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Recensione:Katherine Pancol,“il valzer lento delle tartarughe”

12/09/2016

Katherine Pancol ha pubblicato “il valzer lento delle tartarughe” dopo il grande successo de “ Gli occhi gialli dei coccodrilli”, romanzo di cui vi ho parlato qualche tempo fa. Ho ordinato il libro e l’ho atteso durante le ferie d’agosto. Un sms mi ha avvertito che era arrivato in libreria e sono corso ad acquistarlo, questa volta a prezzo pieno, 14 euro. Li vale tutti.
Pestaggi, omicidi, rivelazioni, abbandoni, ritorni di fiamma, depressioni, fattucchiere, malocchi, doppie personalità, morti che tornano, bambini angelici e madri diaboliche: un bel crogiolo di rosa, giallo e noir. Non manca niente, nemmeno l’amore impossibile. Il talento dell’autrice è proprio questo: riesce a tratteggiare una storia in cui ci sentiamo coinvolti, per la sua straordinaria capacità di tratteggiare personaggi talmente reali da lasciarci affezionare a loro. In questo secondo volume li ritroviamo di nuovo tutti nell’esatto momento in cui li avevamo lasciati e li accompagniamo in un altro pezzo della loro vita. Quasi settecento pagine per continuare a seguire la storia di Josèphine, delle sue figlie Zoè, nome che viene del greco e significa vita, e Hortense. Con Josèphine la sorella Iris e suo marito Philippe, l’immenso, proibito amore della nostra protagonista. E Henriette, la madre cinica e brutale delle due sorelle e soprattutto Parigi.E’ Parigi dei quartieri alti lo scenario di questo secondo capitolo della trilogia della Pacol. Parigi di un condominio di lusso, con una portinaia Iphigenie che si tinge i capelli di rosa e viola per sconfiggere il buio e lo squallore del buco in cui abita. Un condominio ricco di personaggi strani con una cantina che nasconde il cadavere di una vecchia collerica e vendicativa, abilissima nello scovare i segreti inconfessabili dei vicini da spifferare con lettere anonime. Sì, “ Il valzer lento delle tartarughe” si trasforma lentamente in un giallo con un killer seriale che accoltella la nostra protagonista. Nel corso della storia Josephine continua a scoprire se stessa e con lei le due figlie Zoe che si innamora, e Hortense che ci porta a Londra dove frequenta una rinomata scuola di moda perché vuole diventare “ la più brava di tutte le stiliste”.
Il romanzo funziona. Il punto forte? Il ritmo veloce, avvincente, senza cadute di tensione: l’autrice ci trascina a scartare una sorpresa dopo l’altra. I personaggi sono ben costruiti, spiccano a colori vivaci sullo sfondo, non fanno grinze. E infine, le metafore: originali, talvolta spassose.
Ritroviamo nel romanzo il Medioevo, le sue atmosfere, tradizioni, poesia, il valore forte dell’amicizia che sorregge, sostiene. L’amore di madre di Josephine che sa “esserci” sempre per le sue figlie, le sa ascoltare, mettersi da parte, aspettare il loro affetto. Con Josephine si trasforma anche la sorella Iris che esce da un terribile esaurimento nervoso e, dopo aver inutilmente cercato di riconquistare il marito, pianta le tende a casa della sorella e scopre l’amore vero col vicino di casa, un uomo distinto e distaccato, gentile e irascibile, che nasconde un terribile segreto. Con le protagoniste ritroviamo il resto della famiglia di Josephine: il marito divorato dai coccodrilli in Africa che “ torna in vita “ con lettere affettuose alle figlie; il secondo marito di Henriette e la sua nuova donna Josiane, che viene quasi annientata dal malocchio, e tanti altri.
Vi assicuro che se comincerete a leggere questo romanzo non riuscirete a staccarvene. La Pacol racconta l’innamoramento come solo lei sa fare; è capace di scavare nei suoi personaggi, li mette a nudo e li fa crescere, sa conquistare i lettori con una scrittura ricca di fascino.
La sera tornando a casa e iniziando la lettura mi sembrava quasi di recarmi a trovare un vecchio gruppo di amici e domandargli di raccontarmi cosa stavano combinando.
Katherine Pancol è nata a Casablanca, in Marocco, nel 1954. All’età di cinque anni segue la famiglia che si trasferisce in Francia. Dopo aver conseguito una laurea in Lettere, ha iniziato a dedicarsi all’insegnamento. Docente di Francese e Latino, ha lasciato l’insegnamento per dedicarsi al giornalismo. Collaboratrice del Paris Match e di Cosmopolitan, esordisce nella narrativa nel 1979, con il romanzo dal titolo “Moi d’abord”. Dopo il successo ottenuto dalla sua prima opera, l’autrice decide di trasferirsi a New York, dove inizia a frequentare dei corsi di scrittura creativa e sceneggiatura presso la Columbia University. In seguito si è dedicata a tempo pieno alla scrittura. Sposata e divorziata, ha due figli. Per le sue opere Katherine Pancol ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Attualmente vive a Parigi.

Bella 11 settembre 2016 Mario Coviello




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