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Recensione del libro di Luca Bianchini " Siamo solo amici" |
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10/07/2017 | Ecco come Luca Bianchini racconta il suo quinto romanzo “Siamo solo amici”:“E’ la storia di due portieri, Giacomo,portiere d’albergo e Raphael un portiere di calcio che hanno rispetto alla porta due atteggiamenti opposti. Giacomo con i suoi completi gessati, le sue Church’s sempre perfette, Giacomo con la sua fissa per le scarpe altrui e la paura di dimenticare il codice del bancomat, aspetta da cinque anni una donna che finalmente sta arrivando e Raphael invece spera sempre che nessuno si avvicini alla porta per fare goal.”
Giacomo ha 48 anni, Raphael la metà. Giacomo è silenzioso, riservato, non si lascia mai andare, Raphael è spontaneo, immediato, caloroso e sfodera sempre un sorriso che conquista.
” Amo i contrasti un vulcano spento vicino a un uomo che ha la metà dei suoi anni e che gli scombina la vita. Giacomo si fa i film con le coppie che arrivano in albergo, le coppie clandestine. Osserva le scarpe, le cose che lasciano nelle camere raccontano più di quelle che viene portato via in valigia.”
Giacomo e Rafael sono accomunati da un senso di precarietà, di smarrimento, del non sapere bene cosa fare della propria vita, del lasciarsi trascinare dagli eventi piuttosto che deciderli. E’ forse questo l’elemento che fa sì che tra di loro scatti già dal primo incontro il seme di un’amicizia forte, intensa, preziosa, malgrado sia nata per caso e da pochissimo tempo.
In “Siamo solo amici” ci sono due donne Frida e Tamara. Frida dice di fare la private banker e invece svolge il mestiere più antico del mondo, fa la prostituta e assomiglia a Gesù. Come lo psicologo deve capire subito chi ha davanti di fronte e cosa cerca. Riceve Giacomo ogni mercoledì e gli fa lo sconto. Tamara è la cassiera del bar in cui Raphael lavora perché si è infortunato e non gioca più al calcio. Copia lady Gaga nell’abbigliamento sempre eccessivo “instivalata e pitonata”, è quella che si commuove, e non ha paura di esprimere i propri sentimenti.
La copertina del romanzo è la chiave di un albergo, la chiave pesante di una volta, un albergo di Venezia, con un sapore antico, con poche camere, con stanze con storie e destini che si incrociano. La “Abbadessa”, l’albergo nel cuore del quartiere Cannareggio, a due passi dal Duomo, dove Giacomo lavora, ha solo 14 camere. Nessun luogo come un hotel dà il senso della provvisorietà. La gente arriva, parte, torna, se ne va per sempre, lascia un sorriso o uno sguardo vuoto, indifferente: niente come un albergo rappresenta una grande metafora della vita. Nella locanda dell’Abadessa Giacomo lavora e vive, ospite di una delle stanze destinate ai clienti.
“La gestazione del mio quinto romanzo è stata lunga e complessa- confessa Bianchini-. Non ho avuto fretta. Mi sono lasciato andare. E’ la storia di una persona che è sola e incontra un’altra persona; fanno amicizia e questa amicizia cambierà la vita di entrambi. I due imparano a parlare a raccontare di sé. Parlare fa bene e soprattutto fa bene dire quello che sentiamo dentro veramente. Il male del vivere di oggi è che siamo troppo concentrati sul nostro ombelico, dobbiamo imparare a guardare l’orizzonte. Senza relazioni siamo soli. Cerchiamo di unirci. Non sviliamo l’amicizia che ha pari importanza dell’amore.
Narrare una storia significa non avere paura di chi ci legge, farsi accettare per come sei.”
Le pagine del romanzo scorrono piacevolmente e si ha la netta sensazione di vivere con i personaggi, di essere lì con Rafael quando gioca a pallone con il ragazzino nel campetto o durante gli aperitivi di Giacomo a base di prosecco con la signora Silvana, un’anziana signora in lotta con una procace badante che le insedia il suo uomo.
Il vero protagonista di “Siamo solo amici” è l’amore in tutte le sue sfaccettature: l’amore venduto e comprato, l’amore tradito e vendicato, l’amore idealizzato, l’amore mai compreso o mai svelato, l’amore che non è amore, ma amicizia, o l’amicizia che non è amicizia ma amore; l’amore maturo, l’amore-sbandata, l’amore fraterno e protettivo.
“ Siamo solo amici” è un libro da leggere in poche ore, per sorridere, piangere, emozionarsi, affezionarsi ai protagonisti.
Bella 10 luglio 2017. Mario Coviello
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