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Convegno 08 Marzo_Museo Venosa |
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8/03/2017 | Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo celebra il mondo femminile. Anche quest’anno, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, tutti i musei ed i luoghi statali della cultura hanno aperto gratuitamente le loro porte alle donne; festeggiando personalità storiche come Saffo, Cleopatra, Eleonora Duse, Ofelia, Madame de Stael: una campagna sociale, lanciata dal Ministro Dario Franceschini, che celebra la donna in tutto il suo essere. La Basilicata, con la sua Storia e la sua cultura, non poteva certo mancare e lo fa con l’apertura di tutte le strutture afferenti il Polo Museale Regionale della Basilicata. E presso il Museo Archeologico Nazionale di Venosa s’è tenuto – con la presenza dell’UniTre, l’Università delle Tre Età – l’incontro “Storie di donne: dall’antica Venusia… alle venosine tra Ottocento e Novecento”, con le relazioni della dott.ssa Marianna Iovanni e del prof. Donato Maiorella. Punto focale dell’iniziativa – ha precisato il dott. Antonio Mantrisi, referente del Museo di Venosa, che ha aperto i lavori – enfatizzare il ruolo della donna, che – nel tempo – ha ricoperto ruoli diversi ed opposti: dal ruolo vitale, finanche venerato, che aveva nella società matriarcale tipica dell’Età Preistorica e Neolitica, quale simbolo di forza oltre che di fertilità e prosperità, alla fine del culto della “Grande Madre” in favore del potere maschile arrivato nel V Millennio, fino alla Roma arcaica ed al suo totale decadimento nella società civile e politica. Nelle epoche precedenti, si conoscevano categorie “doppie” di donne: c’era la “mulier” e c’era la concubina, la vergine e la prostituta, la santa e la strega; e su di loro regnava quell’inevitabile destino, fatto di sottomissione al potere maschile, a cui ogni donna doveva adeguarsi, senza alcuna possibilità di controbattere; ma quello di ieri è stato un excursus temporale fino ai giorni nostri, alle lotte femministe ancora oggi rivendicate, che ha reso concreti la forza ed il coraggio di molte donne. Storie di donne che hanno lasciato una traccia, nella società civile come nella politica; storie di donne locali, lucane, che hanno contribuito ai cambiamenti culturali, alle mutazioni sociali, alle conquiste civili. E allora, una giornata per ricordare la Donna nel suo essere e nel suo fare. Perché – riprendendo il titolo dell’ultimo libro di Aldo Cazzullo – “Le donne erediteranno la terra” e lo faranno perché «sono le più attrezzate a prevenire i grandi rischi e a cogliere le grandi opportunità che abbiamo di fronte. Perché sanno amare e non perdono quasi mai la speranza».
Marialaura Garripoli
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