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Recensione:“Così va il mondo” il libro di Naom Chomsky |
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24/06/2017 | Nel libro “Così va il mondo” di 651 pagine, edito dalle Edizioni Piemme, ed acquistabile al prezzo di 19 euro, Chomsky analizza, con implacabile lucidità e sorprendente lungimiranza, il corpo agonizzante della democrazia, straziata, a suo giudizio, e in modo intenzionale, dai baroni di Wall Street con la complicità della comunità affaristica internazionale. Per cui ci rivela, nella sua impietosa diagnosi, che i grandi nemici della libertà non si sono estinti con la scomparsa di uno dei più feroci totalitarismi della storia, quel socialismo reale ormai agonizzante crollato con il Muro di Berlino, ma sono da ricercare oggi in una degenerazione del capitalismo americano e occidentale. Questo processo ha avuto inizio negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale e, attraverso un lento e subdolo meccanismo di erosione del sistema democratico domestico, o l’uso della violenza politica e del terrore in stati – come il Cile o il Nicaragua, considerati ‘‘a rischio di comunismo’’, ha infine generato una sorta di ‘‘serial killer’’ della società civile, che ha trionfato nella deregulation di Ronald Reagan e nelle riforme neo-liberiste di Margaret Thatcher in Inghilterra. Oltre a essere attuale alla luce dei colossali crack finanziari di società come Enron e Parmalat, l’analisi di Chomsky sulle drammatiche conseguenze economico- sociali provocate, non solo nel Terzo Mondo, dal nuovo capitalismo ‘‘selvaggio’’ e globalizzato, si lega a filo doppio alla svolta mondiale dell’11 settembre 2001 e al successivo mutamento di rotta della politica estera statunitense che, con l’elaborazione da parte dell’amministrazione di George Bush Jr. del teorema della ‘‘guerra preventiva’’, ha trasformato radicalmente la dottrina strategico-militare degli Stati Uniti. Il nuovo ‘‘Impero del Male’’ è oggi la diabolica alleanza trafondamentalismo islamico, terrorismo internazionale e ‘‘stati canaglia’’ (alcuni dei quali, sottolinea l’autore, sono stati fra i migliori alleati della Casa Bianca, quando c’era da fronteggiare l’Urss o l’Iran di Khomeini); e la guerra ‘‘asimmetrica’’ contro questa minaccia per i neo-conservatori di Washigton
, si combatte esportando la democrazia a colpi di ‘‘bombe intelligenti’’, tanto che l’invasione dell’Iraq, afferma Chomsky, non sarebbe che un giro di prova di questa nuova e significativa fase della politica americana. Il ‘‘j’accuse’’ esposto in questo testo prende le mosse dal vero e proprio colpo di stato sotterraneo che le corporation starebbero perpetrando a danno della democrazia in Occidente, estromettendo il popolo dalla vita politica. Un popolo che ormai viene chiamato a ratificare, attraverso quello che si è ridotto a un rito formale, le elezioni, decisioni già prese e comunque separate dalle politiche economiche, che s i muovono su binari diversi dalla politica vera e propria. In tal senso risulta determinante il ruolo giocato dalla ‘‘fabbrica del consenso’’, ovvero i mass media: che, sottolinea Chomsky, si definiscano ‘‘liberal’’ oppure conservatori, sono tuttavia a grandi aziende, e non può quindi stupire che l’immagine del mondo che ess e presentano rifletta gli interessi e i valori dei proprietari e degli investitori.
Biagio Gugliotta
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