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Recensione:G. Peruzzi A.Volterrani “La comunicazione sociale" |
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13/01/2017 | L’Ebook del libro di G. Peruzzi A.Volterrani “La comunicazione sociale” di 172 pagine, edito dalla Casa Editrice Laterza di Roma, ed acquistabile al prezzo di 12,99 euro, si propone di trattare in maniera esaustiva i temi inerenti la comunicazione sociale.
A Quest’obiettivo si aggiunge l’attenzione costante a sviluppare le implicazioni concrete, in termini di pratiche volontaristiche e di strategie operative delle organizzazioni no – profit.
La comunicazione sociale è una forma di comunicazione ricca di specificità e di implicazioni tanto povere di formulazioni solidificate e le sue caratteristiche distintive discendono, come si comprenderà meglio dai richiami e dagli obiettivi valoriali, ossia etici che la contraddistinguono.
Il problema delle organizzazioni che intendono produrre questo tipo di comunicazione, e degli addetti incaricati di progettare di tradurla in iniziative e servizi e prodotti materiali ed immateriali, è l’assenza di regole, di indicazioni condivise e rese “sicure” nel tempo.
Ed è anche per questo che, costretti a competere in un mercato sempre più sofisticato, gli addetti alla comunicazione del terzo settore, finiscono a volte per prendere a “prestito” le tematiche e pratiche della comunicazione d’impresa.
Gli esiti di queste operazioni come si può immaginare, considerando che la comunicazione aziendale, nell’uso dei linguaggi e delle immagini, è probabilmente la più spregiudicata delle comunicazioni che si svolgono nella sfera pubblica.
Una forma di comunicazione sociale è l’Ufficio stampa che è la struttura deputata al rapporto con i media, ed ha la funzione di costruire una relazione con le redazioni giornalistiche e mediali, per riuscire a far filtrare sulla sfera pubblica alcune informazioni concernenti l’organizzazione ed i suoi servizi e costituire, e mantenere un’identità positiva ed interessante dell’ente.
I nuovi media nati sull’onta della presenza del digitale (smartfhone, tablet, cellulari ecc) ne sfruttano appieno le potenzialità, mentre i vecchi media (cinema, radio e televisione) si sono adattati integrando le tecnologie digitali altri hanno visto il modificarsi usi e costumi.
In sostanza la comunicazione sociale non può esistere senza la partecipazione dei “portatori” di interesse del problema dei fruitori, dei produttori di comunicazione.
Biagio Gugliotta
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