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Basilicata sempre più...set: Il Vangelo secondo Matteo |
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2/05/2012 | A scegliere la Basilicata nel 1964 è un grande artista, una delle figure più importanti del panorama cinematografico e culturale italiano: Pier Paolo Pasolini, che scrive e dirige “Il Vangelo secondo Matteo”. Il film è una riproposizione molto fedele del Vangelo secondo Matteo, in cui vegono ripercorse le tappe della vita di Gesù Cristo: dall’annunciazione a Maria della nascita del Figlio di Dio al matrimonio con Giuseppe, dalla fuga in Egitto per sfuggire ad Erode alla strage degli innocenti. Sino alla vita di Gesù da adulto. Le prove nel deserto, gli Apostoli, la predicazione del suo Verbo, i miracoli, la crocifissione e la resurrezione.
Pasolini lesse il Vangelo nel 1962 ad Assisi, per la seconda volta e fu proprio in questa occasione che definì chiaramente l’dea sul film. La scelta di San Matteo non è certamente casuale, l’autore ritiene questa versione quella che più di ogni altra risalta l’umanità di Cristo, il suo essere uomo tra gli uomini. Pasolini non è un cattolico, << non sono nemmeno cresimato>> dichiarerà per ribadire il suo ateismo, arrivando a trattare in maniera antidogmatica un argomento di carattere religioso.
L’opera scatenò un aspro confronto intellettuale sulla stampa, accendendo le polemiche per vilipendio della religione. In alcuni punti del film è possibile intravedere riferimenti all’attualità: i soldati di Erode vestiti da fascisti e i soldati romani vestiti da celerini, piccoli riferimenti che tuttavia non distolgono lo spettatore dal racconto della vita di Cristo, ma danno prova della straordinaria sensibilità e acutezza di ingegno di Pasolini.
E’ chiara, forse contraddittoria, forse provocatoria, la dedica che appare nei titoli di testa del film “Questo film è dedicato alla cara, lieta, familiare memoria di Giovanni XXIII”.
L’idea iniziale era di ambientarlo negli stessi luoghi della Palestina dove realmente si erano svolte le vicende narrate, ma si rivelò poco praticabile anche per via dei mutamenti subiti dal paesaggio nel corso dei secoli. Da qui la decisione di girarlo nell’Italia centro-meridionale, in Lucania (in particolare Barile, Potenza, i Sassi di Matera e Castel Lagopesole): un paesaggio molto simile alla Palestina in cui visse Cristo. Il regista utilizza attori rigorosamente non professionisti e comparse scelte tra la locale popolazione contadina, ritagliando un ruolo anche per l’anziana madre Susanna, che interpreta la Madonna anziana.
Il tutto delicatamente accompagnato dalle note di Bach, Mozart e Webern, che arrivano a toccare le corde più intime del cuore dello spettatore.
Film pluripremiato, presentato alla XXV Mostra del Cinema di Venezia, vincitore del “Nastro d’Argento” nel 1965 per regia, fotografia e costumi, e della “Caravella d’Argento” al Festival Internazionale di Lisbona.
Nicoletta Fanuele
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