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La voce della Politica
Pd e Bd, Gestione delle risorse idriche: Rivedere la governance |
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18/07/2025 | “Siamo oramai in perenne emergenza idrica e riteniamo non più rinviabile una riorganizzazione della governance del settore. Troppi sono i soggetti che si occupano di acqua e, nella frammentarietà, risulta complicato tenerli insieme in una logica programmatoria e di gestione della risorsa. Gli effetti sono quelli che vediamo: insoddisfazione dell’utenza, confusione di ruoli, assenza di strategia complessiva”. Lo dichiarano Piero Lacorazza e Roberto Cifarelli, consiglieri regionali del Pd, e Piero Marrese, consigliere regionale di Bd.
“Il peso della Basilicata si è ridotto nel corso di questi anni a guida Bardi e Meloni. La Basilicata conta meno anche per effetto di scelte nazionali che ne hanno ridimensionato fortemente presenza e potere sul rubinetto dell’acqua. C’è un versante che attiene al come si presidia l’Autorità di Gestione e il rapporto con le altre Regioni, mentre un altro versante riguarda Acque del Sud spa, sui cui abbiamo depositato una Proposta di legge ai sensi del comma 2 dell’art. 121 della Costituzione. Non è neanche indifferente il ruolo di Acquedotto Lucano spa, e stiamo sollecitando da mesi un pronunciamento del presidente Bardi su cosa intenda fare, sic stantibus rebus, e con il fine di ridare forza e voce alla Basilicata, riguardo all’asta del potenziale 30% di azioni di Acque del Sud spa che potrebbero andare a partner operativi. Nel frattempo, in questo quadro incerto, l’Amministratore Unico di Acquedotto Lucano ha convocato per la prossima settimana una assemblea dei soci per deliberare un aumento del capitale sociale nel mentre si sono perse le tracce dell’impegno già assunto di rivederne la governance. Inoltre, la Meloni vorrebbe rinnovare al 2044 i titoli concessori liberi forse funzionali ad un piano industriale di cui, insieme ad una diversa governance, sempre Acque del Sud dovrebbe dare conto. Poi vi è l’EGRIB in forte affanno e responsabile per non aver determinato il conseguimento della condizione abilitante al fine di investire al meglio e velocemente le risorse comunitarie”.
“Altro soggetto che ha importanti competenze in materia di acqua in agricoltura - aggiungono gli esponenti di Pd e Bd - è il Consorzio di Bonifica della Basilicata istituito con Legge regionale n.1/2017 e nato dalla fusione dei consorzi Bradano e Metaponto, del Vulture e della Val d’Agri. A distanza di otto anni riteniamo utile fare un tagliando, in un contesto in cui appare urgente e non più rinviabile, a distanza di sei anni di Governo Bardi, e nel pieno di una nuova emergenza idrica, una riforma complessiva della governance della gestione della risorsa idrica. Già in Commissione consiliare abbiamo evidenziato alcune temi di discussione come, ad esempio, la necessità di dare piena attuazione al comma 2 dell’art. 2 della legge riguardo alle unità operative territoriali dei vecchi consorzi che devono trovare collocazione più netta, forte ed autonoma nel nuovo Statuto del Consorzio che ad oggi non è stato ancora approvato; così come ad oggi, ai sensi dell’art. 3 della legge, non è stato ancora approvato il Piano generale di bonifica, che comporta una serie di scelte che attengono anche all’art. 4 (Opere pubbliche di bonifica e di irrigazione) mentre si agisce ancora nelle ‘more’”.
“Attraverso una nostra proposta di legge, inoltre – proseguono Lacorazza, Cifarelli e Marrese - riteniamo necessario ripensare anche alla delega relativa alla forestazione che sarebbe opportuno affidare alle Unioni dei Comuni (montani, da costituire) in un contesto in cui, fermo restando la scelta, vi sia la necessità di riflettere sulla legge 42/1998. Da questo punto vista riteniamo che a distanza di anni vi possano essere nuove opportunità – anche considerando elemento ispiratore della proposta di Agenzia Agro Forestale – attraverso una riforma della Società Energetica Lucana da trasformare in Società Lucana per la Sostenibilità Ambientale ed Energetica, traendo ispirazione dall’Agenda 2030 ONU per lo Sviluppo Sostenibile, da direttive Comunitarie, dagli artt. 9 e 41 della Costituzione e dall’indirizzo approvato, su nostra proposta, dal Consiglio regionale di un ‘Fondo 2050 per lo sviluppo sostenibile’ alimentato da parte della royalties e delle compensazioni ambientali rinvenienti dall’attività estrattiva. Su questo punto a breve depositeremo una proposta di legge in un contesto nel quale la Regione, ultima con la Calabria, dovrà approvare il Piano per la Sostenibilità connesso al Piano Strategico regionale. Mettiamo a terra – concludono - queste proposte con la speranza che il Presidente Bardi nel Consiglio regionale di lunedì 21 luglio assuma questi spunti come utili al confronto”. |
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