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Rotonda: iniziano i giorni della poesia |
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30/08/2016 | Al teatro Selene di Rotonda hanno avuto inizio i giorni della poesia, un' avvenimento che durerà tutto l'anno e che si pone quale principale obiettivo di diffondere la cultura.
«È un progetto complesso e ambizioso che vorrebbe che Rotonda fosse dichiarata città delle cultura e della fantasia. Non solo, ma vuole fare della poesia anche un'attrattiva che vada a incrementare l'offerta turistica», ci spiega Maria José Mainieri, organizzatrice e ideatrice della manifestazione.
«Una volta - continua - c'era il "Festival della Poesia", ma questa è una definizione che non mi piace. L'idea è di esporre le opere attraverso delle installazioni nei luoghi e locali pubblici di chiunque le accogliesse. Con la collaborazione dell'Amministrazione Comunale - precisa -, è prevista anche l'apposizione di stele poetiche in posti ben precisi, individuando magari un percorso. Sarà come avere un grande museo all'aperto».
«La finalità - conclude l'organizzatrice - è cercare di contribuire allo sviluppo locale e, chiaramente, di diffondere la cultura. Facendo in modo che a Rotonda si possa venire anche perché è la città della poesia. L'intento è di trovare una settimana, in periodi solitamente morti, da dedicare a chiunque fosse un compositore. Perché ce ne sono tanti, prescindendo dalla competizione, ma puntando sulla partecipazione. Per cui sarà un concorso differente dai soliti, in quanto consentirà che ciascuno proponga ciò che ha scritto».
Alla serata, intitolata "Poesia, Pane Quotidiano", hanno preso parte due particolari autori: Giueseppe Bruno, il più anziano; e Lina De Stefano, l'ultima poetessa locale a pubblicare una raccolta; i cui sonetti sono stati letti dai rotondesi intervenuti, con sottofondo musicale, inframezzati dall'esibizione di una danzatrice.
Giuseppe Bruno, novant'anni compiuti lo scorso maggio, che ha presentato "Frammenti rotondesi", non a scopo commerciale ma divulgativo, è già al secondo libro di quelli che definisce «pensieri più che poesie. Racconti di ciò che ho vissuto». In particolare, l'autore si è soffermato sulla figura della moglie Nina, scomparsa pochi anni fa quale sua principale musa ispiratrice. Ma non dimentica gli anni dell'infanzia e della gioventù, definiti quelli in cui si «conduceva una vita grama».
Temi che vengono riproposti nelle sue composizioni, assieme alle difficoltà incontrate per vivere e amare. Ricordando a tutti, quanto quella che «oggi chiamano crisi, sia poca cosa rispetto alle difficoltà vissute anni addietro». E che per condividere una vita con una persona ci voglia «tanto amore e tanta pazienza», rammentando di come «bevo ancora nella stessa tazzina e dallo stesso lato in cui beveva la moglie» e, allo stesso tempo, rammaricandosi della troppa «facilità con la quale oggi si interrompano i legami sentimentali».
Un'emozionatissima Lina De Stefano con "I Sentieri dell'Anima", ha voluto spiegare «di aver quasi terminato la sua seconda opera e che scrive da più di vent'anni», sottolineando che «l'ispirazione arriva in qualsiasi momento, ma non so se i pensieri vengano da soli oppure sia io ad andargli incontro». Su cosa rappresenti la poesia, De Stefano afferma di credere che «la poesia è amore, famiglia, civiltà. Tutto ciò che è vero; e tratta di natura, quotidianità, Dio, valori. Più in generale della semplicità, ma affinché ci sia poesia non deve esserci indifferenza. Ormai credo di non poterne più fare a meno».
Questa pubblicazione, inoltre, è legata ad un preciso scopo benefico, in quanto parte dei proventi verranno destinati alla realizzazione della casa di accoglienza della comunità dei "Servi e Serve di Cristo Povero", creata da Padre Serafino, già parroco di Rotonda, che dovrebbe sorgere nella zona adiacente al seminario in località Santa Maria. Sarebbe l'ennesima realizzata dal sacerdote che ne ha già tre a Roma, una a Torre del Greco di prossima apertura, in Perù e due in India.
L'evento ha visto il saluto di Giulia De Cristofaro, vicesindaco di Rotonda, che ha ringraziato Maria José Mainieri per l'impegno costante nel sociale e la creatività dimostrati, garantendo il sostegno del Comune all'iniziativa, se non direttamente, attraverso la richiesta di finanziamenti, anche perché «nonostante la si approcci con diffidenza, la poesia poi rende tutti più umani».
La serata è stata conclusa dalla degustazione di fette di pane con companatico preparate dai panificatori locali: metafora della poesia quale pane quotidiano.
Gianfranco Aurilio
lasiritide.it
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