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Al Mig di Castronuovo le incisioni di Auguste Renoir |
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15/03/2012 | Domenica 18 marzo 2012, alle ore 18, in Castronuovo Sant’Andrea, nelle sale del MIG. Museo Internazionale della Grafica e nella Biblioteca Comunale “Alessandro Appella”, si inaugura la mostra di Auguste Renoir che continua il lavoro di informazione iniziato il 20 agosto scorso con la storia della grafica europea e proseguito con Mirò e Degas.
Poiché il MIG convive con la Biblioteca, ogni incontro è all’insegna di “un libro, una mostra”. Questa volta tocca a Auguste Renoir (Limoges 1841 – Cagnes 1919), un altro nome mitico della storia dell’arte, e alla monografia dedicatagli, per le sue edizioni, da Ambroise Vollard nel 1919, con il titolo La vie et l'oeuvre de Pierre-Auguste Renoir, e arricchita da una ricca serie di incisioni e da una litografia a colori.
Il grande mercante francese, che aveva saputo scegliersi gli artisti adatti al suo temperamento sensibile, raffinato e aperto a tutte le avventure estetiche, racconta la vita e l’opera di Renoir dopo oltre dieci anni di visite e incontri, ognuno dei quali rivolto alla soluzione di vari quesiti.
Quarto figlio di un sarto e di un’operaia, Renoir inizia la sua vita d’apprendista dipingendo mazzolini di fiori su piatti di porcellana. È troppo diligente per finire nelle fabbriche di Limoges, perciò entra, nel 1862, nell’Atelier Gleyre dove incontra Monet, Sisley e Bazaine, un piccolo nucleo dei futuri impressionisti. Preferisce, tuttavia, dipingere dal vero, frequentare la foresta di Fontainebleau, studiare Courbet, comunicare con Monet e scoprire la divisione del tocco di colore che porterà, tra il 1868 e il 1869, alle due versioni dello Stagno.
La bellezza delle sue opere sconcerta o suscita critiche feroci. Il palco, esposto nel 1874, nella famosa mostra da Nadar, viene coperto da rimproveri e dileggi. Non sarà da meno all’apparire sulla scena dell’Altalena, del Sentiero in salita fra le erbe (1875) o del Moulin de la Galette (1876). Le tonalità violette, le ombre colorate, piuttosto che innovazioni sembrano muffe. Renoir non demorde, anzi riesce ad aggiungere qualcosa alla rappresentazione della natura propria degli impressionisti: l’atmosfera del sentimento che circola nei soggetti dei suoi quadri, nei ritratti degli amici, nella presenza umana che alimenta un’opera dopo l’altra. Dove Cézanne osserva e ragiona, Renoir guarda e sente, tanto da trovare in questo sentire le radici di un rinnovamento che il Pranzo dei canottieri, del 1880, sintetizza con un ritorno alla tradizione classica alimentata dal viaggio in Italia e dallo studio di Raffaello. Non più frazionamenti di colore ma asciuttezza di forme e modellazione attenta al disegno, “alla Ingres” si dirà, per i toni freddi e la disciplina della tecnica che sostiene le Grandi bagnanti o La treccia.
Questa esperienza, decisiva, darà a Renoir la possibilità, in seguito, di liberarsi dalla stretta della realtà per abbandonarsi al canto instancabile del corpo della donna, il centro dell’universo, dove linea e colore, volume e luce trovano la loro indissolubile unità.
La mostra, curata da Giuseppe Appella, attraverso incisioni, litografie, immagini, documenti, libri, cataloghi, film, mette in luce tutto questo lavoro e i rapporti del pittore con l’Italia dove giunge nell’ottobre del 1881 per visitare Venezia, Firenze, Roma e sostare, in novembre, a Napoli, Sorrento, Capri, in Calabria, a Capistrano, in Sicilia, anche in relazione all’attività didattica "Rispettiamo la natura: realizza un paesaggio sull'esempio di Renoir e degli impressionisti" che, all’insegna di “La natura di Renoir”, il MIG intende svolgere, per oltre due mesi, dedicandola alle scuole di ogni ordine e grado dei paesi gravitanti nel Parco del Pollino e di quelli limitrofi.
In controcanto, a partire da questa mostra, il MIG, mediante una scelta di 30 opere grafiche, si propone di segnalare le influenze degli artisti europei sugli artisti italiani. Inizia con Franco Gentilini (Faenza 1909 - Roma 1981), non tanto per la provenienza familiare (il padre era un calzolaio) e l’apprendistato nelle fabbriche di ceramiche di Faenza, quanto per i lunghi sguardi rivolti all’opera di Renoir che per anni nutrì nudi, ritratti, nature morte e paesaggi portati ad “essere una cosa piacevole, gioiosa e bella”.
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La mostra, patrocinata e sostenuta dal Comune, dalla Pro Loco di Castronuovo Sant’Andrea e dal Parco Nazionale del Pollino, e con il contributo della Parrocchia Santa Maria della Neve, la Pasticceria-Caffetteria “Sant’Antonio”, la Gadi snc Impianti Termoidraulici, resterà aperta fino al 12 maggio 2012, tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 17 alle 20 (la mattina per appuntamento). L’ingresso è gratuito.
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