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Antonio Barbalinardo:presentato‘Centenario del primo conflitto mondiale 1914-18'

15/05/2017

L'ultimo colpo di cannone gli scoppiò nelle vicinanze e gli fu fatale, in quella maledetta guerra, la prima guerra mondiale. La morte lo colse il 25 maggio 1917, a Vizintini, nel Vallone del Carso, nel comune di Doberdè del Lago. Così, il Fante Barbalinardo Francesco di Pisticci, classe 1884, esalò il suo ultimo respiro di una vita dedicata alla Famiglia e alla Patria.
Alla cessazione del fuoco del 1918, mancavano all'appello oltre sedici milioni di soldati, di baldi giovani che non potettero mai più riabbracciare il loro cari e baciare la loro Terra, lasciata con il pianto nel cuore e nella disperazione di parenti ed amici, che mai più lo avrebbero rivisto. Anche questa guerra, come tutte le altre, fu una stupida guerra, che infiammò l'Europa, prima, e tutto il mondo, poi.
A casa Barbalinardo venne recapitato, da parte delle Autorità Militari, il certificato di morte e , qualche anno dopo, una medaglia al Valore Militare, a ricordare il sacrificio di un padre di famiglia, che non tornò più al suo casolare e alle sue terre nemmeno da morto: risultava seppellito al fronte, come tanti suoi sfortunati commilitoni. Francesco Barbalinardo, così, non potette avere nemmeno il conforto del pianto dei suoi cari, dei figli e dei tanti nipoti. Era diventato un milite ignoto, finché un giorno........
" Era il 7 settembre 1975, racconta emozionato il nipote Antonio, in servizio militare a Udine, alla caserma " Pio Spaccamela, quando mi sono recato in visita al Sacrario di Redipuglia, con il commilitone Antonio Spista, spinti anche dalla curiosità di leggere i nomi dei caduti della Grande Guerra, quella di mio nonno. Ho risalito tutti i gradoni, fino ad arrivare ai cognomi con la lettera B, come se qualcosa mi avesse spinto a cercare con più attenzione, tra quelle piccole lapidi: "Soldato Barbalinardo Francesco 138° Fanteria". Sobbalzai incredulo, era proprio quella di mio nonno Francesco. Un salto di sessant'anni mi riportò, con tanta emozione a quella maledetta guerra.


Il mio primo pensiero fu quello di avvertire la mia famiglia della meravigliosa, quanto casuale scoperta: avevo trovato la tomba del nonno, quel mio caro nonno Francesco, di cui mio padre Giuseppe Rocco mi aveva potuto raccontare quelle poche cose vissute da piccolo. Da allora, da quel ritrovamento, si è accesa in me la scintilla di allargare la ricerca a tutti i caduti di Pisticci e della Basilicata, per rendere onore a chi il suo sangue aveva versato per la Patria"
Ed eccoci ai nostri giorni, nella magnifica storica "Sala del Grechetto" della Biblioteca Sormani di Milano, a presentare uno straordinario volume sul centenario della Grande Guerra, in cui l'autore , con rigore statistico, oltre che con passione, ci offre un quadro completo e minuzioso dei caduti in guerra dei Lucani, a cominciare ovviamente da quelli di Pisticci.
Il libro, edito per i tipi Ancora Arti Grafiche Milano, con il contributo della Fondazione Carlo Perini e della Fondazione Cariplo, con il patrocinio del Comune di Pisticci, non si ferma qui, ma offre ampie pagine delle varie battaglie di quel conflitto, arricchite da foto e dalla riproduzione dei giornali dell'epoca e la descrizione del personaggi protagonisti. Non mancano nemmeno pagine dedicate al contesto sociale dell'Italia e del Meridione,in particolare, atte a far capire quanto sia stato il danno, oltre in termini di vittime, per l'economia di quelle vaste zone, che vivevano di agricoltura e altrettante pagine descrittive del fenomeno dell'emigrazione verso il Nuovo Mondo delle Americhe , che ha interessato migliaia di famiglie.
Questo è un vero compendio storico e un grande atto di fede e di amore, che Antonio Barbalinardo ha scritto , oltre a tante altre pubblicazioni di carattere sociale e di ricerca storica, con le prestigiose presentazioni di Franco Marini, presidente del Comitato storico scientifico per gli anniversari di interesse nazionale, di Nando Dalla Chiesa, docente universitario, di Viviana Verri, sindaca di Pisticci e di Antonio Iosa, presidente della Fondazione Carlo Perini.
Ad onorarlo alla presentazione del libro, ci sono stati Antonio Iosa, presidente della Fondazione Carlo Perini, Michele Saponara, già membro del CSM e Deputato della Repubblica, Rosario Pantaleo, presidente della Commissione Comunale Sicurezza e Coesione Sociale, Carmelo Ferraro, presidente del Comitato M'Impegno, Paolo Tempo, presidente Associazione Culturale Phos e Michele Petrocelli, presidente dell'Associazione Lucani di Milano. Ha moderato il magnifico e toccante evento Antonio Palazzo , del Direttivo della Fondazione Carlo Perini, in una Sala gremita ed attenta alle vicende narrate.
La Siritide si unisce, con grande piacere, al coro di consensi e di apprezzamenti tanto meritati da Antonio.

Giovanni Labanca



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