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Basilicata sempre più....set |
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28/02/2012 | Basilicata sempre più protagonista, sempre più set, per la precisione. La nostra meravigliosa terra, con i suoi paesaggi variegati, è sempre più protagonista sul grande schermo. In tanti l’hanno scelta come location per le loro pellicole, da Dino Risi a Roberto Rossellini, dai fratelli Taviani a Giuseppe Tornatore, da Michele Placido a Mel Gibson. Un viaggio, una breve immersione tra i film che hanno scelto la Basilicata, facendole trovare il suo posto nel mondo.
approfondimento a cura di Nicoletta Fanuele
NEL MEZZOGIORNO QUALCOSA È CAMBIATO
Mezzogiorno, 1949. I lavori dell’assise per la rinascita del mezzogiorno a Crotone, Salerno, Bari e Matera, a cui partecipano uomini politici, sindacalisti, intellettuali ed artisti, sono il punto d’innesco del film-documentario di Carlo Lizzani. La realtà delle città e delle campagne meridionali, tra cui Matera e Napoli, con le sue caratteristiche di miseria, sottosviluppo, arretratezza secolare, offrono l’immagine di ciò che la guerra aveva lasciato in italia e soprattutto nel meridione. I protagonisti sono famiglie diseredate che si recano ai lavatoi comuni, bambini sporchi e affamati, sparsi in vicoli intrisi di miseria e povertà. Il film presenta i dati sulla presenza industriale nel mezzogiorno, sulla distribuzione della proprietà terriera, sulla percentuale di campagna incolta ed abbandonata; mette in risalto, attraverso le lotte operaie nelle fabbriche e le lotte contadine per l’occupazione delle terre incolte, la volontà popolare di trasformare, migliorandole, le condizioni del sud. Il documentario, che si conclude con una manifestazione politica a Melissa, a cui partecipano esponenti politici e intellettuali di tutt’Italia, rappresenta la più ampia inchiesta cinematografica girata nel mezzogiorno negli anni del dopoguerra.
In realtà non si tratta di un vero e proprio film per due motivi fondamentali: la sua durata è di soli ventidue minuti e la sua produzione è legata ad un partito (PCI), pertanto si può parlare di un cinema propagandistico.
La sua importanza è legata al fatto che pone per la prima volta sul grande schermo il problema della questione meridionale.
È Matera la protagonista della miseria, la città che dopo dieci anni viene dichiarata “vergogna nazionale”, con le grotte scavate nella roccia adibite ad uso abitativo.
Il film inaugura la stagione del neorealismo materano. La macchina da presa mostra i Sassi nella loro carica di verità. I rioni di tufo entrano così nell’immaginario cinematografico, destinati ad una lunga e gloriosa carriera.
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