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Recensione:“ Strane storie di mare”, un libro di Daniela Valente |
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4/08/2017 | Da qualche mese a Bella, il mio paese, la posta non arriva più puntuale come prima. Le bollette si perdono, i giornali anche. Mi sento defraudato, perso. Questa mattina con gioia ho trovato sulla cassapanca all’ingresso due pacchi. Il miracolo è accaduto. In uno da Amazon una crema per i tatuaggi di mio figlio, nell’altro dalla mia amica Daniela Valente due libri di Coccole books. La mia amica ha pubblicato con la sua casa editrice “ Dura la vita di un duro”,” Mamma farfalla”, “ Il libro con le pulci”,” Una vita da somaro”, “Occhio a Marta”. Daniela Valente è stata mia ospite nell’Istituto Comprensivo di Bella(Pz) per le mostre del libro che abbiamo organizzato, per incontrare gli alunni e divertirli con i suoi laboratori di lettura e scrittura. Ha formato gli insegnanti delle scuole della provincia di Potenza sulla lettura, i libri, le storie che fanno crescere. Daniela porta avanti da molti anni con determinazione la sua battaglia per diffondere nelle scuole libri di qualità, per appassionare alla lettura i piccoli, i giovani e quelli che hanno cuore e passione.
Vi ho detto all’inizio che nel pacco c’erano due libri. Oggi vi parlo del primo “ Strane storie di mare”, illustrato da Antonio Boffa. Il libro di Daniela è uno scrigno ricco di tanti tesori e l’ho divorato, ridendo di gusto e commuovendomi alla fine. Giulia, la protagonista di “ Strane storie di mare” ha nove anni, un papà che la mattina le racconta i suoi sogni, una mamma che dice di non sognare mai e un nonno che le racconta sogni e storie. A Giulia è capitata una tegola enorme sulla testa, i suoi genitori le hanno detto che è in arrivo un fratellino o una sorellina. Giulia si sente persa, ha paura di diventare “ trasparente” per mamma e papà, è sempre più spesso “storta” e solo il nonno che abita con loro, coltiva un orto e la porta in riva al mare, riesce a calmarla con i suoi racconti.
E sono racconti strani quelli del nonno. Sanno di terra, di mare, profumano di pane appena sfornato, di “ciabatte” che si addentano, di pesce fresco venduto in mercati colorati sul lungomare. E così leggendo i racconti di “ Strane storie di mare”con Elvio ho combattuto le formiche a Cerille, un piccolo paese invaso da questi insetti dopo un terremoto,con Ciccio ho amato a Napoli Teresa Boccadifuoco e con lui ho aperto con grande successo la ditta di fuochi artificiali “ Colpo di fulmine”.
Con Salvatore,” l’uomo curvo” ho guidato una seicento tutta ammaccata per le strade del paese, con Rosa la lavandaia sono diventato “ occhi belli”. E intanto Giulia ha dato un nome alla sorellina, ha deciso di chiamarla Rossella. Il suo arrivo l’ha fatta diventare “trasparente”, ma Rossella ama la sorella ed è il suo nome la prima parola che si sforza di pronunciare. E poi…..facciamo la conoscenza di Clementina l’amica del nonno che veste in maniera improbabile con stoffe coloratissime e ha deciso di partire per il Kenia. Impariamo ad amare di Giulia il suo “paese di mare, dove l’odore di salsedine arriva fin dentro le case e profuma le cose”.
Dal nonno di Giulia impariamo che “ le storie, tutte le storie, sono un poco vere, che pensarle,ascoltarle o raccontarle fa crescere i bambini e rende più felici i grandi.”
In “Strane storie di mare” di Daniela Valente c’è il mistero della nascita e della morte e scarpe che : “ Ora sull’albero, ci sono tre paia di scarpe: le mie, quelle che il nonno usava per lavorare nell’orto e le prime scarpette di Rossella….Siamo tutti e tre insieme, in alto, con i piedi tra le nuvole e la testa in mezzo al mare…”.
Delicato e avvincente, il libro insegna che c’è un tempo per tutto e la nuova sorellina non diminuirà l’amore dei genitori per Giulia, ma lo moltiplicherà e il nonno non se ne andrà mai via per davvero, perché le sue storie continueranno a vivere, proprio come il suo ricordo.
Di questo libro Pino Boero ha scritto: “Il libro di Daniela Valente ci trasporta in un territorio che io ho sempre apprezzato, quello delle “storie incatenate”: mi trovo, quindi, a mio agio nel leggere della casa in riva al mare dove “alla mattina si raccontano i sogni”, della piccola Giulia di nove anni che teme l’arrivo di un fratellino o di una sorellina e del nonno che le racconta storie fantastiche creando, insieme a lei, una sorta di universo, ad un tempo, avventuroso e rassicurante. Il tratto narrativo di Valente è efficace e sicuro come l’implicita “morale” che emerge: il suono stesso della parola raccontata è vita, serenità, libertà.”
“Per sognare non bisogna chiudere gli occhi, bisogna leggere”, disse il filosofo Michel Foucault e allora cosa c’è di più bello che regalare e magari leggere insieme ai propri figli un buon libro come “ Strane storie di mare” di Daniela Valente.
Fatelo i vostri figli, i vostri nipoti, i vostri alunni ve ne saranno grati.
Bella 3 agosto 2017 Mario Coviello
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