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Intervista a Saverio De Marco, autore del libro |
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20/06/2017 | "La strada per la città", edito da Italic Pequod, è il libro di esordio di Saverio De Marco. L'autore, noto anche come Indio, vive a San Severino Lucano dove, dopo essersi laureato in sociologia alla Sapienza di Roma, si occupa di turismo nelle aree protette e, più generale, di tematiche socio – ambientali. Lo stesso De Marco ha parlato con lasiritide.it di questa sua prima opera letteraria
Perché hai deciso di scrivere un libro?
In realtà scrivo da sempre. Fin da piccolo. Mi ero anche cimentato in un fumetto pubblicato nel 2015, ma non da un editore. Questo mio primo libro è composto da racconti che ho cominciato a scrivere durante gli anni all’università.
Da dove, o da chi, hai tratto ispirazione?
Sono stato ispirato dalla letteratura americana, che apprezzo molto. E, in particolare, da autori come Charles Bukowski o David Salinger, per citarne alcuni, ma anche da altri.
Come mai hai deciso di strutturarlo in racconti scollegati tra loro?
Perché risalgono a periodi diversi, distanziati tra loro anche da anni. Inizialmente li avevo scritti per me, spinto dalla passione per la scrittura e senza intenzione di pubblicarli. O quanto meno non nell'immediato.
È un’opera autobiografica?
Sì. Luciano, il protagonista, diciamo che è il mio alter ego. Il libro contiene aneddoti e spaccati di vita vissuti da ma e dai mie amici durante gli anni da universitari. È una descrizione della nostra quotidianità di allora, anche attraverso momenti apparentemente banali.
Dove è ambientato?
Nelle periferie e i quartieri popolari di Roma, dove questi studenti fuori sede, provenienti da piccoli e sperduti paesi di montagna, si sono trasferiti. E tutti vivranno proprio il contrasto tra questi luoghi così diversi tra loro. Unitamente ad altri disagi come vivere in appartamenti sgangherati, piuttosto che in camere doppie. E per mantenersi saranno costretti anche a lavorare, facendo lavori quali gli strilloni per vendere i giornali nei mercatini.
Il protagonista è anche impegnato politicamente e amante della natura?
Sì, partecipa alla vita politica capitolina attraverso il movimento studentesco antifascista. E, nonostante viva in una metropoli, l'amore per la natura resta immutato. Non a caso nel libro si trovano due racconti dedicati alla Basilicata ancestrale e selvaggia.
Perché il libro è scritto in terza persona?
Mi è servito per distaccarmi dal mio alter ego in modo da assumere un tono più descrittivo, perché l'impostazione è realistica e non introspettiva.
Invece, come mai alla fine è in prima persona?
Solo l'ultimo racconto, intitolato "Qualcosa da buttare", che in realtà è il primo che ho scritto e proprio per questa ragione ho voluto rimanesse così, senza alcuna modifica.
Hai in cantiere altri progetti letterari?
Questa è stata una prima prova, ma ho altri sogni nel cassetto. Ho già scritto un romanzo che è il seguito de "La strada per la città", ma diviso in capitoli e non in racconti. Tuttavia, i protagonisti, gli ambienti e le situazioni descritte sono simili.
Gianfranco Aurilio
lasiritide.it
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