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Il crocifisso di Pericle Fazzini al Musma

21/04/2011

Giovedì 21 aprile 2011, alle ore 17, in occasione della Settimana Santa, alla presenza di S.E. Salvatore Ligorio, Arcivescovo di Matera e Irsina, nella sala che ospita la personale di Pericle Fazzini, verrà presentato al pubblico il Crocifisso del grande scultore marchigiano, noto in tutto il mondo per il Cristo Risorto che campeggia, dal 1977, per volere del Papa Paolo VI, nella Sala delle Udienze in Vaticano.

Il Crocifisso, donato al Musma da Vincenzo Gaetaniello, lo scultore che collaborò con Fazzini alla realizzazione del Monumento a Padre Pio inaugurato in Piazza degli Olmi, a San Giovanni Rotondo, il 28 luglio 1987, è il modello al vero in polistirolo, di cm 100x72x22, realizzato nel 1986 per permettere una fusione più semplice e controllata, colorato a tempera e sistemato in una teca appositamente realizzata per questa occasione.
La prima idea del monumento è del 1970, con un modellino in cera che ha la forma di un sacello traforato, a pianta centrale, mutevole al gioco della luce, quindi lontano dalla tradizionale scultura da sistemare in una piazza. Ề una scultura-architettura, che riunisce, come in Gaudi, elementi colti e umori popolareschi, raggiungendo, in alcuni punti, arditezze tipiche di Fazzini, soprattutto negli anni Trenta.
La statua di Padre Pio si erge, in San Giovanni Rotondo, sui quattro episodi della sua vita:
il Padre che schernito da un compaesano lo allontana da sé minacciandolo con un forcone da fienile; il Padre tentato dal diavolo; il Padre che confessa; il Padre che riceve le Stimmate dal Cristo Crocifisso, in alto sulla sinistra. Come una scogliera madreporica o una barriera corallina, tutta meati o pori, vuoti e movimento di materia che richiamano ramificazioni di forme arboree, fughe prospettiche di uliveti, accavallarsi e distendersi di nubi sospinte dal vento, tumulti interiori, sofferenze e speranze dell’uomo d’oggi, si serrano nella figura dominante di Padre Pio, nelle sue braccia alzate a impugnare l’Ostensorio.


L’evidente realismo della figura del Santo si specchia nella tensione energica e solenne del Cristo, nell’essenzialità del modellato della statua che accoglie come una narrazione le vicende di una vita esemplare, testimonianza di un’esperienza irripetibile, di un congiungimento misterioso, spiegato in modo mirabile da San Bonaventura nell’Itinerarium mentis in Deum: “Se vuoi sapere come questo avvenga interroga la grazia, non l’intelletto; il desiderio, non la dottrina; il sospiro della preghiera, non lo studio della lezione; la religione, non la chiarezza; non la luce, ma il fuoco che t’infiamma e che ti trasferisce con il calore del sentimento in Dio”.


Il Crocifisso di Fazzini, dopo gli interventi di Don Davide Mannarella, responsabile del Museo Diocesano di Matera e di Raffaello De Ruggieri, Presidente della Fondazione Zetema di Matera, verrà illustrato da Giuseppe Appella, curatore del MUSMA, e rimarrà esposto in permanenza insieme a tutte le altre opere del maestro marchigiano.

Foto : del Crocifisso, del bozzetto del Monumento a Padre Pio e di Fazzini che lavora al bozzetto.



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