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A Montemurro i libri di Sinisgalli recuperati a Roma |
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16/04/2017 | In questa vicenda, di grande complessità, per i risvolti legali, culturali, morali, tesi alla salvaguardia di quello che resta del patrimonio e dell’eredità di Leonardo Sinisgalli, la Fondazione Leonardo Sinisgalli si sta muovendo su più livelli, ma con circospezione, consapevole che l’operazione, oltre ad una inevitabile carica emotiva, necessita di passi pensati, né ondivaghi, né falsi.
Di certo il meglio della collezione d’arte posseduta da Sinisgalli è stata venduta nelle aste a partire dagli anni Novanta e fino alla metà del primo decennio del Duemila. Per avere un’idea basta sfogliare i due cataloghi curati da Giuseppe Appella (Le Muse irrequiete di Leonardo Sinisgalli. 1908-1981, De Luca Edizioni d’Arte, 1988 e Leonardo Sinisgalli tra poesia e scienza, Edizioni della Cometa, 1992). Una piccola parte (3.000 libri e pochi disegni) venne acquisita dal Comune nel 2003, sempre all’asta, e con l’aiuto della Regione Basilicata.
Di tutta la vita di Leonardo Sinisgalli e di Giorgia de Cousandier, restava il contenuto non alienato della casa, fatto di collezioni (timbri del pane, oggetti di rame, statuine, serrature ecc.), di oggetti d’arte, di manoscritti e lettere, oltre ovviamente agli arredi, ai mobili, alle ceramiche, alle porcellane, alle stoviglie ecc.
Dopo la vendita della casa e la morte di Rodolfo Borra, fratello di Filippo (Sinisgalli adottò solo il terzo dei tre figli di Giorgia), il tutto è stato stipato dalla Lutescu presso una ditta romana di trasporti. E qualche anno fa, propose alla Fondazione l’acquisti del contenuto dei container, insieme alla Casa natale e ai diritti, per la cifra di 1 milione di euro (o 5.000 euro al mese vita natural durante). Ma l’accordo saltò.
Non potevamo immaginare che la Ditta, qualche mese fa, si rivolgesse al Tribunale per essere autorizzata a vendere nei mercatini dell’usato e nelle aste giudiziarie on line il contenuto di quei 4-5 container.
Quando le voci e i sospetti sono diventati certezza si è cercato di recuperare il recuperabile nel Mercatino romano dell’usato. Ma siamo arrivati tardi. I pezzi migliori, a detta dei venditori, sono stati acquistati dagli anonimi collezionisti romani. Abbiamo fatto in tempo a salvare, grazie anche ai contributi ricevuti, un piccolo tesoretto di grade valore culturale: libri antichi (una ventina, tra cui due copie rare di Orazio e Virgilio del Cinquecento) e moderni (circa 200, di cui alcuni firmati o chiosati, o con lettera di dedica da amici al Maestro), oggetti personali e resti di collezioni (Il quadrifoglio dell’Alfa Romeo, materiale in rame, tra cui le oliere di cui si parlava in Civiltà delle Macchine e souvenir etnici), in ferro, in rame e in legno, l’epistolario di Giorgia de Cousandier (importante) e un po’ di fotografie.
Tutto questo materiale può essere visionato presso la Casa delle Muse a Montemurro e sarà oggetto a breve di una mostra, insieme a ad altre opere che stiamo recuperando nelle librerie antiquarie sparse in Italia.
Stiamo seguendo con grande interesse gli 11 lotti sinisgalliani (quadri suoi e di amici artisti, in particolare) messi all’asta, provenienti sempre dai container della Ditta di trasporti, sui quali interverrà, per evitarne lo smembramento il Mibact e il soprintendente del Lazio.
L’obiettivo della Fondazione resta quello di acquisire tutto il possibile, evitando l’oblio ad un grande del Novecento. Dopo decenni di sistematica spoliazione dell’eredità di Sinisgalli, di cui fa parte anche la messa in vendita della Casa Natale, a Montemurro, non si poteva consentire altro.
Il Direttore Il Presidente
Biagio Russo Mario Di Sanzo
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