Milano. Presentato 'L'Ammerikano' di Pietro De Sarlo
15/03/2017
Avvenimento di alto spessore culturale alla Libreria Feltrinelli di via Manzoni, dove è stato presentato il libro "L'Ammerikano" di Pietro De Sarlo, edito da Europa Edizioni.
Non si è trattata della solita compassata presentazione, ma di un vero e proprio "simposio familiare", tanti erano gli amici e gli estimatori di Pietro De Sarlo , che hanno letteralmente gremito la sala e tanto affabile e competente sia stata la presentatrice Elena Salem, giornalista e scrittrice e grande esperta in comunicazione e prodotti editoriali.
Non capita spesso che le due cose coincidano, tutto a beneficio dell'autore, che non desidera altro che riscuotere successo, dopo la fatica della scrittura che, in questo caso, si trattava di un romanzo, dopo tanti saggi , dedicati in modo particolare , all'emergenza economica ed ambientale derivanti dalle estrazioni petrolifere e sulle possibilità di sviluppo economico e sociale della Lucania, regione di origine dell'autore.
De Sarlo, nativo di San Chirico Raparo, in provincia di Potenza, è ingegnere minerario, presidente della Fondazione Intesa San Paolo, presidente del Fondo pensioni, del Fondo Sanitario e del Fondo Omega , sempre di Intesa San Paolo, con esperienze all'ENI, Fininvest, Cofide, Allianz, Poste Italiane, raggiungendo, in tal modo, i vertici della carriera manageriale, successi dopo successi.
La Salem lo ha incalzato con garbo e domande ad hoc per mettere in piena luce i motivi che lo hanno spinto a dedicarsi alla letteratura e produrre una vera e propria fiction, una storia completamente inventata, collocata in un mondo immaginario, dove vivono, in un intrigante intreccio, personaggi principali e secondari, tra colpi di scena continui, che tengono alta la suspence dalla prima all'ultima pagina.
Il romanzo è la storia che tocca epoche diverse, riconducibili al paese di origine abbandonato per cercare altrove una vita migliore, ma che rimane sempre il luogo delle origini , dove poter trovare rifugio, forza e conforto nei momenti difficili della vita. Però, non sempre è così, proprio come capita all'Ammerikano, che spera ardentemente di ritrovare quello che aveva impresso in mente, come in una nitida fotografia, ma che, invece e per sua disgrazia, è cambiato e non esiste più. E' Monte Saraceno, dell'Appennino lucano, il teatro di tragedie e commedie, che si snodano all'ombra dei pozzi petroliferi della Val D'Agri, raccontate con stile avvincente ed al contempo ironico, e dove finanza e traffici internazionali si mischiano alle tradizioni ed ai vizi di una Italia che non c'è più o si crede che non ci sia più.
Il libro può essere letto anche come una denuncia politica contro il potere regionale della Lucania, Terra che, con grande delusione dei restanti suoi pochi abitanti, stenta a decollare, nonostante il gran flusso di denaro che confluisce di continuo nelle sue casse. Ci sarà futuro per questo lembo dell'Italia del Sud?
Lo sapremo via via, perché " scrivere un romanzo non è solo scrivere una storia, ma generare domande per riflettere su noi stessi, sulla nostra società e sulla nostra condizione, sospesa tra le scelte libere e quelle obbligate, però senza mai prendersi sul serio e con un po’ di sana ironia".
Ed quello che, in effetti, Pietro De Carlo ha cercato di fare nelle sua bella "fatica" letteraria.
L'autore, dopo autografi ed abbracci con colleghi ,amici e parenti, ha salutato tutti i convenuti con un bel rinfresco , preparato nel vicino Bar dell'Opera, a due passi dalla Scala.
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