di delegittimazione a mezzo stampa. La sofferenza dei più deboli viene coperta da annunci e convegni, ma non si vedono gli atti necessari a cambiare la realtà.

«Col passare delle settimane – affermano – la situazione non solo non migliora, ma peggiora. Crescono la sfiducia, la rabbia, la sensazione di abbandono. Non è più possibile confidare nell’inerzia regionale, né limitarsi a guardare o ad aspettare il “buon cuore” di chi potrebbe risolvere questa vertenza con una semplice decisione».

Da qui l’appello diretto al Sindaco e all’Amministrazione comunale di Melfi.
«Non possono restare spettatori – scrivono –. Ci rivolgiamo al Comune con forza e determinazione, chiedendo un supplemento di iniziativa e di aiuto attraverso una petizione popolare. È giusto riconoscere che l’Amministrazione è stata al fianco dei lavoratori e della direzione aziendale sin dall’inizio di questa vicenda surreale, ma non è bastato: le interlocuzioni informali non hanno prodotto la svolta necessaria. Oggi non è più il tempo delle rassicurazioni: è il tempo di una mobilitazione ufficiale e generale, chiara, visibile, assunta davanti ai cittadini».

La petizione chiederà, tra le altre cose, che il Comune assuma il ruolo di guida in un’iniziativa territoriale forte, promuovendo un tavolo regionale per la soluzione della vertenza Polimedica e un ordine del giorno del Consiglio comunale a difesa del diritto alle cure nel Vulture–Melfese–Alto Bradano, con richieste precise su agende CUP, contratti, volumi, risorse e trasparenza sulle liste d’attesa.

«Non chiediamo privilegi – concludono medici e lavoratori –. Chiediamo che i pazienti vengano prima dei numeri e che gli annunci si trasformino in cure erogate, qui. Il Vulture–Melfese–Alto Bradano non può perdere questa sfida senza riportare una ferita sociale, sanitaria ed economica difficilmente rimarginabile. Il nostro territorio non è periferia: ha diritto a cure tempestive, lavoro qualificato e dignità».



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