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Basilicata sempre più ..set! I Basilischi |
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24/04/2012 | 1963. Francesco, Sergio e Antonio sono tre giovani privilegiati che vivono in un paesino del sud Italia: il film è il ritratto della loro vita, troppo intrisa di provincialismo per potre far desiderare loro di spiccare il volo verso mete più stimolanti. Un giorno, la zia di Antonio, svogliato studente universitario, gli offre la possibilità di andare a vivere da lei a Roma, trasferendo l’iscrizione dall’Università di Bari a quella della capitale; dopo poco tempo egli farà ritorno al paese, incapace di abbandonare pregidizi, luoghi comuni e rituali tipici della provincia natia, profondamente radicati nel suo essere. Così per i “vitelloni” di una cittadina del sud i giorni passano, avvolti nell’ozio e nella noia. Particolarmente significativo è lo stralcio relativo al “pranzo dei terroni” in cui a dominare, per un paio di minuti è solo il tintinnio delle stoviglie, i piatti vengono svuotati velocemente perché è l’ora del tradizionale pisolino pomeridiano. E’ qui che emerge con tutto la sua forza la meridionalità: le strade del paese sono desolate, è l’ora del riposo per tutti, è la “controra”, tutti sono tra le braccia di morfeo. La “controra” è uno dei concetti più affascinanti che il meridione ha in sé, quasi come la siesta messicana, ma con un senso di fatalismo maggiormente evidente. Una commedia che esplora, sempre con il sorriso, una sconsolata situazione quotidiana nel nostro sud. Promettente opera prima di Lina Wertmuller, che dopo l’esperienza come aiuto regista di Federico Fellini per il film “Otto e mezzo”, debutta come regista, curando anche soggetto e sceneggiatura. La Wertmuller gira buona parte del film nel paese di cui è originaria la famiglia del padre, il piccolo centro lucano di Palazzo San Gervasio. La regista per questo film si aggiudica la “Vela d’Argento” al Festival di Locarno nel 1963 ed ottiene vari premi, in seguito, anche a Londra e a Taormina. Un successo enorme, a cui contribuisce la grande professionalità di Ennio Morricone che ne cura le musiche. Nelle parole della professoressa Marina De Palo, docente di semiotica all’Università degli Stdi di Salerno: ”I Basilischi sono il simbolo del sud e della sua tradizione, come si evince dal modo di camminare: gli uomini camminano sull’esterno della strada, mentre le donne procedono nell’interno”.
Nicoletta Fanuele |
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