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Unibas:contributo della ricerca per lo studio e la difesa dei monumenti |
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23/05/2017 | La difesa e la conoscenza del patrimonio culturale e monumentale si fondano anche, e prima di tutto, su un’innovativa ricerca scientifica in grado di preservare i tesori archeologici di cui è ricca l’Italia, e di studiarne a fondo le caratteristiche e la storia: in questa direzione l’Università della Basilicata e la Scuola di specializzazione in Beni archeologici hanno sempre offerto un contributo fondamentale per l’innovazione nei progetti scientifici legati ai “tesori” culturali. Uno “spaccato” di questi studi sarà presentato giovedì 25 maggio a Matera, nella sede dell’Ateneo in via San Rocco (Aula Sassu, ore 10), nel corso del workshop dal titolo “Il contributo della ricerca nell’archeometria e nella tutela del patrimonio monumentale”.
Il Workshop, organizzato in collaborazione con l’Università della Calabria, rappresenta “un’occasione – ha spiegato la docente dell’Unibas, Giovanna Rizzo - per illustrare le attività di ricerca e le competenze di ricercatori dell’Università della Basilicata, della Calabria e della Scuola di Specializzazione sul patrimonio monumentale. I contributi evidenziano l’importanza del patrimonio monumentale, testimonianza del passato e valore del futuro, e la sua conoscenza, attraverso un approccio multidisciplinare delle metodologie di diagnostica e di conservazione del patrimonio stesso”.
Il seminario partirà con i saluti istituzionali della Rettrice dell’Unibas, Aurelia Sole, del Rettore dell’Unical, Gino Mirocle Crisci, e del direttore del Dicem, Ferdinando Mirizzi.
E’ poi prevista la presentazione di sette ricerche scientifiche, che spaziano dall’analisi dei manufatti alla conservazione dei Sassi di Matera, passando per l’utilizzo dei laser e dei microrganismi. La ricerca di Roberto Teghil (Unibas) riguarda, in questo senso, i "Metodi spettroscopici laser in archeometria” per ottenere informazioni sulla struttura molecolare e condurre analisi su ogni tipo di materiale. Donatella Barca (Unical) proseguirà su questo filone, parlando dell’utilizzo “della tecnica analitica La-Icp-Ms nel campo della diagnostica e conservazione dei beni culturali”, presentando anche i risultati ottenuti su alcuni campioni di malta provenienti dal sito archeologico di Teotihucan e dal Templo Mayor in Messico.
Le “Metodologie di indagine e di intervento nel recupero dei patrimoni culturali e dei Sassi di Matera" sono, invece, il titolo dell’intervento di Antonella Guida (Unibas), centrato sull’integrazione fra tradizione e innovazione per riqualificare gli insediamenti residenziali nei Sassi e salvaguardare l’antica struttura tipologica ed urbana. "Il contributo delle Scienze della Terra nella diagnostica e conservazione del patrimonio culturale” è l’argomento dell’intervento di Mauro La Russa (Unical), che illustrerà l’apporto delle Geoscienze nel campo della diagnostica e della conservazione del patrimonio culturale.
Tonia Giammatteo (Scuola di specializzazione in Beni archeologici) parlerà del “Contributo delle analisi archeometriche per lo studio e la diagnostica dei manufatti in archeologia: il caso di Torre di Satriano", e in particolare sull’importanza dello studio archeometrico applicato alla ricerca archeologica. Laura Scrano (Unibas) illustrerà invece "Il ruolo dei microorganismi nella tutela dei beni culturali” con lo sviluppo di tecniche di biorisanamento o basate sulla biomineralizzazione in grado di portare a un consolidamento strutturale.
La relazione di Giovanna Rizzo (Unibas) si concentra sulla “Ceramica storica di Calvello: un esempio ancora attuale”, da cui è emerso che questa produzione risale almeno al XVII secolo e che probabilmente era favorita dall’utilizzo delle materie prime locali (sabbie e argille), e con tecnologie avanzate (altiforni da combustione). Il comitato scientifico del workshop è composto da Giovanna Rizzo, Michele Paternoster, Rosa Sinisi e Salvatore Laurita.
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