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A San Arcangelo tra musica e cultura, con le note di Fabrizio De Andrè

27/08/2016

Come può un artista scomparso, ma mai dimenticato, far riscoprire le bellezze di un luogo e regalare un’atmosfera magica che, riesce ad ammaliare bambini, giovani e più grandi? Per scoprirlo, abbiamo raggiunto un gruppo di amici, in una delle famose cantine santarcangiolesi, dove ad aprirci le porte è Michele Mastrosimone, proprietario, nonché voce del gruppo che, in una notte d’estate, ha voluto omaggiare il cantautore Fabrizio De André, nel rione Castello. “E’ qui che troviamo spesso ispirazione – ci racconta – ed è per questo che abbiamo voluto ospitarvi in luogo sicuramente inusuale per un’intervista ma, che a noi, trasmette grande serenità e tranquillità. D’altronde se oggi siamo qui, è anche per parlare di culture e tradizioni santarcangiolesi, quindi quale posto migliore!”. Il gruppo è formato da cinque componenti ed escluso l’altro Michele Mastrosimone (in arte Michele Mers), chitarrista e assente, tutti hanno partecipato all’intervista. Con loro ci sono anche Nicola Cavallo, moderatore della serata e Lucia Bifulco, organizzatrice e responsabile dell’evento. I ragazzi sono un po’ tesi, per alcuni di loro è la prima esperienza davanti ad un registratore ed un block-notes, quindi decidiamo di iniziare con Lucia Bifulco:

Lucia Bifulco ed altri amici dedicano una serata a De Andrè, perché?

L’idea, parte principalmente da loro, perché è parte della loro quotidianità. Conoscono da tanto De André, così come conoscono molti altri cantanti americani, dai quali lo stesso De André ha preso spunto. In più c’era l’intento di ritrovarci tutti insieme e condividere pensieri, idee, musica e tanto altro.

Da dove nasce la voglia di portare De André per le strade di in un rione a S. Arcangelo?

Per certi aspetti rispecchia alcune nostre idee, è un autore sempre alla ricerca della verità e, credo, sia un’artista molto attuale, considerando anche che è entrato a far parte della letteratura italiana. Sapevo che ragazzi provavano una forte passione verso di lui e, gliel’ho voluta far tirare fuori.

In più avete inserito due moderatori, Nicola Cavallo studente universitario e il professore Vincenzo Ciminelli

Che tra l’altro sono stati bravissimi. L’intento era quello di cercare di fare incuriosire gli spettatori. Nei testi di De André ci sono delle storie e noi abbiamo voluto raccontarle. Entrambi sono stati coinvolgenti e apprezzati. Non si è trattata di una lezione di musica, noi non vogliamo insegnare nulla, semmai abbiamo voluto raccontare dei piccoli aneddoti che, secondo noi, potevano incuriosire la platea.

La location è stata scelta in base a quali criteri?

In realtà inizialmente era stato scelto il rione “Mauro”, per via del paesaggio e perché rappresenta l’emarginazione del paese, una parte distaccata del comune stesso. Poi per diversi motivi la scelta finale è ricaduta sul rione “Castello”, un posto magico.

E di fatti il clima era surreale.

Si alla fine è andato tutto come meglio forse non poteva andare, però viste le premesse iniziali un po’ di timore c’è stato.

Cioè?

Premesso che mi sono trovata per la prima volta nelle vesti di organizzatrice, avrei preferito una burocrazia e una disponibilità più ampia da parte di chi ci doveva concedere le autorizzazioni. Abbiamo avuto diversi problemi nella comunicazione, ci sono state sicuramente delle mie mancanze, certo, però si potrebbe essere più elastici per chi si cimenta per la prima volta in una nuova esperienza, o almeno dimostrare un po’ più di predisposizione, ma va bene lo stesso. Mi è servita da esperienza, per i prossimi eventi ora saprò come muovermi ed organizzare al meglio le cose. Ringrazio il consigliere Salvatore Di Noia per averci messo a disposizione gratis il service, l’unica cosa che però ha creato e non pochi malumori, è stato ritrovarci il giorno in una piazzetta vuota, senza neanche un palchetto. Per via dei pochi giorni a disposizione avuti per le prove, le tensioni di chi non ha mai suonato o cantato davanti ad un pubblico e, la totale assenza di infrastrutture messe a nostra disposizione, sono nate delle divergenze che, per fortuna in serata, si sono trasformate in energia positiva.

Ed ora? Si può avviare un progetto di musica e cultura a S. Arcangelo duraturo, o vi fermate qui?

Secondo me creando un’associazione gestita dai giovani, può nascere un progetto duraturo che magari coinvolga anche le scuole. A Sant’Arcangelo non ce ne sono, quindi sfruttiamo il momento e diamoci da fare. Rimbocchiamoci le maniche altrimenti restiamo insipidi senza niente, senza sapore, senza differenze. Oggi, io, il professore Ciminelli e Nicola Cavallo, ci siamo occupati della parte letteraria, gli altri della musica. Se ci sono altri ragazzi che vogliono unirsi a noi e contribuire con le loro idee ben vengono e anzi, spero vivamente che accada. E’ importante avere la possibilità di poter dimostrare le proprie potenzialità, in fondo il paese è anche il nostro, se lo facciamo morire no va bene.

Ed ora i ragazzi della band:

Iniziamo con il padrone di casa, Michele.


Si, il gruppo è formato da cinque componenti che sono, Mariapina Di Virgilio che è la cantante, Michele Mers e Alessandro Sarsano i chitarristi, Nicola Ferruccio alle percussioni e il sottoscritto che è l’altra voce.

Com’è nato il gruppo?

Risponde Alessandro: l’idea è nata da me, Lucia, Mers e Nicola. Michele inizialmente non faceva parte dei nostri pensieri dato che a noi serviva un cantante e lui, non lo era. Solo in un secondo momento mi sono ricordato di quando una volta, per gioco, suonammo e cantammo insieme e, da qui, la mia richiesta di unirsi a noi.

E Mariapina Di Virgilio?

Risponde Michele: lei è arrivata dopo di me. In realtà nel gruppo non era prevista una voce femminile, però poi abbiamo voluto inserirla. E’ entrata a far parte della band la sera prima del concerto. Nei giorni precedenti avevamo individuato un’altra cantante, ma per diversi motivi poi è saltato tutto. Per fortuna siamo stati fortunati, non si trova facilmente una ragazza così brava a

ventiquattro ore da un esibizione. Tra l’altro lei ha dovuto imparare in fretta, perché non aveva mai cantato canzoni di De André.

Visto i risultati, siete stati più che fortunati.

Risponde Michele: Io e Nicola Ferruccio avevamo un sogno. Quello di trovare una cantante dal nulla e dirgli: “tu devi venire a cantare”(“è vero”, conferma N. Ferruccio). Ora posso affermare, che siamo riusciti a realizzare questo sogno, ottenendo un ottimo risultato.

Qual è il nome della band?

Risponde Michele: in realtà siamo una band ancora senza nome, perché abbiamo iniziato a suonare insieme da pochi giorni prima del concerto e, dato che abbiamo dovuto realizzare il tutto in tempi strettissimi, è stato deciso di affrontare questo aspetto più in la.

E com’è andato il primo concerto?

Risponde Michele: direi che è andato più che bene. Certo il merito però è da condividere anche con le altre persone che, da dietro le quinte, hanno partecipato a questa iniziativa. Parlo di Lucia Bifulco che è stata l’ideatrice, Marisa Mastrosimone che si è occupata della parte pubblicitaria, Nicola Cavallo che ha scritto i testi del parlato ed ha intervallato le canzoni con degli ottimi interventi, insieme al professore Vincenzo Ciminelli ed in fine, ma non per ultima, Alessandra Esposito che ci ha permesso di poter effettuare le prove nella sua casa in campagna ed inoltre, ci ha messo a disposizione l’intera strumentalizzazione. Insomma se non era per lei, oggi non ci ritrovavamo qui ad essere intervistati.

Chi ha scelto le canzoni?

Risponde Michele: tutti insieme abbiamo deciso il tema e cioè, l’ordine cronologico del suo pensiero e dei suoi album. Da li è stato scelto un estratto di due, massimo tre canzoni per album.

Passiamo a Mariapina Di Virgilio che comunque, di concerti invece ne ha fatti già un bel po’, giusto?

Per alcuni anni ho fatto parte di una band di cui, uno dei fondatori era mia zio (Salvatore De Luca) e, con il quale continuo a cantare, nonostante abbiamo deciso di scogliere il gruppo precedente.

Non avevi mai cantato De André?

No, il nostro era un gruppo Rock. Ho cantato per la prima volta le canzoni Di André l’altra sera con i ragazzi.

Com’è stato possibile imparare così in fretta?

In effetti mi sono avventurata. I ragazzi sono stati coinvolgenti e grazie a loro è andata abbastanza bene.

A questo punto ci devi dire quale dei due generi musicali preferisci?

A dire la verità ascolto entrambi i generi, anche se dovendo scegliere per forza, dico la musica Rock, con la quale sono cresciuta e ho mosso i miei primi passi sui palchi, però ascolto sempre

volentieri artisti come lo stesso De André, Battisti e soprattutto Vasco Rossi, del quale sono una grande fan.

Una vecchia conoscenza della Siritide, è Alessandro Sarsano. L’anno scorso intervistato per la tournèe estiva e quest’anno per questa nuova esperienza.

Come ben sai, dato che abbiamo già avuto modo parlarne in passato, io mi presto volentieri a questi tipi di progetti. Per me la chitarra è un hobby, mi metto a disposizione di chiunque, anche perché, non ho pretese artistiche e lavorative.

Detto da uno che nell’ambiente è conosciuto in tutto il sud Italia, sembra un po’ riduttivo, no?

Il mondo della musica, è un mondo che mi piace e, non mi piace. Non si tratta solo di cantare o suonare, c’è anche dell’altro al di fuori del palco. Bisogna scendere a compromessi, andare alla ricerca di persone da conoscere e altro ancora. Queste sono cose che a me non piacciono, quindi preferisco concentrarmi principalmente sugli studi universitari, senza mai abbandonare la musica.

Altro debuttante, Nicola Ferrucio.

Come per Sars (il nome abbreviato per nominare Alessandro Sarsano), anche per me suonare è un hobby, l’unica differenza, è che per me è stato l’esordio in assoluto. Quindi in realtà gli unici veri dilettanti che si sono esibiti a questo concerto siamo io e Michele, che ha comunque sorpreso tutti con la sua voce, mentre gli altri hanno confermato il loro valore indiscusso e già apprezzato in altre occasioni.

Tra questi ultimi c’è Michele Mers che gareggia con le sue canzoni a livello Nazionale.

Risponde Michele: Mers è quello che ha più esperienza. E’ autore e compositore di professione, come in fondo lo è anche Alessandro, anche se oggi fa il modesto.

Lucia prima ha parlato di malumori per l’assenza del palco. Come l’avete presa questa sorpresa?

Risponde Alessandro: io personalmente molto bene. Avevo già anticipato ai ragazzi che per me sarebbe stato più bello suonare senza palco ma, giustamente, c’è chi ha fatto notare le sue personali problematiche con il suonare il proprio strumento senza una base sotto e chi ha pensato che, un rialzo per la visibilità nei confronti del pubblico era necessario. Delle divergenze nascono quasi sempre prima di un concerto e se, come in questo caso, aiutano ad aumentare l’adrenalina di gruppo, allora ben vengano.

La prima è andata bene. Ed ora?

Risponde Michele: ed ora vorremmo continuare ad esibirci. La band è nata, la prima è andata bene, perché fermarci ora. Certo non siamo dei professionisti e da settembre ognuno di noi tornerà nella città dove studia o dove lavora, però siamo tutti amici di Sant’Arcangelo e, oltre ad essere in contatto, abbiamo l’opportunità di riunirci durante feste invernali più, l’intera estate prossima. Abbiamo preparato questo concerto in quattro giorni, in futuro, con più tempo a disposizione, non possiamo che migliorare.

Sempre sulle orme di De André?

Risponde Michele: sarebbe bello continuare il progetto di musica e cultura, senza limitarci al solo De André.

Il tutto sempre senza un finanziamento economico?

Risponde Alessandro: questo è un tema un po’ particolare. Purtroppo le istituzioni non vogliono capire che anche un piccolo incentivo, può invogliare un gruppo di ragazzi a suonare, ma non solo. Proprio perché non parliamo di gruppi affermati, che si guadagnano da vivere con la musica, una retribuzione minima diventa necessaria per permettere di superare alcune problematiche che, un ragazzo, magari studente, solitamente non può affrontare di tasca usa. Non dico quindi di riempire le tasche di soldi ai musicisti ma, di aiutarli almeno per quanto riguarda le spese.

(Alla stessa domanda) Risponde Nicola Ferruccio: noi, per quanto riguarda questo concerto, abbiamo presentato la richiesta all’amministrazione comunale, per ottenere un contributo da utilizzare per la sala prove. Non conoscendo i tempi necessari per ottenere l’approvazione, abbiamo inviato la richiesta con ritardo e senza che questa potesse essere presa in considerazione. In futuro, con la richiesta effettuata nei tempi previsti, speriamo di poter ricevere risposta positiva.

Ed eccoci a Nicola Cavallo.

Prima di tutto vorrei ringraziare il professore Vincenzo Ciminelli. Oltre agli insegnamenti didattici, ha avuto la bravura di mostrare la grandezza, la riflessione e il dubbio. Ha saputo suscitare grande interesse.

Com’è stato raccontare De André?

E’ stato difficile, proprio perché lui è De André. Non appartiene a nessuna dottrina di pensiero, lui è una dottrina. Per il resto è stata una bellissima esperienza, vissuta in un magnifico contesto. La piazza è situata in un punto centrale del paese, è piena di storia ma, nonostante questo è poco conosciuta. E proprio a riguardo, avrei una proposta da fare.

Quale?

La piazza, da poco ristrutturata, non è mai stati intitolata. Sarebbe un bel segnale intitolarla a Fabrizio De André, non solo perché parliamo di un grande artista ma, perché grazie a lui un gruppo di ragazzi ha avuto la forza di attirare tantissima gente, proveniente anche da altri comuni e che, per la prima volta, ha potuto ammirare questa meraviglia. Da questa iniziativa ne potrebbero nascere altre, con i ragazzi del posto incitati a riscoprire i luoghi abbandonati o poco frequentati, nel centro storico di Sant’Arcangelo, ancora in cerca di un nome e un artista al quale dedicarlo.

Visto che è stato trovato un nome alla piazza, lo si può trovare anche alla band?

Senza alcun dubbio: “I Modesti”.

Carlino La Grotta



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