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Primo esperimento di riabilitazione psichiatrica tramite inserimento lavorativo |
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18/05/2017 | Un progetto di inclusione e riabilitazione psichiatrica tramite l’inserimento lavorativo nelle mense scolastiche promosso e gestito dalla Cooperativa sociale Multiservice Sud, con il coordinamento del Dipartimento di salute mentale di Potenza, in cui le abilità apprese in cucina si sommano all’autonomia e alla motivazione di un’adeguata retribuzione
“Non esistono persone normali e non, ma donne e uomini con punti di forza e di debolezza ed è compito della società fare in modo che ciascuno possa sentirsi libero, nessuno sentirsi solo”. Potrebbero essere queste parole di Franco Basaglia l’assioma da cui parte “MENSana”, il progetto sperimentale di riabilitazione psichiatrica tramite l’inserimento lavorativo in mense scolastiche, fortemente voluto e attuato dalla cooperativa Multiservice Sud, soggetto gestore del centro diurno “La tartaruga” di Potenza, e coordinato dal Dipartimento di Salute Mentale (DSM) di Potenza.
Dal mese di aprile fino alla fine dell’anno scolastico, per tre giorni a settimana, dal centro diurno “La tartaruga” parte un furgoncino e quattro lavoratori che, alle ore 10, devono timbrare il cartellino in varie mense scolastiche. Nicola Vignola scende alla mensa della Domenico Savio, Antonio Pastore e Rocco Marino vanno alla Domiziano Viola mentre Natasha Chala Muhindo e Antonietta De Nicola alla Busciolano. Appena arrivano sul posto di lavoro, tutta la squadra della cucina li accoglie con sorrisi ed entusiasmo: lo chef comunica il menu tra una strizzatina d’occhi e un mestolo roteante, l’aiuto cuoco appronta gli utensili necessari al lavoro, mentre un gruppo di donne sorridenti si avvicenda tra frigo e dispense da far riempiere o svuotare. Mani ben pulite, cuffietta e mascherina, ora i nuovi aiutanti sono pronti a svolgere i propri compiti fino a mezzogiorno, quando il trillo della campanella suona l’ora del pranzo per gli alunni e la fine del lavoro per i ragazzi de “La tartaruga”. Rientrano al centro diurno felici e soddisfatti, già tutti frementi al pensiero di come investiranno la paga a fine mese: chi vuol fare un viaggio, chi shopping d’abbigliamento e c’è addirittura chi vuol mettere su un negozio online!
E’ una delle tipiche giornate pienamente vissute dai cinque fortunati destinatari del progetto sperimentale “MENSana”, in cui la dignità del lavoro e la gratificazione economica si mescolano a ingredienti quali «gli aspetti sensoriali (vista, udito, odorato, tatto, gusto), gli aspetti percettivi/ motori (tagliare, impastare…) e quelli cognitivi (memorizzare sequenze logiche, prestare attenzione alle norme igieniche) – come fa notare la sociologa Carmen Villano- in una ricetta perfetta per una possibilità di riscatto del malato che, da soggetto passivo diventa soggetto attivo nella società. Un succulento “piatto” che permette al disabile di recuperare quel binario di norme comportamentali e di valori che lo conducono a un corretto inserimento in un gruppo di appartenenza e di superare stigma e pregiudizio». Un menu ancora difficile da far gustare alla società e ai suoi operatori economici ma non per Mario Bonavoglia, presidente della cooperativa Multiservice Sud, gestore del centro diurno, che non solo ha fortemente creduto nel progetto d’inserimento lavorativo per il disagio psichiatrico ma ha messo a disposizione le proprie attività di ristorazione per dimostrare che questa è la giusta via per restituire la libertà e la coscienza di sé a chi, da troppo tempo, si crede un “costo” e non una risorsa per la società.
Partendo dal Metodo Spivak, che mira a bloccare la “spirale fallimentare” in cui cade il malato psichiatrico tramite i tre asset fondamentali della personalità (cura della propria persona, lavoro e gestione della casa), il Dipartimento di Salute Mentale di Potenza ha voluto sperimentare e coordinare “MENSana” per verificarne i risultati e sensibilizzare il “mondo di fuori” verso uno strumento riabilitativo così potente, quale il valore del lavoro. «Il progetto d’inserimento lavorativo del diurno “La tartaruga” nasce dalla necessità terapeutica di individuare uno strumento capace di misurare le abilità e le capacità del malato – spiega il firmatario di “MENSana dott. Angelo Laieta- migliorare la sua comunicazione, interiorizzare il senso di responsabilità e intessere relazioni con l’esterno. Il ruolo del DSM si concentra sul monitoraggio e valutazione dei risultati clinici lungo le fasi previste, ma anche sulla funzione pubblica di rendere visibile uno strumento che, a livello nazionale, ha già dato ottimi risultati e che, dunque andrebbe incentivato e sostenuto maggiormente dalla Regione Basilicata. Il più grande ostacolo, infatti - chiosa il dott. Laieta- è l’impossibilità di trovare una soluzione di continuità per coloro che intraprendono questo percorso riabilitativo, vanificando così gli sforzi fatti dagli operatori sanitari, i gestori e, soprattutto, i malati».
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